Il Limulo: l’artopode dal sangue Blu e’ in pericolo

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Conosciuto col nome inglese di Atlantic horseshoe crab e granchio reale, il limulo non è affatto imparentato con i granchi, o almeno non quanto non lo sia con ragni, zecche e scorpioni.

Il limulo, dal nome scientifico di Limulus polyphemus (in passato come Limulus cyclops, Xiphosura americana, Polyphemus occidentalis), è un artropode chelicerato, unico rappresentante del genere Limulus.
I limuli si nutrono principalmente di molluschi e di vermi marini che trovano sui fondali marini. Questi bizzarri animali vivono in Nord America e nel golfo del Messico. Compiono una migrazione di massa nel periodo riproduttivo in piena primavera per arrivare sino alla baia di Delaware dove depongono le uova. Le femmine producono fra le 15.000 e le 64.000 uova, a seconda della loro taglia, prima dell’accoppiamento, conservandole in masse dense nella parte anteriore del carapace, e le depongono in 4-5 buche profonde 15–20 cm scavate nella sabbia durante ogni marea. Ogni covata contiene circa 4000 uova, ed una femmina ne depone circa 20 in un anno durante il corso di più maree.  I limuli vivono in zone costiere tra i 5 ed i 50 metri di profondità anche se si possono spostare in acque piu’ profonde alla ricerca di cibo.

Oltre a questa specie ne esistono altre tre e sono il granchio a ferro di cavallo giapponese (Tachypleus gigas), diffuso nel Mare Interno di Seto, e due specie (Tachypleus tridentatus e Carcinoscorpius rotundicauda) presenti sulla costa est dell’India.

Il suo utilizzo nel mondo farmaceutico

Il sistema immunitario del limulo, è primitivo, ma in grado di riconoscere i lipopolisaccaridi presenti sulle pareti dei batteri Gram negativi riuscendo ad eliminarli racchiudendoli in un coagulo. Questa capacità ha portato allo sviluppo del test in vitro LAL (saggio del lisato di amebociti di limulus) meglio conosciuti come limulus test, usato comunemente per l’individuazione di endotossine batteriche nelle materie prime industriali e nell’acqua, così come in farmacologia e per l’individuazione di alcune malattie batteriche.

Raccolta di sangue dai limuli in un laboratorio negli USA

Per recuperare il sangue dei limuli però le aziende farmaceutiche sono solite catturarli per poi rigettarli in mare alla fine del salasso. Ogni anno 500.000 limuli vengono raccolti lungo
la costa est degli Stati Uniti. All’interno dei laboratori i limuli vengono trafitti da  aghi (nella zona del cuore), che drenano il 30% del sangue, che ha un valore di circa 18.000 dollari al litro.  Dal sangue si ottiene poi un lisato di amebociti (uniche cellule in circolo nel Limulus) che contiene gli enzimi che permettono la gelificazione in presenza dell’endotossina batterica (LPS). Il sangue dei limuli è quasi incolore, ma a contatto con l’aria assume una colorazione azzurra dovuta all’ossidazione dell’emocianina, un pigmento respiratorio contenente rame, che ha le stesse funzioni di trasporto di ossigeno dell’emoglobina. Diversi peptidi isolati da emociti di limulo si sono dimostrati, in test in vitro, in grado di inibire la proliferazione del virus dell’HIV.

Cosa accade alla specie ?

I limuli sono già in pericolo a causa del cambiamento climatico. Secondo alcuni ricercati la raccolta di sangue a scopo biomedico è assolutamente dannosa visto che probabilmente gli individui dopo il prelievo possono facilmente andare incontro alla morte data non solo dallo shock ma anche da ipossiemia che provoca degenerazioni degli organi vitali. Secondo le cause farmaceutiche il tasso di mortalità è pari al 15%.

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