Il moscardino – Eledone moschata

Il moscardino – Eledone moschata

Il mondo sottomarino è un universo affascinante e misterioso, popolato da creature straordinarie. Tra queste, Eledone moschata, conosciuta comunemente come moscardino, è un piccolo polpo che abita i fondi marini sabbiosi e fangosi del “plateau continentale”, estendendosi fino a una profondità di 400 metri e oltre. A differenza di altri polpi che preferiscono rifugiarsi nelle fessure rocciose, il genere Eledone vive nascosto nei sedimenti, l’unico substrato disponibile nelle profondità sotto la zona infra-litorale.

Descrizione: Il moscardino è un piccolo cefalopode, con una lunghezza che varia dai 9 ai 20 centimetri. La testa si prolunga in un mantello voluminoso, liscio o leggermente granuloso. Le sue otto braccia sono relativamente corte, portanti una singola fila di ventose. Il terzo braccio destro, chiamato ”ectocotile”, è modificato per la riproduzione. Le ventose degli altri “tentacoli” sono divise, assumendo un aspetto lamellato. Il mantello è di colore beige o grigio-bruno, punteggiato da macchie scure, brune e nere. I tentacoli sono frangiati da un bordo blu iridescente, più evidente durante la notte.

Specie Simili: Sebbene possa essere confuso con l’Eledone cirrhosa, il moscardino si distingue per i suoi tentacoli più corti e la colorazione nettamente più scura. Quest’ultimo presenta una pelle verrucosa e non emana l’odore di muschio caratteristico.

Alimentazione: Il moscardino è carnivoro, cattura le sue prede (crostacei, molluschi, pesci, ecc.) usando i tentacoli con le ventose, quindi le dirige verso la sua bocca dotata di un becco a due parti. Può occasionalmente essere necrofago, non disdegnando carcasse e resti organici. I moscardini sono attivi principalmente di notte, durante la quale cercano il cibo.

Riproduzione : I cefalopodi si riproducono sessualmente, con periodi di accoppiamento e deposizione delle uova che si estendono per il primo semestre dell’anno. Il terzo braccio destro nei maschi è l’organo riproduttore, noto come ”ectocotile”. Dopo l’accoppiamento, le uova vengono raccolte in tasche allungate, visibili per trasparenza. Queste sacche sono poi attaccate dalla femmina a qualsiasi supporto disponibile.

Il moscardino ospita frequentemente il copèpode ectoparassita Pennella varians e i dicyèmidi Dicyema moschatum e Dicyemennea eledones nei suoi reni. Questi ultimi sono organismi parassiti con una struttura cellulare estremamente semplificata, esclusivamente trovati nei reni dei cefalopodi.

Biologia : Il moscardino si muove sul substrato e utilizzando il sifone per la propulsione in acqua. Può emettere un getto potente per accelerare o un nuvola di inchiostro nero per confondere i predatori durante la fuga. Il moscardino più grande mai osservato, nel Mar Egeo, misurava 74 cm di apertura (19 cm per il mantello) e pesava 1,4 kg.

Informazioni Aggiuntive: I moscardini sono oggetto di pesca artigianale con attrezzi da fondo come reti da posta e strascico. Tuttavia, l’Eledone cirrhosa costituisce la maggior parte delle catture.

Origine dei Nomi: Il nome “Eledone” proviene dal greco antico, descrivendo la lunghezza dei piedi e la singola fila di ventose. “Moschata” deriva dal latino e significa “muscato”, in riferimento all’odore specifico emesso dal moscardino, simile a quello del muschio utilizzato in profumeria.

pesci e specie marine
Marcello Guadagnino
Biologo marino ed esperto di pesca professionale. Autore del Giornale dei Marinai

Comments

No comments yet. Why don’t you start the discussion?

    Lascia un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *