Non tutti gli squali hanno denti aguzzi ed affilati. Alcuni hanno denti tozzi e piccoli utili al consumo di coralli o di crostacei, altri invece sono affilati come rasoi, altri invece come lo squalo balena hanno delle file (sino a 310) di piccolissimi dentelli.
Come tutto il resto della struttura scheletrica, gli archi mandibolari degli squali non sono costituiti da tessuto osseo, ma da cartilagine. I denti degli squali si distinguono da quelli dei pesci osteiti, essendo particolari modificazioni delle scaglie placoidi, cioè a forma di piastra, che rivestono il corpo dell’animale. Per far fronte all’intensa usura a cui sono sottoposti, sono periodicamente sostituiti da altri denti in continua formazione (avviene una sostituzione a “rullo”). Esistono diversi tipi di denti, in base alla dieta e alla caratteristica d’ogni famiglia di squali. Possiamo vedere denti cuneiformi, seghettati, ricurvi, e placche ossee che servono per frantumare i molluschi e le conchiglie.
I denti degli squali: una macchina a produzione continua
Queste, inserite in una mascella massiccia, senza denti lunghi o atti a dilaniare le carni, funzionano come un grosso schiaccianoci. Nell’arco della sua vita lo squalo arriva a sostituire fino 30.000 denti. I nuovi denti degli squali crescono di continuo in una fossetta dietro la bocca.Inalcune specie le file di denti si rinnovano addirittura ogni 10 giorni, in altre invece ci possono dei mesi prima che vengano sostituiti. Le file di denti inferiori giocano il ruolo di tenere ferma la preda mentre le file superiori, a mo’ di lama, tagliano le carni.
In base alle abitudini alimentari degli squali possiamo distinguere diverse forme e disposizioni dei denti. Lo squalo toro ad esempio ha denti aguzzi e fitti specializzati nel catturare prede di piccola dimensione. I denti degli squali lunghi e tozzi come quelli dello squalo tigre invece sono idonei per predare animali con il guscio come tartarughe o crostacei.