Le correnti marine, le onde e le maree

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Le correnti marine o le correnti oceaniche sono dovute a differenza di temperatura, densità e dalla forza del vento che sospinge le masse d’acqua marina.

Le acque di tutti gli oceani, a qualunque profondità si trovino sono interessate da flussi continui di masse d’acqua che scorrono lungo gli emisferi.
Sospinte da venti dominanti come gli Alisei o i monsoni, o mosse da temperature e densità differenti, le correnti marine rimescolano l’acqua che si trova sul nostro pianeta.

Sono necessari migliaia di anni ma grazie alle correnti marine una goccia d’acqua può ritornare al punto partenza.

La corrente del golfo

La corrente del golfo sicuramente la più conosciuta e nota ai marinai sin dal XVI secolo.
E’ come un immenso fiume che attraversa l’oceano Atlantico e che trasporta le acque calde dai tropici sin alle coste settentrionali dell’ Europa.

Lo studio delle correnti del mare è sempre stato importante per l’influenza che possono avere sulla navigazione.
In passato le informazioni erano basate sulle analisi dei naviganti ma grazie alla nascita dell’ oceanografia si sono utilizzati strumenti sempre più all’avanguardia come i correntometri o boe trasmittenti.

Le onde

La nota più caratteristica della superficie del mare è rappresentata dalle onde, un fenomeno molto variabile, impercettibile o di enormi misure come gli Tsunami, onde che si propagano da un epicentro viaggiando  a 600-700 Km/h.

Le onde non sono altro che l’effetto del vento sulla superficie delle acque.
Le dimensioni delle onde sono dovute a tre fattori principali:
1.    La velocità del vento
2.    La durata del vento
3.    L’ampiezza del tratto di mare
4.    Per tale motivo le onde che si formano in mari chiusi sono minori di quelle che si formano negli oceani.

Le maree

L’aumento della corrente di marea si chiama flusso, la corrente di marea che scende è chiamata reflusso.

La marea è la variazione della colonna d’acqua dei mari e degli oceani, causata dalle forze gravitazionali dovute alla Luna e al Sole e ad una forza d’inerzia dovuta alla rivoluzione della Terra attorno al centro di gravità il tutto combinato con la rotazione della terra sul suo asse.

Durante la luna piena e la luna nuova, cioè quando la Terra, la Luna e il Sole sono sullo stesso asse (parliamo di sizigia), si aggiunge l’influenza dei corpi celesti se le maree sono di maggiore ampiezza . Al contrario, nel primo e nell’ultimo trimestre, quando i tre corpi sono in quadratura, l’ampiezza è inferiore.

A seconda della posizione della Terra, il ciclo di flusso e riflusso può avvenire una volta (marea diurna) o due volte al giorno (marea semi-diurna) o puo’ essere di tipo misto.

Il livello più alto raggiunto dal mare durante un ciclo di marea è chiamato alta marea . Al contrario, il livello più basso è chiamato bassa marea. Quando il mare ha raggiunto il livello più alto o più basso e sembra non progredire più, si dice che il mare sia lento.

Le maree più basse dell’anno si verificano normalmente nei solstizi invernali ed estivi, le piu’ importanti durante gli equinozi primaverili e primaverili.

Le maree sono dovute alla deformazione degli oceani da parte delle forze gravitazionali della Terra e dei corpi celesti più influenti (la Luna e il Sole), così come l’effetto della forza centripeta dovuta alla rotazione della Terra attorno al baricentro della Terra-Luna. Si esprime in modo diverso in ogni punto del globo, a causa di numerosi effetti aggiuntivi: l’inerzia dello spostamento dell’acqua, gli effetti indotti dalla stessa maree e le deformazioni terrestri, la propagazione delle diverse onde indotte da fattori come che la forza di Coriolis, le dimensioni e la forma dei bacini (aperti o chiusi, profondi o meno), ecc.

I movimenti delle acque in Mediterraneo

Il Mar Mediterraneo essendo un bacino chiuso non risente di forti correnti marine.
La circolazione superficiale è fortemente influenzata da venti che al largo possono generare correnti superficiali (di Deriva) d’intensità fino ai due nodi.
Il mar Mediterraneo è un bacino chiuso, l’unico scambio con l’oceano avviene soltanto nei pressi dello stretto di Gibilterra, totalmente  importante per la continuazione della vita dell’ mediterraneo.
Il punto d’incontro tra le acque oceaniche e quelle mediterranee, è situato in una zona dove vi è una grande differenza di profondità: Nella parte oceanica del canale si hanno profondità di 1300/1400 metri invece nella parte interna nel punto più profondo non supera i 400 metri.
Gioca un fattore importante anche il rapporto tra evaporazione e precipitazione, se le precipitazioni non riescano a coprire l’ evaporazione il mediterraneo si potrebbe ridurre a poco più di una pozza in breve tempo come successe durante la crisi del Messiniano.

