Cothyloriza tubercolata

Le meduse del Mediterraneo

Poche creature marine sono avvolte nel mistero e nell’intimidazione quanto le meduse. Questi animali, facilmente riconoscibili, suscitano spesso timore tra i bagnanti, nonostante la maggior parte delle specie del Mediterraneo siano poco urticanti. Questa guida è pensata per aiutare i residenti e i turisti delle zone costiere a identificare le specie di meduse da evitare e quelle che, invece, non rappresentano alcun pericolo.

Le meduse fanno parte di un gruppo di animali marini che include anche organismi come anemoni di mare, coralli, e idrozoi, che crescono attaccati a rocce o altre superfici dure. A differenza di questi organismi fissi, le meduse e alcuni loro parenti come la caravella portoghese sono mobili, spostandosi attivamente o facendosi trasportare dalle correnti e dai venti. Tutti questi animali hanno una simmetria radiale che consente loro di percepire cibo o pericoli provenienti da ogni direzione.

La struttura delle meduse comprende uno strato esterno, che ricopre la superficie del corpo, uno strato interno che riveste la cavità digestiva, e uno strato intermedio chiamato mesoglea, una sostanza gelatinosa ed elastica. Le meduse possiedono un sistema digestivo semplice, con braccia orali che, partendo dalla bocca, trasportano il cibo catturato dai tentacoli.

Le meduse sono prive di un vero cervello ma dispongono di una rete nervosa elementare capace di percepire luce, odori e altri stimoli, coordinando le loro risposte. Caratteristiche e Habitat

Caratteristiche e Habitat

Le meduse variano notevolmente per dimensioni, forma e colore. La maggior parte di esse presenta un aspetto trasparente o vitreo e una forma a campana, che può andare da meno di un centimetro fino a superare il metro di diametro. Alcune specie hanno tentacoli che si estendono oltre i 30 metri. Nonostante queste differenze, la maggior parte delle meduse è estremamente fragile, composta principalmente da acqua.

Questi animali abitano tutti gli oceani del mondo e riescono a tollerare una vasta gamma di temperature e livelli di salinità. Sebbene preferiscano le acque costiere poco profonde, alcune specie vivono a profondità superiori ai 3.500 metri. Ciclo di Vita

Il ciclo vitale delle meduse è affascinante e include due forme distinte. Iniziano la loro vita come piccoli polipi attaccati a superfici solide, come rocce o conchiglie, nutrendosi di minuscoli organismi grazie ai loro tentacoli. I polipi possono generare nuovi individui attraverso gemmazione o formando cisti che si sviluppano in nuovi polipi.

I polipi maturi iniziano a formare delle larve che assomigliano a una pila di piattini, da cui ciascuno si sviluppa in una giovane medusa. Dopo alcune settimane, queste larve diventano meduse adulte (meduse sessuate), che possono essere maschi o femmine. Durante la riproduzione, il maschio rilascia lo sperma nell’acqua, e le uova fertilizzate si sviluppano all’interno della femmina o nelle tasche di cova lungo le braccia orali. Alla fine, le larve nate lasciano la madre, attaccandosi al fondale per iniziare il ciclo vitale. Movimento

Le meduse adulte si muovono verticalmente grazie a contrazioni ritmiche della campana, espellendo acqua per spingersi verso l’alto o il basso. Tuttavia, per spostamenti orizzontali, dipendono principalmente dalle correnti oceaniche, dalle maree e dai venti.

Alimentazione e Ruolo Ecologico

Le meduse giocano un ruolo cruciale nella rete alimentare marina. Sono carnivore e si nutrono di piccoli organismi galleggianti, ctenofori e occasionalmente altre meduse. Alcune specie catturano persino crostacei di grandi dimensioni. A loro volta, molti animali marini, tra cui pesci luna e tartarughe, si nutrono di meduse. Alcune specie, come la medusa a fungo e quella cannonball, sono apprezzate nella cucina umana, specialmente in Asia, dove rappresentano una componente significativa del mercato ittico. Apparato Velenifero

Per difendersi e nutrirsi, le meduse possiedono cellule urticanti contenenti veleno, i nematocisti, che si trovano principalmente nei tentacoli o nelle braccia orali. Al contatto con un oggetto, le nematocisti rilasciano un filamento che inietta tossine paralizzanti nella preda. Sebbene le meduse non attacchino intenzionalmente l’uomo, i bagnanti possono essere punti accidentalmente. La gravità della puntura dipende dalla specie, dalla potenza della nematocisti, e dalla sensibilità della pelle della vittima. Fortunatamente, la maggior parte delle meduse nelle acque temperate provoca solo lievi irritazioni.

