Tracina

La Tracina – Trachinus draco

La tracina, pesce diffuso in tutto il Mediterraneo conosciuta dai bagnanti per le punture dolorose che provoca ai piedi. Ma la tracina è ottima come alimento.

Le tracine, conosciute anche come pesci ragno, appartengono alla famiglia Trachinidae. Sono diffuse in Mediterraneo, in Mar Nero ed in Oceano Altlantico. Tipiche dei fondali sabbiosi da 2 a 50 metri di profondità, le tracine hanno un corpo elongato, schiacciato lateralmente, meno compresse anteriormente; il loro corpo appare quasi liscio, dal momento che hanno delle piccole scaglie ciclioidi. Gli occhi sono laterali, alti, e consentono la visione all’animale quando è nascosto sotto la sabbia
Le spine dorsali (da 5 a 7) sono robuste e velenifere; in condizioni di riposo sono abbassate, ma vengono erette appena ci si avvicina al loro nascondiglio o quando cacciano una preda.

Descrizione e Caratteristiche Morfologiche

La Tracina ha un aspetto inconfondibile, caratterizzato da un corpo allungato e leggermente appiattito lateralmente, che può raggiungere una lunghezza massima di circa 40 cm, anche se la media è compresa tra 20 e 30 cm. Il suo colore varia dal marrone chiaro al grigio con sfumature giallastre, permettendole di mimetizzarsi efficacemente nei fondali sabbiosi dove trascorre gran parte del tempo.

La caratteristica più distintiva della Tracina è la presenza di spine velenose sulla prima pinna dorsale e sugli opercoli (placche ossee che coprono le branchie). Queste spine sono collegate a ghiandole velenifere che secernono un potente veleno, capace di infliggere un dolore intenso e prolungato. Il veleno della Tracina è principalmente neurotossico e può causare sintomi come gonfiore, dolore acuto, arrossamento e, in casi rari, problemi sistemici come difficoltà respiratorie e shock.

Habitat e Distribuzione

La Tracina è presente in gran parte del Mar Mediterraneo e dell’Oceano Atlantico orientale, dalla Scandinavia fino al Marocco. Questo pesce preferisce fondali sabbiosi o misti, dove può seppellirsi parzialmente per mimetizzarsi e cacciare. Viene solitamente trovato a profondità che variano da pochi metri fino a circa 150 metri, anche se è più comune tra i 5 e i 30 metri.

Durante il giorno, la Tracina rimane in gran parte nascosta sotto la sabbia, con solo gli occhi e la parte superiore della testa esposti, aspettando che una preda passi nelle vicinanze. Questo comportamento, noto come “ambush predation” (predazione da imboscata), è una strategia efficace per catturare piccole prede che si muovono vicino al fondale.

Comportamento e Alimentazione

La Tracina è un predatore opportunista e si nutre principalmente di piccoli pesci, crostacei e invertebrati. Utilizza la sua capacità di mimetizzarsi per avvicinarsi alle prede senza essere notata e poi scatta improvvisamente in avanti, utilizzando la bocca protrusibile per catturare la preda. La dieta della Tracina varia in base alla disponibilità di cibo nell’ambiente in cui vive, ma generalmente si compone di piccoli pesci bentonici, gamberetti, e altre piccole creature marine.

Questo pesce è generalmente solitario, tranne durante la stagione riproduttiva, quando i maschi possono diventare territoriali e difendere un’area specifica per attirare le femmine. La Tracina è più attiva durante le ore crepuscolari e notturne, quando la visibilità ridotta rende più difficile per le prede individuarla.

Riproduzione e Ciclo Vitale

La riproduzione della Tracina avviene generalmente tra la tarda primavera e l’inizio dell’estate, quando la temperatura dell’acqua è più calda. Durante la stagione riproduttiva, i maschi assumono una colorazione più vivida per attrarre le femmine. Le uova vengono deposte sul fondo sabbioso, dove vengono fecondate esternamente. Le larve, una volta schiuse, sono pelagiche, ovvero trascorrono i primi stadi della loro vita fluttuando liberamente nella colonna d’acqua.

Le larve della Tracina crescono rapidamente nutrendosi di zooplancton e altri piccoli organismi finché non raggiungono una dimensione sufficiente per stabilirsi nei fondali sabbiosi. Una volta stabilite, iniziano a sviluppare le caratteristiche fisiche degli adulti, comprese le spine velenose, e adottano un comportamento di caccia da imboscata.

