UnciAgroalimentare : l’impatto delle specie aliene su campionamento in scala per attrezzo da pesca e su stock ittico

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Clicca per votare questo articolo!
[Voti: 0 Media: 0]

PROGRAMMA DI RICERCA ED INDAGINE STATISTICA derivante dall’impatto delle specie aliene su campionamento in scala per attrezzo da pesca e su stock ittico – PROGRAMMA TRIENNALE DELLA PESCA E DELL’ACQUACOLTURA – ANNUALITA’ 2022.

Negli ultimi anni, si è spesso sentito parlare di “specie aliene” o alloctone.  Queste, possono essere definite come specie, sottospecie o taxon più basso, introdotte al di fuori del naturale areale distributivo presente o passato; la definizione include ogni elemento, gameti, semi, uova, propaguli di quelle specie che abbiano la possibilità di sopravvivere e successivamente riprodursi.

Le specie aliene possono essere suddivise in due gruppi: specie utili e specie invasive. Com’è facilmente intuibile, le specie aliene utili, sono quelle da cui traiamo un beneficio, basti pensare al pomodoro. Le specie aliene invasive, invece, sono dannose in quanto, a causa della loro velocità di diffusione, rappresentano una minaccia per le specie autoctone, in quanto spesso si sostituiscono a queste, causando una perdita di biodiversità. Possono essere causa di molteplici conseguenze negative sulle comunità autoctone, quali: la predazione, il parassitismo, la diffusione di malattie, la competizione, l’ibridizzazione e la modifica dell’ecosistema.

L’introduzione di specie aliene è un fenomeno storico che può manifestare le sue conseguenze anche a notevole distanza temporale, negli ultimi 500 anni, le IAS (specie aliene invasive) sono state parzialmente o interamente responsabili dell’estinzione di almeno 112 specie. Questo ha portato alla nascita di norme utili al contenimento della diffusione di tali specie che, tra le altre cose, hanno un impatto anche di tipo economico. La Commissione Europea ha ritenuto necessario introdurre uno strumento normativo e nel 2014 ha approvato il Regolamento (UE) n. 1143/2014 che stabilisce le norme atte a prevenire, ridurre al minimo e mitigare gli effetti negativi sulla biodiversità causati dall’introduzione e dalla diffusione, sia deliberata che accidentale, delle specie esotiche invasive all’interno dell’Unione.

Il Regolamento 1143/2014 ha introdotto il concetto di lista unionale, all’art. 4 si definisce “l’Elenco delle specie esotiche invasive di rilevanza unionale”: specie esotiche invasive i cui effetti negativi sull’ambiente e la biodiversità in ambito europeo sono così gravi da richiedere un intervento concertato degli Stati membri dell’Unione Europea. Fino ad oggi sono state pubblicate sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea due liste di specie esotiche vegetali ed animali di rilevanza unionale (14 luglio 2016 e 12 luglio 2017), che complessivamente costituiscono un elenco di 49 specie (periodicamente aggiornato).Nel 2018 è entrato in vigore il Decreto Legislativo 230 del 15 dicembre 2017 per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) n. 1143/2014 che vieta di introdurre, detenere, allevare, vendere o rilasciare nell’ambiente, specie esotiche. Da come si evince, le specie aliene, hanno attirato l’attenzione degli organi preposti che, nel caso specifico dell’ecosistema acquatico, sta mettendo a dura prova la biodiversità che, in particolar modo, caratterizza il Mar Mediterraneo. Basti pensare che gli ecosistemi acquatici custodiscono il 35% delle specie note di vertebrati e la biodiversità del Mediterraneo rappresenta, a seconda dei gruppi tassonomici, dal 4 al 25% della diversità di specie marine globali. Il Mediterraneo contiene circa il 7,5% delle specie mondiali in una superficie pari a 0,82%.

Obiettivo del progetto

I pescatori sono sempre più preoccupati della presenza di tali specie, in quanto:

  • Si sostituiscono alle specie bersaglio, ovvero le specie commerciali che per loro sono fonte di sostentamento;
  • In alcuni casi, creano danni alle attrezzature.