Caratteristiche e Habitat

Le meduse variano notevolmente per dimensioni, forma e colore. La maggior parte di esse presenta un aspetto trasparente o vitreo e una forma a campana, che può andare da meno di un centimetro fino a superare il metro di diametro. Alcune specie hanno tentacoli che si estendono oltre i 30 metri. Nonostante queste differenze, la maggior parte delle meduse è estremamente fragile, composta principalmente da acqua.

Questi animali abitano tutti gli oceani del mondo e riescono a tollerare una vasta gamma di temperature e livelli di salinità. Sebbene preferiscano le acque costiere poco profonde, alcune specie vivono a profondità superiori ai 3.500 metri.

Il ciclo vitale delle meduse è affascinante e include due forme distinte. Iniziano la loro vita come piccoli polipi attaccati a superfici solide, come rocce o conchiglie, nutrendosi di minuscoli organismi grazie ai loro tentacoli. I polipi possono generare nuovi individui attraverso gemmazione o formando cisti che si sviluppano in nuovi polipi.

I polipi maturi iniziano a formare delle larve che assomigliano a una pila di piattini, da cui ciascuno si sviluppa in una giovane medusa. Dopo alcune settimane, queste larve diventano meduse adulte (meduse sessuate), che possono essere maschi o femmine. Durante la riproduzione, il maschio rilascia lo sperma nell’acqua, e le uova fertilizzate si sviluppano all’interno della femmina o nelle tasche di cova lungo le braccia orali. Alla fine, le larve nate lasciano la madre, attaccandosi al fondale per iniziare il ciclo vitale.

Le meduse adulte si muovono verticalmente grazie a contrazioni ritmiche della campana, espellendo acqua per spingersi verso l’alto o il basso. Tuttavia, per spostamenti orizzontali, dipendono principalmente dalle correnti oceaniche, dalle maree e dai venti.

Alimentazione e Ruolo Ecologico

Le meduse giocano un ruolo cruciale nella rete alimentare marina. Sono carnivore e si nutrono di piccoli organismi galleggianti, ctenofori e occasionalmente altre meduse. Alcune specie catturano persino crostacei di grandi dimensioni. A loro volta, molti animali marini, tra cui pesci luna e tartarughe, si nutrono di meduse. Alcune specie, come la medusa a fungo e quella cannonball, sono apprezzate nella cucina umana, specialmente in Asia, dove rappresentano una componente significativa del mercato ittico.

Per difendersi e nutrirsi, le meduse possiedono cellule urticanti contenenti veleno, i nematocisti, che si trovano principalmente nei tentacoli o nelle braccia orali. Al contatto con un oggetto, le nematocisti rilasciano un filamento che inietta tossine paralizzanti nella preda. Sebbene le meduse non attacchino intenzionalmente l’uomo, i bagnanti possono essere punti accidentalmente. La gravità della puntura dipende dalla specie, dalla potenza della nematocisti, e dalla sensibilità della pelle della vittima. Fortunatamente, la maggior parte delle meduse nelle acque temperate provoca solo lievi irritazioni.

