Un crostaceo apprezzatissimo in cucina lo scampo è un crostaceo decapode appartenente alla famiglia dei Nephoridae.

Conosciuto con il nome scientifico di Nephrops norvegicus lo scampo vive in Oceano Atlantico ed in Mediterraneo. Crostacei che amano i fondali fangosi dove si nascondono durante il giorno. Sono soliti creare delle tane sotto la sabbia o abitare piccoli fori scovati tra le rocce. La notte invece vanno a caccia di vermi e piccoli pesci. Gli scampi vivono tra i 20 ed gli 800 metri di profondità e raggiungono la “veneranda” età di 10-15 anni. Questi crostacei riescono a cambiare il carapace 2 volte ogni anno durante i primi anni di vita che si riduce poi ad un cambio di muta annuale dopo i 3 anni di vita. Possono misurare sino a 24 cm anche se gli esemplari pescati misurano in media tra i 10 ed i 20 cm.

I parassiti degli scampi

Gli scampi sono parassitati da Hematodinium responsabile di inibire il ricambio dell’esoscheletro protettore del cefalotorace degli scampi, il carapace.

Ecologia e pesca degli scampi

Questi animali hanno una limitata adattabilità biologica motivo per cui vivono in aree ricche di limo e argilla dove le popolazioni sono concentrate. Si tratta delle stesse aree che sono intensamente sfruttate per la pesca di questi crostacei. La pesca intensiva sta sterminando le popolazioni, nel 2016 la Fao infatti ha registrato la cattura di circa 70.000 tonnellate di scampi. Si fa presto a fare due conti ed a capire che questo crostaceo potrebbe presto scomparire dalle nostre tavole.

Gli scampi al mercato

Questi animali dopo la cattura tendono ad alterare il colore del carapace che diventa più scuro. Per evitare questa alterazione cromatica le industrie del pescato trattano gli scampi con i solfiti che ridanno allo scampo il colore vivo. Tali solfiti sono responsabili di effetti dannosi per l’uomo, sono la causa infatti di mal di testa, nausea, vomito, affaticamento del fegato, alterazioni vitaminiche (vitamina B), shock anafilattici e un avvelenamento può anche portare alla morte. Per riconoscere un prodotto un prodotto infatti bisogna basarsi in primis sull’odore cercando di captare se lo scampo “puzza” di ammoniaca. Se cosi fosse evitate l’acquisto. Come secondo criterio bisogna toccare con mano il corpo dell’animale per capire se non ha subito un processo di svuotamento (disidratazione). Un corpo sodo e turgido è sintomo di freschezza.

Marcello Guadagnino

Web Editor : Marcello Guadagnino, biologo marino ed esperto di pesca professionale. Autore del Giornale dei Marinai

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