Questo ha un forte impatto sulla loro economia e la situazione è destinata a peggiorare. Ricordiamo che ogni anno, mediamente quattro nuove specie ittiche aliene provenienti dal Mar Rosso arrivano tramite il Canale di Suez nel Mare Nostrum e si stabilizzano definitivamente. Questo fenomeno, noto con il nome di “migrazione lessepsiana”, è tra le principali cause della tropicalizzazione del Mar Mediterraneoil quale conta ormai oltre 800 specie ittiche aliene. Questo fenomeno è generato dalle attività antropiche, principalmente dal traffico marittimo ma anche da impianti di acquacoltura ed è fortemente accentuato dai cambiamenti climatici. L’innalzamento delle temperature, infatti, fa sì che le specie esotiche riescano a sopravvivere e addirittura a occupare una nicchia ecologica, sostituendo le specie autoctone. Per tali motivi, scopo di questo studio è quello di indagare sull’impatto che hanno le specie aliene, sui principali sistemi di pesca:

  • Pesca con nasse,
  • Pesca con reti da posta
  • Pesca con reti da traino

E successivamente, trovare e proporre delle soluzioni per trasformare le specie aliene invasive in specie aliene utili, in modo da trarne beneficio.

D’altronde la tematica è di estrema attualità come denunciano i pescatori e le associazioni di categoria per i recenti avvistamenti, sulle coste, del cosiddetto “granchio blu” (C. sapidus), originario dell’Atlantico, che hanno destato sia curiosità che allarme, fomentando il dibattito scientifico anche tra i non addetti; o ancora, il carango ronco (Caranx rhonchus), morfologicamente simile ai “sauri” o ai “sugarelli” (genere Trachurus).

Non si tratta, a dire il vero, di una specie aliena, ma di una specie nativa che ha ampliato il suo areale di diffusione in conseguenza al riscaldamento delle acque del Mediterraneo, la cosiddetta meridionalizzazione.

UNCI Agroalimentare ritiene opportuno approfondire l’impatto sui sistemi da pesca principali ma anche la presenza di specie aliene e valutare soluzioni per la pesca e la commercializzazione. Infatti, potrebbe esserci un modo particolarmente efficace per ostacolare l’incontrollata diffusione delle specie aliene invasive, ovvero attraverso la pesca e il consumo diffuso, qualora – come nel caso del granchio blu – le carni siano evidentemente commestibili.

granchio-blu

La pesca selettiva e la vendita, infatti risolverebbe due aspetti molto importanti: da un lato contribuirebbe all’eradicazione della specie, dall’altro aiuterebbe i pescatori con la vendita di un nuovo prodotto, di valore, le cui carni sono apprezzate in altre parti del mondo. Per questa seconda parte del nostro studio, i pescatori e i ricercatori saranno coadiuvati dal dipartimento DAFNE dell’Università di Foggia che ci supporterà in questo studio e avallerà le informazioni che acquisiremo dai pescatori.

AREA DI INTERESSE

Poiché lo scopo di tale studio è quello di indagare sull’impatto che ha la presenza di specie aliene, sui principali sistemi di pesca presenti in Italia e grazie alla forte presenza della nostra associazione su tutto il territorio Nazionale, saranno coinvolti nella fase di campionamento e ricerca i pescatori e le comunità costiere di pesca delle GSA 10 , GSA 11 GSA16, GSA17, GSA18 e GSA19.

INCONTRI ORGANIZZATI DA UNCI AGROALIMENTARE PER DISCUTERE CON I PESCATORI DELLE SPECIE ALIENE NELL’AMBITO DEL PROGRAMMA TRIENNALE DELLA PESCA E DELL’ACQUACOLTURA – ANNUALITA’ 2022

INCONTRO CON I PESCATORI DI MARSALA – SETTEMBRE 2022 PER DISCUTERE DELLE SPECIE ALIENE

UNCI Agroalimentare continua la caccia al granchio blu, la specie aliena più temuta. Il Presidente Gennaro Scognamiglio e la nostra biologa marina Piera Marigliano (UNCI Agroalimentare), avvalendosi dell’aiuto della cooperativa “Azzurro Pesca”, hanno avuto l’opportunità di “guardare” da vicino il nemico dei pescatori. “Una specie con una forza sovraumana capace di distruggere tutto ciò che incontra sul proprio cammino; bisogna trovare urgentemente una soluzione” – dice la nostra biologa marina sulla base di ciò che ha avuto modo di osservare durante la giornata trascorsa con i pescatori di Marsala. “Il granchio blu sta invadendo il nostro mare, il nostro territorio” – sottolinea il Presidente della cooperativa “Azzurro Pesca”.

Ci auspichiamo di trovare, al fianco dei nostri pescatori, una soluzione a questo enorme problema.