Le specie più importanti di medusa presenti nel Mediterraneo

  1. Pelagia noctiluca
  2. Rhizostoma pulmo
  3. Aurelia aurita
  4. Velella velella
  5. Cothyloriza tubercolata
  6. Phyllorhiza punctata
  7. Chrysaora hysoscella
  8. Cassiopea andromeda
  9. La Caravella portoghese
  10. Carybdea marsupialis
  11. Drymonema

Le meduse del Mediterraneo

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1) La Pelagia noctiluca

La Pelagia è la classica medusa di colore rosa a volte marrone che si avvista in pochi metri d’acqua. Pelagia ha uno sviluppo diretto, senza nessuno stadio polipoide, una medusa del Mediterraneo viola o rosa che ha un ombrello di circa 10 cm di diametro e i tentacoli, otto in tutto, che possono sfiorare il metro di lunghezza. Il suo veleno è molto urticante anche per l’uomo, infatti Pelagia e la specie che procura più irritazioni ai bagnanti. In caso di contatto con essa e in mancanza di sostanze medicamentose sarà importantissimo ricorrere ad acqua calda in quanto il veleno è termolabile. Al buio emette a volte una luce verde. Presente regolarmente dal 2003, in passato è stata ingiustamente “accusata” di far strage di pesci e larve. URTICANTE

2) Il polmone di mare

Il polmone (Rhizostoma pulmo) di mare può pesare sino a 9 Kg, può raggiungere e superare i 50 cm di diametro. Il polmone di mare. Sicuramente per dimensioni la più grande del Mediterraneo. L’ombrello presenta 80 lobi. Dal colore biancastro con margini blu acceso. . Nonostante le dimensioni il polmone di mare è innocuo e nuotare accanto ad essa è un’esperienza davvero affascinante. Spesso ospita tra i suoi tentacoli numerosi pesci, come gli avanotti del genere Trachurus, Boops e SeriolaNon urticante. Nota: R. pulmo possiede cellule urticanti (cnidociti) che solitamente non sono pericolose. La sostanza velenosa è la rizolisina che è una proteina emolitica, e il contatto può provocare dermatiti. 

POCO URTICANTE

3) L’ Aurelia aurita

Aurelia aurita fa parte delle meduse del Mediterraneo, medusa con ombrella trasparente, circolare, dalla cui bocca, situata sulla superficie inferiore del disco, si dipartono quattro braccia nastriformi, traslucide. Margine dell’ombrello dotato di numerosissimi, sottili e brevi tentacoli semitrasparenti, che appaiono come una frangia marginale. La mesoglea è incolore, ma appaiono molto evidenti le gonadi, costituenti quattro cerchi violetti riuniti nella parte centrale del disco. Aurelia aurita puo raggiungere i 20 cm di diametro, e viene volgarmente chiamata medusa quadrifoglio per via della forma delle gonadi. Molto diffusa negli acquari poiché è facile allevarla. Grandi bloom storici nel Golfo di Trieste nel 1962 e nel 1989.

NOTA: RUSSEL (1970) RIPORTA UN CASO IN CUI LA SPECIE HA PROVOCATO LESIONI SIGNIFICATIVE ALLA PELLE, PER CUI SI CONSIGLIA DI EVITARE IL CONTATTO ANCHE CON INDIVIDUI SPIAGGIATI. BURNETT (1988) HA DESCRITTO LESIONI DA A. AURITA, E SUCCESSIVI FENOMENI DI IPERPIGMENTAZIONI POST-INFIAMMATORI. IN ALTRI CASI SONO STATI DESCRITTI DOLORI STRAZIANTI, ERITEMA E NECROSI. IL MIX DI VELENO CONTIENE TETRAMINE CHE POSSONO PROVOCARE PARALISI TEMPORANEA. TUTTAVIA LA SUA TOSSICITÀ NON È STATA DIMOSTRATA E SPESSO È DESCRITTA COME POCO URTICANTE.

4) La Cothyloriza tubercolata

La forma della medusa Cothyloriza ricorda quella di un disco volante. Conosciuta anche come medusa marrone la Cothyloriza ha l’ ombrella depressa e convessa al centro. Il margine è tipicamente frastagliato. Otto braccia ramificate, corti tentacoli che terminano con dischetti di colore blu-violaceo. Il colore marrone è dato dalla presenza di microscopiche alghe dette zooxantelle. Si nutre probabilmente di piccoli animali planctonici. E’ quasi sempre accompagnata da giovani pesci del genere Trachurus, i quali in caso di pericolo, fuggono tra i tentacoli della medusa. La medusa è innocua. Predilige le acque più calde del sud Italia. POCO URTICANTE.

