Apprezzata in cucina, presente negli acquari di tutto il pianeta e protagonista di molte immagini subacquee, l’aragosta é un crostaceo affascinante con una popolazione in difficoltà a causa della sovrapesca.
Vive dai 5 fino a 150 m di profondità. Nel Mediterraneo la si ritrova anche intorno ai 200m. Ma è intorno ai 25m dove è più presente I giovani vivono a profondità inferiori, da 15 a 25 m, e si trovano spesso nelle praterie di posidonia. L’aragosta ama gli anfratti rocciosi, dove può sentirsi al sicuro durante il suo riposo diurno.
Con le sue dimensioni fino a 30-50 cm e lunghe antenne, dovrebbe essere facile riconoscere l’aragosta . Ha un corpo molto allungato e un carapace rigonfio lateralmente e ricoperto di tubercoli appuntiti . È di colore rosso a bruno-violaceo, anche sulle antenne, e presenta righe bianche sui pereiopodi. Le aragoste sono prive di chele che invece sono presenti nell’astice.
Nella parte anteriore del suo carapace possiamo distinguere due forti spine triangolari, dirette in avanti e simili a delle corna,. Tra queste corna c’è uno spazio provvisto di piccoli dentelli e, in posizione mediana, un piccolo rostro.

Nella femmina, un paio di zampe termina con una piccola pinza che permette di curare le uova durante l’incubazione. La femmina ha anche appendici addominali biramate.
Ogni segmento addominale ha una macchia giallastra su entrambi i lati dell’asse di simmetria.
La coda termina in un bellissimo ventaglio formato da cinque sottilissime pale. essendo un palinuro, non possiede zampe chelate: l’aragosta viene spesso confusa con l’astice che invece le ha.
La peculiarità delle aragoste è che la telomerasi, un enzima che ha la funzione di riparare le parti terminali dei cromosomi (telomeri) ad ogni replicazione cellulare, non smette mai di funzionare. Per questi motivi le aragoste non muoiono per invecchiamento, ma per lo sforzo e lo stress del cambio di carapace e le probabili infezioni a cui vanno incontro durante questa fase della loro crescita.
Alimentazione
L’aragosta si nutre principalmente di echinodermi di ogni tipo e di molluschi di cui riesce a rompere il guscio grazie al suo forte apparato boccale. Opportunistico, può nutrirsi anche di alghe, spugne, briozoi, anellidi e all’occorrenza altri crostacei e pesci.

Riproduzione
La maturità sessuale varia a seconda dei sessi e delle aree geografiche. In genere è più precoce per il maschio (4 anni nel Mediterraneo).
L’accoppiamento avviene durante l’estate, i due individui mettono a contatto l’addome. Il maschio pone una o due masse gelatinose bianche sulla parte inferiore dell’addome della femmina. Sono le spermatofore, che contengono lo sperma in una struttura protettiva.
Successivamente avviene la deposizione vera e propria: la femmina tiene l’addome piegato in avanti per raccogliere le uova. Con le pinze del quinto paio di zampe locomotorie strappa l’involucro delle spermatofore, che permette agli spermatozoi di fecondare gli ovuli che vengono emessi dalle aperture genitali poste alla base del terzo paio di arti.
Gli ovociti fecondati diventano quindi uova di circa un millimetro di diametro che si attaccheranno alle setole delle appendici addominali. Si raggrupperanno lì in grappoli.
Una femmina lunga 23 cm depone circa 13.000 uova, una femmina di 34 cm depone 134.000 uova.
L’incubazione può durare da 5 mesi nel Mediterraneo a 8 mesi nell’Atlantico, a seconda della temperatura dell’acqua. Il 70-75% delle uova si schiuderà in inverno nel Mediterraneo e in primavera in Bretagna.
Alla nascita, le larve sono lunghe 3 mm. Come tutti i crostacei subirà un certo numero di mute, più di dieci, per acquisire la sua morfologia finale.
L’aragosta è una specie gregaria, non è raro osservare più individui nello stesso anfratto roccioso. È in grado di emettere rumori caratteristici piuttosto forti, sfregando la base delle sue antenne contro la testa.
REGOLAMENTO
Convenzione di Barcellona: negli allegati II e III
CITES (Convenzione di Washington): nelle Appendici I e II
In Italia, la taglia di pesca regolamentare è di 9cm di carapace.
Dal 2013, l’aragosta è stato classificato VU (Vulnerabile) nella Lista Rossa IUCN delle specie minacciate*.