I nostri pescatori (associati ad UNCI Agroalimentare) della cooperativa “Azzurra Pesca” di Marsala hanno lamentato la presenza massiva del Callinectes sapidus, conosciuto come Granchio Blu nelle acque dello Stagnone di Marsala. Questa specie, purtroppo, sta colonizzando le nostre acque e sono sempre più frequenti gli avvistamenti e il prelievo accidentale di questi organismi durante le battute di pesca; il granchio blu sta pericolosamente minando l’equilibrio dell’ecosistema marino a tal punto da modificare l’habitat della riserva naturale dello Stagnone. I nostri pescatori hanno affermato che la presenza di questa specie sta prevalendo sulle specie autoctone e risultano essere molto preoccupati per il loro futuro.

INCONTRO CON I PESCATORI GORO (Comacchio- Lago delle Nazioni) –  1 AGOSTO 2022 PER DISCUTERE DELLE SPECIE ALIENE

Dopo una lunga chiacchierata è emerso che gli imprenditori ittici si sentono impotenti dinanzi al grande problema del secolo, il surriscaldamento globale, che sta creando le condizioni per la presenza di specie esotiche, tra cui il più potente distruttore degli ecosistemi marini, il Callinectes sapidus la cui bellezza è accompagnata esclusivamente dall’aggressività: la popolazione ittica autoctona è quella che ne risente di più. Inoltre, questa specie crea danni agli attrezzi da pesca, nonchè come già detto precedentemente risulta una minaccia per la biodiversità locale caratterizzata principalmente da molluschi bivalvi, che si ritrovano privati delle loro valve, a causa della potenza delle chele che contraddistingue la specie esotica in questione, andando incontro a morte certa.

UNCI si pone portavoce di una ricerca mirata ad una forma di diversificazione del reddito che vede come protagoniste le specie esotiche, mediante la lavorazione e vendita di questi prodotti ittici a noi ancora sconosciuti.

Granchi Blu: appunti da interviste fatte ai Pescatori di Goro (incontro organizzato da UNCI Agroalimentare – 1 agosto 2022)

Quello dei granchi blu è un fenomeno che si è intensificato moltissimo negli ultimi due anni.

Le femmine vanno fuori dalla laguna e depongono le uova, per questo i granchi si spostono in mare, prima il fenomeno era circoscritto alla laguna. I granchi blu sono stati visti anche nel Po.

Quando passano i cefali saltano e li predano prendendoli al volo.

I molluschi che stanno sotto anche 2-3 cm anche vengono predati, i granchi spaccano il loro carapace.

I granchi blu sono per lo più acquistati dai cinesi anche a Chioggia e a Venezia perché ne apprezzano le carni.

I granchi blu in estate vanno 1.70 – 1.80 Euro/Kg . Il prezzo aumenta in inverno arrivando anche a 10 euro al Kg fino a 60 Euro al Kg. Quando la specie va in muta (in primavera) è tutta polpa, puoi utilizzarlo tutto.

Inquinamento e cambiamento climatico: appunti da interviste fatte ai Pescatori di Goro (incontro organizzato da UNCI Agroalimentare – 1 agosto 2022)

Il Po è inquinatssimo ed era fonte di alimento per i pesci, ecco perché le vongole hanno dimensioni inferiori.

A causa del cambiamento climatico la salinità è cambiata e le cozze ne risentono.

                                                                      ——

Attraverso le interviste fatte ai pescatori di Goro, si è venuti a conoscenza del fatto che queste specie si stanno spostando al di fuori della laguna, in quanto, le femmine si muovono in mare aperto per deporre le uova.  Inoltre, non sono rari i casi di ritrovamento nel Po.

Per tale motivo i pescatori locali, ritengono necessaria la commercializzazione di questa specie, in quanto è l’unico modo per contrastarla, con il vantaggio di diversificare il reddito.  Infatti, i granchi blu sono per lo più acquistati dai cinesi anche a Chioggia e a Venezia perché ne apprezzano le carni. In estate sono venduti a 1.70 – 1.80 Euro/Kg. In inverno invece, il prezzo aumenta arrivando anche a 10 euro al Kg, fino a 60 Euro/Kg.

I pescatori lamentano anche danni agli allevamenti di molluschi e ai bertovelli ad opera dei granchi blu.

Clicca per votare questo articolo!
[Voti: 0 Media: 0]
Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Pinterest
Email
Tags :

Lascia un commento

1
Ultimi articoli
Le schede degli organismi marini