È UNA MEDUSA ENDEMICA DEL MEDITERRANEO , MOLTO COMUNE IN ADRIATICO . VIVE VICINO ALLA SUPERFICIE , A VOLTE FORMANDO GRANDI BANCHI DELLA STESSA SPECIE. E’ CONOSCIUTA ANCHE CON IL NOME DI MEDUSA UOVO FRITTO.
POCO URTICANTE

5) La Velella velella

Nota anche come barchetta di San Pietro, è un idrozoo appartenente al pleuston, ovvero a quel gruppo di organismi che vivono all’interfaccia acqua-aria e comunque entro i primi 10 cm. Non si tratta di un singolo individuo ma di una colonia natante di Idrozoi, che comprende individui polipoidi e medusoidi. Il diametro del disco è di 7 – 8 cm circa, ed è sormontato da una prominenza a forma di vela di natura cornea. Se rovesciate, sono molto rapide a riacquistare la giusta posizione. Il vento può spingerle sottocosta, dove spesso si trovano spiaggiate, alla fine del loro ciclo vitale. Spesso sui frammenti galleggianti di questo animale coloniale, è possibile osservare il Cirripide Lepas anatifera. NON URTICANTE.

CONTRARIAMENTE ALLE APPARENZE, QUESTA NON È UNA MEDUSA . È PIÙ VICINO AI SIFONOFORI , UNA COLONIA DI POLIPI SPECIALIZZATI RISULTANTI DA UN SINGOLO POLIPO INIZIALE, DELLA CLASSE DEGLI IDROZOI .
NON URTICANTE

6) La Phyllorhiza punctata

Specie alloctona originaria dell’Australia, segnalata la prima volta nell’estate del 2009 in Sardegna, nelle acque antistanti l’isola di Tavolara. E’ facilmente riconoscibile, per via delle tante macchie biancastre che ricoprono l’ombrello. E’ soprannominata medusa a pois. POCO URTICANTE.

IL LAGO DELLE MEDUSE OSPITA 10 MILIONI DI MEDUSE CHE DISCENDONO TUTTE DA INDIVIDUI DELLA SPECIE PHYLLORHIZA PUNCTATA MA CHE HANNO PERSO IN GRAN PARTE LA CAPACITÀ URTICANTE IN ASSENZA DI PREDATORI
POCO URTICANTE

7) La Chrysaora hysoscella

Questa medusa pelagica si trova nelle acque europee (Mediterraneo, Atlantico orientale e settentrionale), soprattutto in primavera. Ombrella appiattita, sino a 30 cm di diametro, dalle riconoscibili bande scure, in genere bluastre o marroni. Dispone di 24 tentacoli molto lunghi. Molto comune in Mediterraneo. Un tempo questa medusa era denominata Chrysaora mediterranea, perchè ritenuta una specie diversa dalla C. hysoscella atlantica. URTICANTE.

8) La Cassiopea andromeda

La medusa Cassiopea andromeda, è un affascinante organismo marino che si distingue per il suo comportamento unico e il suo aspetto particolare. Questa medusa, caratterizzata da un ombrello piatto e tentacoli corti e ramificati, vive capovolta sul fondo del mare, con i tentacoli rivolti verso l’alto. Questa posizione le permette di massimizzare l’esposizione alla luce solare, fondamentale per la simbiosi con le zooxantelle, alghe microscopiche che vivono nei suoi tessuti. Le zooxantelle fotosintetizzano, fornendo nutrienti alla medusa, che a sua volta offre loro un ambiente protetto. La Cassiopea andromeda si trova prevalentemente in acque calde e poco profonde, dove forma grandi aggregazioni chiamate “lettini di meduse”. Nonostante possieda cellule urticanti nei tentacoli, è generalmente innocua per l’uomo. La sua presenza è indicativa di ecosistemi marini sani e ben bilanciati, rendendola una specie di grande interesse per gli ecologi marini e un’attrazione affascinante per i subacquei.

