Le meduse del Mediterraneo

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Cothyloriza tubercolata
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Le meduse del Mediterraneo sono animali marini planctonici, appartenenti al phylum dei Cnidari, che assieme agli Ctenofori formavano una volta quelli che erano i Celenterati.

Eleganti e raffinate, innocue o terribilmente pericolose, le meduse sono gli animali più antichi che abitano le acque di tutti i mari. Già prima dell’esplosione del Cambriano le meduse erano presenti sulla terra, esattamente con la forma e le funzionalità di adesso. Ciò significa che questi animali non si sono evoluti in un miliardo e mezzo di anni, e questo perché non né hanno avuto bisogno, erano già evolute quando si sono presentate nelle nostre acque. Le meduse sono presenti nei nostri mari solitamente in foltissimi branchi composti da centinaia se non migliaia di esemplari. Molte specie hanno un ciclo vitale “diverso”, cioè non vengono trasportate dalla corrente ma hanno una forma sessile, e passano parte della loro vita attaccate sul fondo, sotto forma di polipi.

I polipi vivono attaccati sul fondale, dove possono vivere diverso tempo senza riprodursi, poi grazie alla strobilazione, processo per cui lo stadio larvale della medusa si stacca dall’animale, la medusa passa dallo stato sessile a quello pelagico. La domanda che i biologi marini si stanno ponendo è: come mai nel mondo il numero di meduse aumenta ogni anno?

meduse

Due parametri vengono valutati nello studio dell’ aumento di tali animali: l’innalzamento globale della temperatura delle acque ed il depauperamento delle risorse ittiche, in particolare la pesca intensiva dei predatori naturali delle meduse. Centinaia di specie rappresentano questi animali, da quelle microscopiche a quelle gigantesche, con ombrelli che spesso superano i 3 metri di diametro.

Le specie più importanti di medusa presenti nel Mediterraneo

  1. Pelagia noctiluca
  2. Rhizostoma pulmo
  3. Aurelia aurita
  4. Velella velella
  5. Cothyloriza tubercolata
  6. Phyllorhiza punctata
  7. Chrysaora hysoscella
  8. Cassiopea andromeda
  9. La Caravella portoghese
  10. Carybdea marsupialis
  11. Drymonema

1) La Pelagia noctiluca

La Pelagia è la classica medusa di colore rosa a volte marrone che si avvista in pochi metri d’acqua. Pelagia ha uno sviluppo diretto, senza nessuno stadio polipoide, una medusa del Mediterraneo viola o rosa che ha un ombrello di circa 10 cm di diametro e i tentacoli, otto in tutto, che possono sfiorare il metro di lunghezza. Il suo veleno è molto urticante anche per l’uomo, infatti Pelagia e la specie che procura più irritazioni ai bagnanti. In caso di contatto con essa e in mancanza di sostanze medicamentose sarà importantissimo ricorrere ad acqua calda in quanto il veleno è termolabile. Al buio emette a volte una luce verde. Presente regolarmente dal 2003, in passato è stata ingiustamente “accusata” di far strage di pesci e larve. URTICANTE

2) Il polmone di mare

Il polmone (Rhizostoma pulmo) di mare può pesare sino a 9 Kg, può raggiungere e superare i 50 cm di diametro. Il polmone di mare. Sicuramente per dimensioni la più grande del Mediterraneo. L’ombrello presenta 80 lobi. Dal colore biancastro con margini blu acceso. . Nonostante le dimensioni il polmone di mare è innocuo e nuotare accanto ad essa è un’esperienza davvero affascinante. Spesso ospita tra i suoi tentacoli numerosi pesci, come gli avanotti del genere Trachurus, Boops e SeriolaNon urticante. Nota: R. pulmo possiede cellule urticanti (cnidociti) che solitamente non sono pericolose. La sostanza velenosa è la rizolisina che è una proteina emolitica, e il contatto può provocare dermatiti. 

