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Gli squali

La caccia agli squali rivela numeri spaventosi: ogni anno sarebbero circa 100 milioni gli squali uccisi per mano dell’uomo.

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Massacro inutile

100 milioni gli squali uccisi ogni anno

Ogni anno sono più di 100 milioni gli squali che vengono catturati per alimentare il mercato delle pinne di squali, degli oli di fegato e per la carne. Circa il 75% delle specie di squali è ad oggi a rischio di estinzione con una grande minaccia per tutto l’ecosistema marino. Gli squali, top predator all’apice della catena alimentare marina, regolano le popolazioni degli oceani. Gli organismi più deboli vengono cacciati dagli squali, chi non viene predato invece si riproduce dando alla prole un patrimonio genetico forte.

100+

milioni di squali uccisi ogni anno

Ecosistemi in tilt

Gli squali sono quindi dei regolatori degli ecosistemi. Purtroppo pero’ la loro riduzione sta avendo già delle ripercussioni importanti. Ad esempio al largo della Louisiana e della Florida, la riduzione delle popolazioni di squali hanno fatto proliferare le razze che sono giusto un gradino al di sotto della catena alimentare. Le razze che si nutrono di molluschi bivalvi stanno decimando le capesante provocando cosi un danno economico anche ai pescatori ed al commercio ittico.

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delle specie in pericolo
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Specie presenti in Mediterraneo
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Il prezzo della zuppa
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Specie

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Ogni anno circa il 7% di tutte le specie viene uccisa per il mercato alimentare, del benessere o soltanto per il commercio dei souvenir.

Un’università del Canada la Dalhousie University di Halifax ne diffonde i dati: Ogni anno circa il 7% di tutte le specie viene uccisa per il mercato alimentare, del benessere o soltanto per il commercio dei souvenir. Una grande fetta d queste uccisioni deriva dalla barbara pratica del finning, una pratica che è aumentata vorticasamente negli ultimi anni dovuta dalla crescente domanda della zuppa di pinne di squalo cosiderata al pari del tartufo o del caviale. Gli squali attivamente pescati nei mari della terra, rappresentano una specie fortemente in pericolo, ma ancora reperibile ed economicamente conveniente. Le carcasse servono per produrre farina di pesce utilizzata in acquacoltura per gli allevamenti; la carne di squalo compare spesso sui banchi del pesce come bistecca di mare, o manzo di mare, senza specificare che si tratta di carne di squalo, spacciata per bistecche di pesce spada o altro trancio di pesce con una chiara frode per noi consumatori. L’industria farmaceutica utilizza la cartilagine degli squali per fantomatiche pillole e il fegato per ricavare olio e squalene, l’industria calzaturiera utilizza la pelle per produrre scarpe, cinture e quella dell’editoria per copertine di libri pregiati. Un’altra attività che incide in modo notevole nella caccia a specie particolari e a rischio d’estinzione, come lo squalo bianco, o altre ancora, è la pesca dello squalo a scopo sportivo e di trofeo per collezionare denti o mascelle, o parti di pelle.

DA PREDATORE A PREDA

La riproduzione degli squali è molto lenta. La pesca eccessiva e le catture accidentali non fanno altro che ridurre rapidamente le popolazioni di molte specie di squalo. La pesca degli squali in Asia è praticata per recuperare principalmente le pinne, utilizzate per la preparazione della zuppa di pinne di squalo. Una volta recuperate le pinne gli squali agonizzanti vengono rigettati in mare. Le pinne di squalo nei mercati asiatici costano tra i 300 ed i 500 dollari al Kg. Per tale motivo questa tecnica non cessa ma è anzi destinata ad intensificarsi. Sebbene Cina e Giappone siano i principali consumatori di zuppa di pinne, sembra che anche in Europa si possano trovare le pinne di squalo.

Ecco dove sono pescati piu’ intensamente gli squali

Atlantico settentrionale

In questo mare è presente una certa area di pesca dello squalo, situate nelle acque che rientrano nella giurisdizione dell’ UE o di paesi terzi come Norvegia e Isole Færøer, e acque internazionali, regolamentate da organizzazioni regionali della pesca (ORGP).

I Pescherecci in questi mari (più il Mediterraneo) pescano circa 56.000 tonnellate di squali l’anno. Si tratta essenzialmente di razze (cugini degli squali, in quanto anch’essi cartilaginei) e piccoli squali demersali, pochi gli animali pelagici.

Atlantico centrale e meridionale

In questi mari lo squalo viene per lo più pescato accidentalmente come preda “accessoria” alla pesca del tonno. Si tratta principalmente di Verdesca, e di Mako, per un quantitativo di circa 31.000 tonnellate l’anno, una cifra da non sottovalutare.

Oceano Indiano

In queste acque solitamente a fare le spese è lo squalo Mako e, in percentuale minore, la Verdesca, con circa 6100 tonnellate l’anno di pescato.

Oceano Pacifico

I pescherecci fra il 2001 e il 2005 hanno aumentato gli sbarchi di squali passando da 400 tonnellate a 6100, con una previsione in aumento per gli anni successivi. Anche in questi mari i più cacciati sono lo squalo Mako e la Verdesca; il metodo più diffuso di pesca è il palangaro di superficie.

Pesci cartilaginai

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SQUALI : DA PREDATORI A PREDE

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