È una specie bentonica * che apprezza particolarmente le lagune poco profonde, le baie e le zone intercotidali sabbiose e fangose. Medusa entrata in Mediterraneo attraverso il canale di Suez, è giunta sino a Malta, dove è stata segnalata all’inizio del 2010. POCO URTICANTE

cassiopea andromeda mediterraneo

9) La Caravella portoghese

La caravella portoghese non è una medusa ma è un sifonoforo* (colonia di zoidi altamente specializzati)  formato da diverse colonie cellulari, organizzate per garantire le diverse funzioni (digestione, galleggiamento, difesa) che coesistono insieme nel “super-organismo”. La caravella portoghese è composta da 4 tipi di polipi, uno di loro il gonozoide garantisce la riproduzione di nuove colonie. Conosciuta anche con il nome scientifico di Physalia physalis o vascello portoghese, questa medusa è riconosciuta come una delle meduse piu’ pericolose del Mediterraneo.

LA CARAVELLA PORTOGHESE È CONSIDERATA PERICOLOSA PER L’UOMO. IL SUO VELENO, RILASCIATO DA CELLULE CHIAMATE NEMATOCISTI PUÒ PROVOCARE NELL’UOMO SVENIMENTI, DIFFICOLTÀ RESPIRATORIE, VOMITO, TACHICARDIA ED IPERTENSIONE. SEMBRA CHE GRAZIE ALLE INFORMAZIONI DIVULGATE DA ENTI E DELLE ASSOCIAZIONI I CASI DI AVVELENAMENTO DA CARAVELLA PORTOGHESE SI SIANO RIDOTTI IN MANIERA ESPONENZIALE DA 885 CASI NEL 2011 A 31 CASI NEL 2013.
URTICANTE E PERICOLOSA
caravella-portoghese

10) Carybdea marsupialis

Carybdea marsupialis, conosciuta anche come cubo é una cubomedusa tipica dell’Oceano Atlantico ma é anche presente in Mar Mediterraneo e nell’Oceano Indiano. La sua presenza in Mar Mediterraneo é stata documentata per la prima volta nel 1957. Si tratta di una medusa pelagica, la sola specie di cubomedusa ad oggi presente in Mediterraneo.

A DIFFERENZA DI ALTRE CUBOMEDUSE COME AD ESEMPIO LA VESPA DI MARE (CHIRONEX FLECKERI)*, C. MARSUPIALIS POSSIEDE DELLE TOSSINE MENO POTENTI MA CHE SONO SEMPRE IN GRADO DI PROVOCARE USTIONI NELL’UOMO. LE CNIDOCISTI PRESENTI NEI TENTACOLI SONO IN GRADO DI INOCULARE IL VELENO RAPIDAMENTE. IN CASO DI CONTATTO LA PRIMA COSA DA FARE É DI ELIMINARE I TENTACOLI PER EVITARE FORTI IRRITAZIONI E CICATRICI.
URTICANTE

11) Drymonema

Rara medusa considerata scomparsa in Mediterraneo, la Drymonema è una specie molto urticante. Questa medusa di grandi dimensioni (può superare il metro di diametro dell’ombrello). La specie è stata descritta per la prima volta nel 1880 dal naturalista tedesco Heckel.

MOLTO URTICANTE

12) OLINDIAS SP

Olindias è una piccola idromedusa la cui ombrella, emisferica, può raggiungere i sei centimetri di diametro. L’exombrella*, a volte appiattita a disco, è completamente traslucida di giorno. Di notte, quando l’animale è più facilmente osservabile, presenta una bioluminescenza che le conferisce una tonalità blu-verde. La medusa possiede quattro canali radiali principali disposti a croce, di colore rosa-rosso o viola, lungo i quali si estendono le gonadi, festonate e di colore bianco. Queste ultime si estendono talvolta fino alle labbra del manubrio*, allungato e terminante con una bocca stretta. Tra due canali radiali, cioè su ciascun quadrante dell’ombrella, l’endoderma è attraversato da undici a diciannove canali più sottili, di dimensioni disuguali e collegati al canale marginale. Essi sono centripeti, non ramificati e ciechi . Il velum*, caratteristico delle idromeduse, forma un piccolo anello periferico poco visibile.

olindias3
pesci e specie marine
Marcello Guadagnino
Biologo marino ed esperto di pesca professionale. Autore del Giornale dei Marinai

10 Comments

  1. Giulia

    Posso assicurare che la Rhizostoma pulmo è urticante eccome. Mi entrò nel costume: dolore atroce, da quel momento ho smesso di fare il bagno in mare e ne porto ancora i segni purtroppo.