POCO URTICANTE

3) L’ Aurelia aurita

Aurelia aurita fa parte delle meduse del Mediterraneo, medusa con ombrella trasparente, circolare, dalla cui bocca, situata sulla superficie inferiore del disco, si dipartono quattro braccia nastriformi, traslucide. Margine dell’ombrello dotato di numerosissimi, sottili e brevi tentacoli semitrasparenti, che appaiono come una frangia marginale. La mesoglea è incolore, ma appaiono molto evidenti le gonadi, costituenti quattro cerchi violetti riuniti nella parte centrale del disco. Aurelia aurita puo raggiungere i 20 cm di diametro, e viene volgarmente chiamata medusa quadrifoglio per via della forma delle gonadi. Molto diffusa negli acquari poiché è facile allevarla. Grandi bloom storici nel Golfo di Trieste nel 1962 e nel 1989.

NOTA: RUSSEL (1970) RIPORTA UN CASO IN CUI LA SPECIE HA PROVOCATO LESIONI SIGNIFICATIVE ALLA PELLE, PER CUI SI CONSIGLIA DI EVITARE IL CONTATTO ANCHE CON INDIVIDUI SPIAGGIATI. BURNETT (1988) HA DESCRITTO LESIONI DA A. AURITA, E SUCCESSIVI FENOMENI DI IPERPIGMENTAZIONI POST-INFIAMMATORI. IN ALTRI CASI SONO STATI DESCRITTI DOLORI STRAZIANTI, ERITEMA E NECROSI. IL MIX DI VELENO CONTIENE TETRAMINE CHE POSSONO PROVOCARE PARALISI TEMPORANEA. TUTTAVIA LA SUA TOSSICITÀ NON È STATA DIMOSTRATA E SPESSO È DESCRITTA COME POCO URTICANTE.

4) La Cothyloriza tubercolata

Cothyloriza tubercolata

La forma della medusa Cothyloriza ricorda quella di un disco volante. Conosciuta anche come medusa marrone la Cothyloriza ha l’ ombrella depressa e convessa al centro. Il margine è tipicamente frastagliato. Otto braccia ramificate, corti tentacoli che terminano con dischetti di colore blu-violaceo. Il colore marrone è dato dalla presenza di microscopiche alghe dette zooxantelle. Si nutre probabilmente di piccoli animali planctonici. E’ quasi sempre accompagnata da giovani pesci del genere Trachurus, i quali in caso di pericolo, fuggono tra i tentacoli della medusa. La medusa è innocua. Predilige le acque più calde del sud Italia. POCO URTICANTE.

È UNA MEDUSA ENDEMICA DEL MEDITERRANEO , MOLTO COMUNE IN ADRIATICO . VIVE VICINO ALLA SUPERFICIE , A VOLTE FORMANDO GRANDI BANCHI DELLA STESSA SPECIE. E’ CONOSCIUTA ANCHE CON IL NOME DI MEDUSA UOVO FRITTO.
POCO URTICANTE

5) La Velella velella

Nota anche come barchetta di San Pietro, è un idrozoo appartenente al pleuston, ovvero a quel gruppo di organismi che vivono all’interfaccia acqua-aria e comunque entro i primi 10 cm. Non si tratta di un singolo individuo ma di una colonia natante di Idrozoi, che comprende individui polipoidi e medusoidi. Il diametro del disco è di 7 – 8 cm circa, ed è sormontato da una prominenza a forma di vela di natura cornea. Se rovesciate, sono molto rapide a riacquistare la giusta posizione. Il vento può spingerle sottocosta, dove spesso si trovano spiaggiate, alla fine del loro ciclo vitale. Spesso sui frammenti galleggianti di questo animale coloniale, è possibile osservare il Cirripide Lepas anatifera. NON URTICANTE.

