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La pesca è un’attività rischiosa – 100.000 pescatori morti all’anno secondo Safety Foundation

Sarebbero circa 100.000 gli operatori della pesca che ogni anno perdono la vita in mare in tutto il globo. Lo studio finanziato da The Pew Charitable Trusts e portato avanti dalla Safety Foundation non lascia scampo ad incomprensioni. E potrebbero anche essere superiori alle stime.

In particolare molti sarebbero pescatori illegali a perdere la vita in mare, spesso in nazioni povere dove mancano registri e i decessi non vengono mai segnalati.

Secondo lo studio, ci sono molti ostacoli che impediscono di registrare in modo accurato i decessi a livello globale. Questi includono la mancanza di raccolta e condivisione di dati da parte dei governi, incongruenze nei rapporti e dati limitati sui decessi. Inoltre, secondo lo studio, molti governi non dispongono di risorse sufficienti per raccogliere informazioni sui decessi dei pescatori.

Secondo la FAO, più di 3 miliardi di persone dipendono dal pesce e da altre specie marine come fonte significativa di cibo, e questo numero è destinato ad aumentare. Con l’aumento della domanda di prodotti ittici in tutto il mondo, la pressione di pesca aumenta ed aumenteranno di conseguenza anche i decessi.

Ecco solo alcuni dei dati riportati nello studio:

In Africa ogni 100.000 pescatori sono almeno 1000 quelli che perdono la vita ogni anno in mare, un tasso che supera almeno di 12 volte quello medio mondiale.

A contribuire all’alto tasso di mortalità dei pescatori africani è la mancanza di sicurezza e di formazione per i pescatori, le imbarcazioni poco affidabili e l’impossibilità a comunicare di molte di esse.

decessi pescatori

I ricercatori del progetto FISH hanno stimato che ci sono più di 20 milioni di pescatori che lavorano in Sri Lanka, India e Bangladesh. Spesso questi pescatori lavorano su canoe in bamboo che sbarcano sino all’80% del pescato totale. Le condizioni lavorative sulle canoe non sono certe delle migliori. Molti pescatori sono malnutriti a causa della mancanza di cibo e acqua fresca e hanno scarso accesso alle cure mediche.

Lo studio FISH ha registrato il numero di pescatori dispersi in mare delle regioni del sud-est asiatico, si tratta di circa 690 decessi l’anno ogni 100.000 pescatori.

Lo studio FISH descrive anche una mortalità estremamente elevata nei sette laghi più grandi dell’Africa, in alcune delle nazioni delle isole del Pacifico e in alcune zone dell’America centrale.

Lo studio fornisce prove di decessi legati alla pesca su scala molto più ampia di quanto si pensasse in precedenza sia in mare che in acqua dolce

Lo studio si conclude con un appello ai governi e alle organizzazioni interessate affinché aumentino i controlli sulla pesca, i mandati di sicurezza sulle flotte pescherecce affinché si colmino tali lacune e migliorino i quadri normativi esistenti.

incidenti pescatori

Questa supervisione dovrebbe garantire rapporti trasparenti e condivisione delle informazioni su decessi e feriti legati alla pesca e stabilire un archivio accessibile e universale per i dati sulla sicurezza della pesca a cui tutti i paesi possono contribuire.

Questo sforzo fornirebbe i dati critici necessari ai governi per indirizzare meglio le loro politiche e pratiche per proteggere le persone e le comunità, sostiene FISH.

Il caso dei pescatori di oloturie in Messico

L’industria della pesca messicana è fatta anche di pesca illegale. Seconde le stime del progetto sembra che almeno il 45% della pesca messicana sia illegale. Al largo dello Yucatan, sono tantissimi i pescatori che catturano le oloturie Oloturie in immersione per poi immetterle nel mercato cinese. In Cina infatti l’oloturia è una prelibatezza molto costosa.

L’industria della pesca dell’oloturia è stata segnata da violenti conflitti tra bande per l’accesso alla risorsa. Inoltre sono tantissimi gli infortuni ed i decessi dovuti a malattie da decompressione. Il numero delle oloturie nella regione è diminuito drasticamente a causa della pesca eccessiva crollo di questa specie ecologicamente importante, con 20.000 tonnellate disponibili nel 2009, a 1.900 tonnellate nel 2013, con il numero che si dice abbia continuato a diminuire da allora. Nel 2017, i tribunali federali degli Stati Uniti hanno accusato un piccolo gruppo di pescatori per aver contrabbandato più di 17 milioni di dollari in oloturie.

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