La puntura della Tracina

“La puntura da Tracina alle mani ed ai piedi è un evento estremamente comune sulle spiagge italiane ed europee, specialmente nei mesi estivi. Sono soggetti a rischio i bagnanti ed i subacquei che camminano o nuotano entrando in contatto con i fondali sabbiosi vicino alla riva, nonché i pescatori che maneggiano il pesce. Nell’inferire uno degli aculei velenosi posizionati sul dorso, la Tracina esercita una pressione sulle ghiandole velenifere ad essi collegate, il veleno viene così sospinto lungo la formazione spinosa  e immesso nella ferita . In occasione della puntura si può verificare la frattura della spina, con permanenza del frammento nella ferita. Sotto l’aspetto tossicologico la mistura di tossine iniettata dal T. Draco comprende una componente proteica principale denominata “Dracotossina” ad azione depolarizzante per le membrane ed attività emolitica .

tracina

La sintomatologia acuta è caratterizzata da intenso dolore, edema ed alterazioni vascolari locali che possono durare da 24h a vari giorni. Reazioni sistemiche sono modeste e generalmente transitorie. Essendo la tossina termolabile il trattamento può essere semplice: pulire bene la ferita ed immergerla prontamente in acqua calda (circa 40°) per 30 – 90 minuti; FANS ed antistaminici possono essere somministrati insieme alla terapia antibiotica ed alla eventuale profilassi antitetanica. Eventuali blocchi anestetici (15) con l’utilizzo di bupivacaina 0.5% sono stati descritti come terapia sintomatica nei casi più gravi di dolore. A differenza dei veleni di serpente, non è disponibile un antidoto o una profilassi efficace.

Per escludere la presenza di frammenti di spina ritenuti può essere utile eseguire un esame radiografico alla ricerca del frammento di spina calcifico. Le sequele invalidanti sono eccezionalmente riportate in letteratura, ed appaiono meno severe di quelle riferibili ad altre specie marine. Le alterazioni vascolari locali, frequenti nella fase acuta, possono raramente perdurare nel tempo causando una sindrome di Raynaud , mentre in un caso è stata riportata anche la necrosi  del dito colpito.

La rigidità da noi descritta può teoricamente correlarsi in modo aspecifico all’edema cronico ed alla immobilizzazione con conseguente fibrosi e aderenze peri-articolari e peri-tendinee. In entrambi i casi descritti le aderenze e la fibrosi erano però sostenute da un tessuto particolarmente spesso e tenace, con la peculiarità istologica comune di presentare infiltrati infiammatori perivascolari, indice di un processo flogistico di tipo cronico, forse direttamente od indirettamente correlabile alla azione tossica specifica del veleno del pesce.” (da LA RIGIDITÀ ARTICOLARE NELLA MANO NELLE LESIONI DA TRACHINUS DRACO A. LETI ACCIARO, G. CASERTA, M.C. GAGLIANO, R. BUSA, A. LANDI)

La tracina ed il contatto con l’uomo

Note: le tracine sono dotati di aculei velenosi sul dorso, che utilizzano a scopo difensivo. Tuttavia, non è raro per gli esseri umani venire a contatto con questi pesci, sia sulle spiagge sia durante la pesca.

Il dolore è molto forte, un bruciore profondo che si irradia dalla ferita lungo tutto l’arto, raramente arrivando fino all’inguine o all’ascella (a seconda dell’arto colpito), raggiungendo il suo massimo dopo 30-45 minuti dalla puntura, perdurando a volte per 24 ore, con strascichi di formicolii e insensibilità.
Nonostante il forte dolore (si dice che i pescatori che si pungevano in antichità venissero legati per evitare che si uccidessero buttandosi a mare) il veleno non è pericoloso per l’uomo e tutto si risolve in fretta. Piuttosto spesso però per lo shock doloroso l’organismo reagisce con nausea, vomito, tremori, svenimenti e giramenti di testa. Sono necessarie profilassi antidolorifica e antitetanica.
Per un primo soccorso è utile immergere la zona colpita in acqua molto calda (anche salata) per due ore o almeno un’ora, o anche 30 minuti sotto la sabbia riscaldata dal sole, poiché il veleno è termolabile. Premere per qualche istante sulla ferita per favorire l’uscita di sangue e ridurre il rischio di infezione.

La pesca della tracina

La tracina viene pescata con reti da posta o con lo strascico. Essendo infatti un pesce che vive nascosto sotto la sabbia, la tracina viene catturata dalle reti che strascicano sul fondale. Puo’ abboccare ai palamiti leggeri per saraghi o orate.

La tracina al Mercato

In pescheria il prezzo della tracina varia in base alle dimensioni, dai  4/5 €/kg fino a un massimo di 15/18 €/Kg secondo dimensioni e stagionalità.

Dal punto di vista nutrizionale la tracina ha un valore energetico considerevole che si aggira intorno alle 96 Kcal per ogni 100 gr di prodotto. Questo pesce è particolarmente ricco di grassi polinsaturi quali l’omega 3, principale alleato per un buon funzionamento cardiovascolare, e di proteine.

Qualità delle carni

la tracina ha carni bianche abbastanza sode. Sapore delicato apprezzata in molte regioni dell’ Adriatico.

Come riconoscere le specie di tracina

pesci e specie marine
Marcello Guadagnino
Biologo marino ed esperto di pesca professionale. Autore del Giornale dei Marinai

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