CONTRARIAMENTE ALLE APPARENZE, QUESTA NON È UNA MEDUSA . È PIÙ VICINO AI SIFONOFORI , UNA COLONIA DI POLIPI SPECIALIZZATI RISULTANTI DA UN SINGOLO POLIPO INIZIALE, DELLA CLASSE DEGLI IDROZOI .
NON URTICANTE

6) La Phyllorhiza punctata

Specie alloctona originaria dell’Australia, segnalata la prima volta nell’estate del 2009 in Sardegna, nelle acque antistanti l’isola di Tavolara. E’ facilmente riconoscibile, per via delle tante macchie biancastre che ricoprono l’ombrello. E’ soprannominata medusa a pois. POCO URTICANTE.

IL LAGO DELLE MEDUSE OSPITA 10 MILIONI DI MEDUSE CHE DISCENDONO TUTTE DA INDIVIDUI DELLA SPECIE PHYLLORHIZA PUNCTATA MA CHE HANNO PERSO IN GRAN PARTE LA CAPACITÀ URTICANTE IN ASSENZA DI PREDATORI
POCO URTICANTE

7) La Chrysaora hysoscella

meduse

Questa medusa pelagica si trova nelle acque europee (Mediterraneo, Atlantico orientale e settentrionale), soprattutto in primavera. Ombrella appiattita, sino a 30 cm di diametro, dalle riconoscibili bande scure, in genere bluastre o marroni. Dispone di 24 tentacoli molto lunghi. Molto comune in Mediterraneo. Un tempo questa medusa era denominata Chrysaora mediterranea, perchè ritenuta una specie diversa dalla C. hysoscella atlantica. URTICANTE.


8) La Cassiopea andromeda

La medusa Cassiopea andromeda, è un affascinante organismo marino che si distingue per il suo comportamento unico e il suo aspetto particolare. Questa medusa, caratterizzata da un ombrello piatto e tentacoli corti e ramificati, vive capovolta sul fondo del mare, con i tentacoli rivolti verso l’alto. Questa posizione le permette di massimizzare l’esposizione alla luce solare, fondamentale per la simbiosi con le zooxantelle, alghe microscopiche che vivono nei suoi tessuti. Le zooxantelle fotosintetizzano, fornendo nutrienti alla medusa, che a sua volta offre loro un ambiente protetto. La Cassiopea andromeda si trova prevalentemente in acque calde e poco profonde, dove forma grandi aggregazioni chiamate “lettini di meduse”. Nonostante possieda cellule urticanti nei tentacoli, è generalmente innocua per l’uomo. La sua presenza è indicativa di ecosistemi marini sani e ben bilanciati, rendendola una specie di grande interesse per gli ecologi marini e un’attrazione affascinante per i subacquei.

È una specie bentonica * che apprezza particolarmente le lagune poco profonde, le baie e le zone intercotidali sabbiose e fangose. Medusa entrata in Mediterraneo attraverso il canale di Suez, è giunta sino a Malta, dove è stata segnalata all’inizio del 2010. POCO URTICANTE

9) La Caravella portoghese

La caravella portoghese non è una medusa ma è un sifonoforo* (colonia di zoidi altamente specializzati)  formato da diverse colonie cellulari, organizzate per garantire le diverse funzioni (digestione, galleggiamento, difesa) che coesistono insieme nel “super-organismo”. La caravella portoghese è composta da 4 tipi di polipi, uno di loro il gonozoide garantisce la riproduzione di nuove colonie. Conosciuta anche con il nome scientifico di Physalia physalis o vascello portoghese, questa medusa è riconosciuta come una delle meduse piu’ pericolose del Mediterraneo.