    • Francesco

      È urticante solo se entri in contatto con la parte sensibile della pelle. Se usi i palmi delle mani puoi prenderla senza problemi anche dai tentacoli. Sono un sub e un bagnino, so cosa dico.

      • Quindi è urticante, non capisco cosa significhi “specie innocua” , forse intendevano che non ti viene a cercare sotto casa

  2. Salvatore

    Oggi 10 agosto 2016 alle 11,30 circa mentre nuotavo a circa 600 metri dalla spiaggia al Poetto di Cagliari ho incontrato in acqua una medusa di colore azzurro del diametro di circa 50 cm. Se non più. Era sola e per poco non ci sono finito addosso, rientrato a riva ho avvisato i bagnini che mi hanno detto che però loro non potevano fare niente essendo una specie protetta. Vorrei sapere che medusa era e se è pericolosa. Grazie per una eventuale risposta.

  3. Matteo Barbarini

    Ciao! scusa se mi intrometto, ma oramai dovresti aggiungere anche la Carybdea marsupialis che qui almeno nelle coste Adriatiche delle Marche è pieno!

  4. pino

    inZomma non si può più nuotare ne fare il bagno porco giuda!

  5. Giuseppe

    Giuseppe
    Ciao a tutti. Mattinata del 27 luglio 2019 località Milazzo, zona Puntaloro a circa 200 mt. a nord dalla Croce di Mare ho avvistato una medusa mai vista prima, diamentro circa 25 cm., fluttuante a circa 15 mt. dalla battigia si tratta della “Aurelia aurita”. Nei mesi di settembre stessa località si incontra la “Cassiopea” e nei mesi primaverili dopo mareggiante abbondanti spiaggiamenti di “Velelle velelle” con qualche “Juantina pallida”; non cito quelle urticanti che arrivano in abbondanza a rovinarci il bagno.

  6. franco rullo

    Ciao a tutti. Anche io in passato ho avuto una brutta urticazione per via di una medusa. Stava per iniziarmi una forma di fobia nei confronti del bagno in mare. Informandomi, ho scoperto l’esistenza di prodotti che fungono da repellenti per le meduse, e altri da lenitivi per le ferite da medusa. In particolare ho provato Respingo Jellyfish, e fin ora è sempre andata bene. Spero di essere stato d’aiuto per chi come me aveva iniziato ad evitare il bagno in mare.

  7. salve, sono un ignorante in fatto di meduse, ma voglio segnalare di aver visto la settimana scorsa (8/9/22, costa nord della Sardegna, in superficie e a pochi metri dalla riva) alcuni esemplari di medusa che dalle immagini riportate nel vs sito (ottimo, complimenti) tenderei ad assimilare a Pelagia noctiluca, con l’eccezione che gli esemplari da me osservati presentavano due soli tentacoli, dalle estremità non affusolate ma troncate: le ho osservate a lungo e da vicino, e sono sicuro di questa caratteristica; per il resto, si trattava di esemplari di piccole dimensioni, di lunghezza di non più di 12 cm tentacoli compresi, “ombrella” di circa 6-7 cm di diametro, e senza i “filamenti” che vedo nelle vs foto di P. noctiluca. Vi chiedo pertanto se può trattarsi comunque di P. noctiluca. Mio figlio (11 anni) era entrato in contatto con un esemplare e ha riportato una forte irritazione, che comunque si è risolta in giornata. Per questo dopo le ho volute osservare attentamente. Grazie saluti Pietro Fusani

    • Salve Pietro, probabilmente le meduse sono state attaccate da predatori come piccoli pelagici, tartarughe o pesci spada. Non é difficile incontrare esemplari non predati completamente. Se la medusa in questione era rosa é probabile che si tratti di Pelagia. Cordialmente

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