Plancton : i piccoli organismi che sono stati in grado di cambiare il mondo.
L’acqua di mare spesso cambia colore. Lungo la costa questo avviene a causa del fango e delle correnti turbolente che si rimescolano tra i banchi di sabbia. Poi c’è’ la luce solare: in base alla penetrazione della luce, il mare assorbe più o meno radiazioni e questo permette di vedere il mare sotto diversi colori. Ma uno dei veri responsabili dei cambiamenti di colore delle acque e’ il plancton.
Il Plancton: il vagabondo dei mari
Il plancton può essere suddiviso in due categorie principali: plancton vegetale (fitoplancton) e plancton animale (zooplancton). Il fitoplancton comprende organismi fotosintetici come le alghe microscopiche, che svolgono un ruolo cruciale nella produzione primaria attraverso la fotosintesi. Questi organismi convertono l’energia solare in materia organica utilizzata come fonte di cibo per altre forme di vita marine. Il zooplancton, d’altra parte, è costituito da organismi animali che si nutrono di plancton vegetale o di altri organismi zooplanctonici più piccoli.
Con la parola Plancton indichiamo solitamente gli organismi galleggianti animali o vegetali che non sono dotati di movimento proprio. Vanno dovunque l’acqua li trasporti e spesso nel loro insieme si ritrovano piccole meduse e larve di pesci e o di animali appartenenti al benthos. In ogni caso la popolazione di Plancton vegetale e’ superiore a quella animale. Generalmente c’è una specie predominante che ne determina il colore delle acque.
Il plancton e gli andamenti stagionali
Con l’avvicendarsi delle stagioni, una specie succede ad un’altra, provocando in questo modo i mutamenti di colore dell’acqua in una zona di mare più o meno vasta. Ma la composizione dell’acqua di mare non e’ identica ovunque. Ci sono differenze di temperatura e la luce non si irradia in maniera regolare. Tipi di acqua differenti non si mescolano facilmente per cui nei punti in cui si incontrano le correnti si notano nette linee di demarcazione. Il Plancton celato sotto quelle acque blu o verdi può’ essere descritto soltanto con parola: magico, e se non fosse cosi minuscolo possiamo indicarlo come sufficientemente terrificante da poter interpretare il ruolo principale di un incubo.
Microscopi e lenti ad ingrandimento per osservarlo
Gli scienziati studiano il plancton per diversi motivi. Innanzitutto, il plancton è un indicatore importante della salute degli ecosistemi marini. Le variazioni nella composizione e nell’abbondanza del plancton possono fornire informazioni sulle condizioni ambientali, come la temperatura dell’acqua, la concentrazione di nutrienti e i cambiamenti climatici. Inoltre, il plancton svolge un ruolo fondamentale nella regolazione del ciclo del carbonio e nell’assorbimento di anidride carbonica, aiutando a mitigare gli effetti dei gas serra sull’atmosfera.
Basta un telo di seta a cui possiamo legare un barattolo sul fondo che servirà da raccoglitore. Gettandolo in acqua e decidendo poi la profondità con un piombo possiamo raccogliere esemplari di plancton per osservarli al microscopio.
Il Plancton, l’energia della vita
Per più di due miliardi di anni queste piccole cellule hanno prodotto ossigeno per il mare e per l’atmosfera e diventando di diritto la fonte di tutte le catene alimentari. Tutto il plancton è il cibo di piccoli crostacei (ad esempio i gamberetti) o di piccoli pesci, che, se mangiano del plancton vegetale, sono dei consumatori primari. Ma anche i gamberetti possono essere ingeriti da pesci come le sardine, che sono consumatori secondari; questi, a loro volta, può essere predati dal tonno, che in questo caso è il consumatore terziario.
Il monitoraggio del plancton può anche fornire informazioni utili per la gestione delle risorse marine, come la pesca. Molti pesci e altre specie marine dipendono dal plancton come fonte di cibo durante le prime fasi del loro ciclo di vita. Pertanto, comprenderne la dinamica può aiutare a prevedere le fluttuazioni degli stock ittici e ad adottare misure di conservazione appropriate.
Durante la grande pesca delle aringhe che avviene nel mare del nord, un brulicare di pesci (si considera più di 3 miliardi soltanto lungo la costa dell’Inghilterra) consumano tanto fitoplancton in una stagione quanto ne possano consumare tutti gli erbivori dell’Inghilterra in 50 anni. Se le aringhe fossero animali da pascolo in breve tempo divorerebbero tutti i vegetali che l’Inghilterra e’ capace di produrre. Dunque la terraferma non sarebbe capace di produrre la quantità di cibo necessari per la vita in mare.
Dal punto di vista scientifico, lo studio del plancton è chiamato planctologia o oceanografia biologica. I ricercatori che si dedicano a questa disciplina cercano di comprendere la composizione, l’abbondanza, la distribuzione e l’interazione del plancton all’interno degli ecosistemi acquatici. Ciò richiede l’uso di tecniche e strumenti specializzati per raccogliere campioni di plancton e analizzarne le caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche.
Plancton e fitoplancton
*Il fitoplancton o plancton vegetale galleggia in prossimità della superficie perché’ ha bisogno di luce per la propria sopravvivenza. Utilizza questa fonte di energia per convertire l’anidride carbonica ed acqua in carboidrati ed ossigeno.