LA CARAVELLA PORTOGHESE È CONSIDERATA PERICOLOSA PER L’UOMO. IL SUO VELENO, RILASCIATO DA CELLULE CHIAMATE NEMATOCISTI PUÒ PROVOCARE NELL’UOMO SVENIMENTI, DIFFICOLTÀ RESPIRATORIE, VOMITO, TACHICARDIA ED IPERTENSIONE. SEMBRA CHE GRAZIE ALLE INFORMAZIONI DIVULGATE DA ENTI E DELLE ASSOCIAZIONI I CASI DI AVVELENAMENTO DA CARAVELLA PORTOGHESE SI SIANO RIDOTTI IN MANIERA ESPONENZIALE DA 885 CASI NEL 2011 A 31 CASI NEL 2013.
URTICANTE E PERICOLOSA

10) Carybdea marsupialis

Carybdea marsupialis, conosciuta anche come cubo é una cubomedusa tipica dell’Oceano Atlantico ma é anche presente in Mar Mediterraneo e nell’Oceano Indiano. La sua presenza in Mar Mediterraneo é stata documentata per la prima volta nel 1957. Si tratta di una medusa pelagica, la sola specie di cubomedusa ad oggi presente in Mediterraneo.

A DIFFERENZA DI ALTRE CUBOMEDUSE COME AD ESEMPIO LA VESPA DI MARE (CHIRONEX FLECKERI)*, C. MARSUPIALIS POSSIEDE DELLE TOSSINE MENO POTENTI MA CHE SONO SEMPRE IN GRADO DI PROVOCARE USTIONI NELL’UOMO. LE CNIDOCISTI PRESENTI NEI TENTACOLI SONO IN GRADO DI INOCULARE IL VELENO RAPIDAMENTE. IN CASO DI CONTATTO LA PRIMA COSA DA FARE É DI ELIMINARE I TENTACOLI PER EVITARE FORTI IRRITAZIONI E CICATRICI.
URTICANTE

11) Drymonema

Drymonema

Rara medusa considerata scomparsa in Mediterraneo, la Drymonema è una specie molto urticante. Questa medusa di grandi dimensioni (può superare il metro di diametro dell’ombrello). La specie è stata descritta per la prima volta nel 1880 dal naturalista tedesco Heckel.

MOLTO URTICANTE

12) OLINDIAS SP

Olindias è una piccola idromedusa la cui ombrella, emisferica, può raggiungere i sei centimetri di diametro. L’exombrella*, a volte appiattita a disco, è completamente traslucida di giorno. Di notte, quando l’animale è più facilmente osservabile, presenta una bioluminescenza che le conferisce una tonalità blu-verde. La medusa possiede quattro canali radiali principali disposti a croce, di colore rosa-rosso o viola, lungo i quali si estendono le gonadi, festonate e di colore bianco. Queste ultime si estendono talvolta fino alle labbra del manubrio*, allungato e terminante con una bocca stretta. Tra due canali radiali, cioè su ciascun quadrante dell’ombrella, l’endoderma è attraversato da undici a diciannove canali più sottili, di dimensioni disuguali e collegati al canale marginale. Essi sono centripeti, non ramificati e ciechi . Il velum*, caratteristico delle idromeduse, forma un piccolo anello periferico poco visibile.


Le Meduse pericolose del Mediterraneo

Sono poche, pochissime le meduse pericolose in Mediterraneo. Sebbene urticanti le specie endemiche non sono mortali. Purtroppo però da qualche tempo si hanno delle registrazioni della caravella portoghese, non una medusa ma un sifonoforo ovvero un’aggregazione di 4 organismi detti zooidi. Il contatto don la Caravella portoghese per l’uomo è abbastanza pericoloso in quanto le sue punture possono provocare anche se questo accade raramente la morte nell’uomo a causa di shock anafilattico.

Cosa fare dunque in caso di contatto con una medusa ? Uscite dall’acqua e mantenete la calma. Lavata con acqua di mare. Rimuovere i filamenti rimasti sulla parte colpita. Evitate di fare pipì sulla medusa, potrebbe aggravare la situazione in quanto il PH della vostra urina non è abbastanza acido per neutralizzare la tossina. Applicate piuttosto del gel al cloruro di alluminio che ha effetto astringente e lenitivo, perfetto per guarire da una puntura di medusa.