Le correnti in Mar Mediterraneo

Come la temperatura influenza le correnti

Detto questo, va precisato che il bacino del mare Mediterraneo è caratterizzato da una complessa circolazione marina nonostante la quasi completa chiusura. Adesso è bene capire come mai le acque di questo mare che dovrebbero essere pressoché ferme, invece sono in costante movimento. Il Mediterraneo è sostanzialmente un mare in evaporazione: evapora più acqua di quella che riceve dai fiumi locali e dalle piogge. L’acqua evaporando non fa altro che aumentare la salinità delle acque rimaste aumentandone la densità, che sprofondare sino ad andare ad occupare la zona più prossima al fondo. Nei pressi dello stretto allora succede che le acque a salinità maggiore che si trovano sul fondo si immetteranno nell’Atlantico e le acque oceaniche superficiali che vengono dal mare del nord si immettono nel mediterraneo riducendo la salinità e la temperatura, portando acque ricche di elementi nutritivi ed organismi planctonici come zooplancton e organismi agli stadi larvali.

L’acqua atlantica entrante nel mediterraneo si spingerà verso est che poi si ramificherà in rami secondari Particolari situazioni nel mediterraneo si formano nel golfo del Leone e nel canale di Sicilia che in base alle stagioni causano correnti marine notevoli delle masse d’acqua creando spesso disagi alla navigazione.

La navigazione nello stretto

Per navigare nello Stretto, è meglio ritrovarsi con le correnti a favore. Scelta ovviamente non dettata dalle nostre esigenze. La mutevolezza delle condizioni è legata, oltre che alle correnti e ai gorghi, anche ai repentini cambi di vento causati dalla morfologia delle coste. Raffiche violente, salti, improvvise bonacce, sono frequenti, soprattutto in condizioni di bel tempo, quando non c’è un flusso d’aria prevalente e costante. Peculiari fenomeni idrodinamici si hanno in prossimità dello Stretto di Messina (Punto di separazione tra mar Ionio e mar Tirreno). Per capire ciò che avviene nello stretto basti pensare che quando il mare tirreno è in bassa marea al confine del canale, il mar ionio è in alta marea e l’inverso avviene allo scambio di marea.
Si viene a creare un dislivello di circa 1,7 cm per chilometro, l’incontro delle masse d’ acqua provoca l’insorgenza di particolari fenomeni di instabilità.


Si hanno così delle spettacolari manifestazioni turbolente che si manifestano con incontri di masse d’acque orizzontali (Provocando delle onde di ampiezza considerevole) o risalite di masse d’acqua verticali (Con dei veri e propri gorghi che nei secoli passati hanno creato la leggenda dei mitologici Scilla e Cariddi ).

Scilla e Cariddi erano due mostri marini che vivevano nello stretto di Messina.


L’incontro del mar Tirreno che è più freddo e meno salato del mar Ionio è punto d’osservazione di specie stanziali e  dei flussi migratori delle specie che lo attraversano scanditi dal ritmo delle stagioni.
Considerato da sempre il Paradiso dei naturalisti, per la presenza di una grande biodiversità, caratterizzato dalla presenza della Nacchera, gorgonie rosse e gialle e da una vasta e folta prateria di posidonia.
Di grande importanza anche il transito di specie migratorie come  alalunghe, tonni, palamite e il sempre più raro pesce spada.
Passaggio d’obbligo anche per grossi cetacei come balenottere e capodogli e di esemplari di squalo tra cui il temuto squalo bianco.

Correnti marine e navigazione

Le correnti marine dunque giocano un ruolo importante nel commercio come negli sport come la vela. Le grandi navi cargo studiano le correnti per poter navigare riducendo i costi di carburante grazie alla spinta delle acque. I velisti invece sfruttano le correnti marine superficiali per mantenere la loro velocità in navigazione.

Un altro ruolo importante delle correnti marine o oceaniche è il trasporto di forme di vita come il plancton nel ciclo vitale delle anguille.

Le correnti marine sono anche sfruttate per la produzione di energia elettrica. Alcuni impianti sono già stati sperimentati in Giappone, Florida e Hawaii.

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