Calypso, la nave di Cousteau: da dragamine a laboratorio marino

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La Nave Calypso era in origine un dragamine lungo 42 metri costruito dalla Ballard Marine Railway Company con sede a Seattle. Cousteau la trasformo’ nel 1950 in laboratorio per le ricerche marine.

Era nato nel 1941 sotto il nome di BYMS-26 e varato poi nel 1942. L’anno dopo entra a far parte  della Royal Navy dove rimarrà in funzione sino al 1947. Per tre anni farà la sponda tra Malta e Gozo  come traghetto passeggeri dove prenderà il nome di Calypso in onore di una ninfa Dea del mare.

1950: comincia la seconda vita della nave adesso chiamata Calypso

Il 1950 e’ l’anno della svolta. Un miliardario irlandese, Thomas Loel Guinness la acquisto’ e la affitto’ in seguito al Capitano Jacques Cousteau al prezzo simbolico di un franco francese all’anno. Nel 1950 la Calypso parte da Malta per entrare nei cantieri navali di Antibes. La nave’ uscirà dal cantiere completamente trasformata, grazie agli aiuti di numerosi industriali ed alla volontà di un gruppo di amici di J. Cousteau.

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La Calypso in navigazione

La nave verrà modificata dal cantiere in piu’ parti. In primis la prua, dove verra’ aggiunta una piccola camera in metallo di forma tubolare che Cousteau chiamava il falso naso. Una vera e propria camera di osservazione. Il suo oblo’ si apriva al mare a tre metri dalla superficie e permetteva di filmare ed osservare il mare durante la navigazione.

Il falso naso della nave calispo
Il falso naso della nave calispo

La nave possedeva anche un ponte di comando posto nella parte piu’ alta dell’imbarcazione che permetteva la navigazione a vista tra i reef corallini o in acque piuttosto basse. Al centro della nave si apriva un punto d’immersione con accesso diretto al mare posto tra il ponte principale e la cucina. A poppa invece era installata un gru idraulica che riusciva a sollevare un peso di 5 tonnellate. La gru serviva per mettere in mare il piccolo sommergibile SP 350 Denise,  ed il disco subacqueo , SP 500 chiamato anche “la pulce”. Si tratta di due mezzi marini che combinano la capacità di immersione in acque profonde di un sottomarino con la libertà di movimento di un subacqueo. Questi veicoli potevano immergersi fino a 400 metri e 500 e rimanervi sino a 4 ore.

Una nave super attrezzata

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L’ Sp 350 viene estratto fuori dall’acqua dopo una immersione

Sempre a poppa, una piattaforma ribaltabile serviva a far decollare ed atterrare un piccolo elicottero. A bordo della nave erano poi installati due compressori Junkers, molto efficaci ma anche molto rumorosi, che permettevano la ricarica delle bombole. Erano poi installati una bussola AOIP, il pilota automatico Brown, un ecoscandaglio EDO ed un radar Decca che aveva una portata di 45 miglia. A bordo della nave anche diversi gommini con motori fuoribordo, due barchette in alluminio e tutto il materiale necessario per le riprese video, sia per la superficie che per le grandi profondità. All’interno del laboratorio era presente anche un grande acquario dove erano immesse le specie marine in fase di studio. A bordo era anche stato installato un telefono sottomarino ad ultra suoni che assicurava la comunicazione tra i sottomarini e la nave.

Magnetoscopi ed idrofoni registravano invece i suoni emessi dagli animali marini. Diversi apparecchi elettronici Boomer, Thumper, Sparker e Mud Penetrator, permettevano di penetrare nei sedimenti e di tracciare i profili del fondale. Un altro ecoscandaglio permetteva di localizzare i relitti con un cono di lettura largo sino a 500 metri. Un primo sistema ricettivo di immagini era installato a bordo. Era un Marisat che permetteva di comunicare con il mondo. Una sonda multi-parametrica era posizionata in acqua, tale sonda collegata direttamente ad una sorta di computer di bordo inviava i dati circa la salinità dell’acqua, l’acidità, la quantità di ossigeno disciolto e la torbidità sino a 3000 metri di profondità. Calypso disponeva anche di strumenti oceanografici, draghe, correntometri, retini da plancton e altri strumenti di rilevamento biologico, topografico, acustico e fisico.

40 anni in giro per i mari del mondo

Jacques Cousteau
Il capitano Jacques Cousteau

Per piu’ di 40 anni la nave porto in giro per i mari e gli oceani del mondo Cousteau ed il suo equipaggio alla scoperta degli abissi e dando vita a quella che oggi chiamiamo subacquea. Diede inizio alle prime riprese subacquee portando con se in immersione apparecchiature in grado di riprendere e fotografare. Ma, sopratutto ha cominciato per primo un’opera di sensibilizzazione verso il grande pubblico sui temi del mare.

L’ingloriosa fine della Calypso

L’8 gennaio del 1996 venne in contatto con una chiatta all’interno del porto di Singapore. La nave colo’ a picco dentro il porto e buona parte delle attrezzature andarono perdute. Lo scafo fu comunque tirato fuori dall’acqua 17 giorni dopo. La nave, ridotta oramai ad un semi-relitto fu trasportata a Marsiglia all’interno di un cantiere nautico affinché riparasse le falle per poi trasportarla sino a La Rochelle con l’idea di trasformarla in museo galleggiante. Problemi burocratici non permisero mai i lavori di riconversione destinati alla nave. Nel 2005, dopo una causa riguardo l’eredità della nave tra la seconda moglie del Capitano Cousteau ed il figlio dell’esploratore Jean Michel,  la nave rimase di proprietà della Società Cousteau. Nel 2007 la nave riusci a salpare da La Rochelle direzione Cantieri Navali Piriou a Concarneau.

Altro porto altro problema

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Anche a Concarneau vi furono dei problemi. Un disaccordo tra i proprietari del cantiere e l’equipe Cousteau blocco i lavori e lo scafo smembrato rimase fermo in cantiere. Con una sentenza della Corte di Appello di Rennes del 9 dicembre 2014 l’Equipe Cousteau fu poi obbligata, stante la situazione di stallo con il cantiere a trovare una nuova sistemazione.

Le immagini della nave Calypso oggi

Una terza vita per la vecchia Dea Calypso?

Ne avevamo dato notizia a gennaio del 2016. Francine Cousteau, la seconda moglie del Capitano, aveva infatti dichiarato che i lavori di ristrutturazione della nave sarebbero cominciati presto.

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Bhe’, ci siamo. Dopo quasi un anno di distanza abbiamo buone notizie. La nave e’ partita per la Turchia e per adesso si trova presso i cantieri  FryCo Yachts di Istanbul. In questo momento sembra che i lavori stiano procedendo in maniera piuttosto rapida con la sostituzione delle costole che deve avvenire in un ambiente ad umidità controllata. Sappiamo che ancora e’ presto per rivederla solcare i mari del mondo, ma noi ti aspettiamo grande vecchia DEA CALYPSO.

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