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10 commenti su “Le meduse del Mediterraneo”

  1. Posso assicurare che la Rhizostoma pulmo è urticante eccome. Mi entrò nel costume: dolore atroce, da quel momento ho smesso di fare il bagno in mare e ne porto ancora i segni purtroppo.

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    • È urticante solo se entri in contatto con la parte sensibile della pelle. Se usi i palmi delle mani puoi prenderla senza problemi anche dai tentacoli. Sono un sub e un bagnino, so cosa dico.

      Rispondi
  2. Oggi 10 agosto 2016 alle 11,30 circa mentre nuotavo a circa 600 metri dalla spiaggia al Poetto di Cagliari ho incontrato in acqua una medusa di colore azzurro del diametro di circa 50 cm. Se non più. Era sola e per poco non ci sono finito addosso, rientrato a riva ho avvisato i bagnini che mi hanno detto che però loro non potevano fare niente essendo una specie protetta. Vorrei sapere che medusa era e se è pericolosa. Grazie per una eventuale risposta.

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  3. Ciao! scusa se mi intrometto, ma oramai dovresti aggiungere anche la Carybdea marsupialis che qui almeno nelle coste Adriatiche delle Marche è pieno!

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  4. Giuseppe
    Ciao a tutti. Mattinata del 27 luglio 2019 località Milazzo, zona Puntaloro a circa 200 mt. a nord dalla Croce di Mare ho avvistato una medusa mai vista prima, diamentro circa 25 cm., fluttuante a circa 15 mt. dalla battigia si tratta della “Aurelia aurita”. Nei mesi di settembre stessa località si incontra la “Cassiopea” e nei mesi primaverili dopo mareggiante abbondanti spiaggiamenti di “Velelle velelle” con qualche “Juantina pallida”; non cito quelle urticanti che arrivano in abbondanza a rovinarci il bagno.

    Rispondi
  5. Ciao a tutti. Anche io in passato ho avuto una brutta urticazione per via di una medusa. Stava per iniziarmi una forma di fobia nei confronti del bagno in mare. Informandomi, ho scoperto l’esistenza di prodotti che fungono da repellenti per le meduse, e altri da lenitivi per le ferite da medusa. In particolare ho provato Respingo Jellyfish, e fin ora è sempre andata bene. Spero di essere stato d’aiuto per chi come me aveva iniziato ad evitare il bagno in mare.

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  6. salve, sono un ignorante in fatto di meduse, ma voglio segnalare di aver visto la settimana scorsa (8/9/22, costa nord della Sardegna, in superficie e a pochi metri dalla riva) alcuni esemplari di medusa che dalle immagini riportate nel vs sito (ottimo, complimenti) tenderei ad assimilare a Pelagia noctiluca, con l’eccezione che gli esemplari da me osservati presentavano due soli tentacoli, dalle estremità non affusolate ma troncate: le ho osservate a lungo e da vicino, e sono sicuro di questa caratteristica; per il resto, si trattava di esemplari di piccole dimensioni, di lunghezza di non più di 12 cm tentacoli compresi, “ombrella” di circa 6-7 cm di diametro, e senza i “filamenti” che vedo nelle vs foto di P. noctiluca. Vi chiedo pertanto se può trattarsi comunque di P. noctiluca. Mio figlio (11 anni) era entrato in contatto con un esemplare e ha riportato una forte irritazione, che comunque si è risolta in giornata. Per questo dopo le ho volute osservare attentamente. Grazie saluti Pietro Fusani

    Rispondi
    • Salve Pietro, probabilmente le meduse sono state attaccate da predatori come piccoli pelagici, tartarughe o pesci spada. Non é difficile incontrare esemplari non predati completamente. Se la medusa in questione era rosa é probabile che si tratti di Pelagia. Cordialmente

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