Biologia, comportamento e curiosità degli Octopodi del mare nostrum

Silenziosi abitanti dei fondali, capaci di passare in pochi istanti da invisibili a spettacolari, i polpi rappresentano uno dei gruppi più affascinanti della fauna del Mediterraneo. Questi molluschi cefalopodi, dotati di otto braccia flessibili, un corpo privo di conchiglia e un sistema nervoso insolitamente complesso per un invertebrato, sono al centro di un crescente interesse scientifico e divulgativo: predatori efficienti, ingegneri dell’ecosistema e, allo stesso tempo, protagonisti della pesca e della cultura marinara.

Questo articolo propone una panoramica sugli Octopodi del Mediterraneo, dalla loro classificazione alla biologia, fino agli aspetti più curiosi e sorprendenti del loro ciclo vitale.


Tassonomia e classificazione

I polpi appartengono al phylum Mollusca, lo stesso gruppo che comprende bivalvi (come cozze e vongole) e gasteropodi (chiocciole e lumache di mare). All’interno dei molluschi, rientrano nella classe Cephalopoda, che include gli invertebrati marini più evoluti: seppie, calamari e, appunto, polpi.

L’ordine Octopoda, descritto nel XIX secolo, riunisce tutte le specie di cefalopodi caratterizzate da:

  • otto braccia provviste di ventose;
  • assenza di tentacoli separati (a differenza di calamari e seppie);
  • corpo molle, privo di conchiglia interna rigida;
  • stile di vita prevalentemente bentonico, a stretto contatto con il fondale.

Dal punto di vista sistematico, gli Octopodi si dividono in due grandi sottordini:

  • Incirrina, che comprende i polpi “classici” di fondale, come Octopus vulgaris, Eledone moschata e Eledone cirrhosa;
  • Cirrina, gruppo di polpi di profondità, dotati di pinne laterali e tessuti più gelatinosi, poco rappresentati e difficili da osservare nel Mediterraneo.

Nel bacino mediterraneo il numero di specie è relativamente contenuto rispetto agli oceani, ma ecologicamente molto rilevante. Tra le specie più note troviamo il Polpo comune (Octopus vulgaris), il Moscardino muschiato (Eledone moschata), il Moscardino bianco (Eledone cirrhosa), il Polpo mimetico del Mediterraneo (Macrotritopus defilippi) e il Polpo dalle braccia lunghe (Callistoctopus macropus), oltre a forme pelagiche come Ocythoe tuberculata e gli spettacolari argonauti.

Gli Octopodi sono molluschi cefalopodi: appartengono al phylum Mollusca e alla classe Cephalopoda, lo stesso gruppo di seppie e calamari. Si distinguono per la presenza di otto braccia munite di ventose e per l’assenza di tentacoli separati. La maggior parte delle specie mediterranee appartiene al sottordine Incirrina, tipico dei polpi di fondale.

Caratteristiche generali e adattamenti

I polpi sono molluschi dal corpo estremamente flessibile, privo di qualsiasi struttura scheletrica rigida interna o esterna. Questa caratteristica permette loro di comprimersi e deformarsi fino a passare attraverso fessure e cavità di pochi centimetri di diametro, sfruttando qualsiasi anfratto come rifugio.

La loro morfologia è dominata dalle otto braccia, tutte più o meno della stessa lunghezza e struttura, ricoperte da file di ventose. A differenza di seppie e calamari, i polpi non possiedono tentacoli specializzati supplementari: tutte le braccia svolgono funzioni miste di locomozione, esplorazione e cattura delle prede. Ogni braccio ospita un’alta densità di recettori tattili e chimici, che rendono il contatto con l’ambiente estremamente “informativo”.

Dal punto di vista funzionale, il loro sistema nervoso è uno dei più complessi del mondo degli invertebrati: una parte significativa dei neuroni è distribuita proprio nelle braccia, che possono effettuare movimenti coordinati e risposte complesse anche con un controllo centrale minimo. Questa organizzazione spiega molti dei comportamenti “intelligenti” che affascinano ricercatori e osservatori.

Gli occhi dei polpi sono un altro capolavoro evolutivo: grandi, rivolti lateralmente, dotati di pupille a fessura e retina altamente sensibile ai contrasti. Pur essendo sostanzialmente daltonici, i polpi possiedono una straordinaria capacità di percepire i movimenti e la polarizzazione della luce, abilità che li aiuta nel mimetismo e nella caccia.


Anatomia in breve

Il corpo del polpo è organizzato in tre regioni principali:

  • il mantello, che contiene gli organi interni (cuori, branchie, apparato digerente, gonadi);
  • il capo, dove si trovano gli occhi e la bocca;
  • le otto braccia, derivazione specializzata del “piede” tipico dei molluschi.

Alla base delle braccia, nascosta tra i tessuti, si trova la bocca, dotata di un becco corneo potente, con una struttura analoga a quella di un becco di pappagallo, usato per frantumare gusci e esoscheletri. Subito dietro il becco si trova la radula, una sorta di “lingua dentata” che contribuisce alla triturazione del cibo.

Il sistema circolatorio è chiuso e altamente efficiente: i polpi hanno tre cuori – due branchiali, che spingono il sangue verso le branchie, e uno sistemico, che distribuisce il sangue al resto del corpo. Il sangue è di colore blu, per la presenza di emoceanina, una molecola a base di rame che trasporta l’ossigeno anche in acque relativamente fredde e povere di ossigeno.

La locomozione avviene in due modi principali:

  • camminando e “strisciando” sui fondali grazie alle braccia;
  • con la propulsione a getto, espellendo violentemente acqua dal mantello attraverso il sifone, utile per fughe rapide.

Mimetismo, difesa e comunicazione

Uno degli aspetti più spettacolari dei polpi è il loro mimetismo dinamico. La pelle ospita numerose cellule pigmentate e strutturali:

  • i cromatofori, che si espandono e contraggono cambiando il colore percepito;
  • gli iridofori e leucofori, che modulano riflessi e tonalità chiare.

Grazie a questo sistema, il polpo può imitare sabbia, rocce, alghe o coralli in una frazione di secondo, sparendo letteralmente sullo sfondo. Il mimetismo non serve solo a evitare i predatori, ma anche a sorprendere le prede e a comunicare con altri individui attraverso pattern e cambiamenti cromatici.

In situazioni di pericolo, molti polpi rilasciano una nube di inchiostro scuro, che confonde il predatore e, in alcuni casi, contiene sostanze che interferiscono con l’olfatto dell’aggressore. Il polpo approfitta di questa “cortina fumogena” per allontanarsi rapidamente.


Alimentazione e ruolo ecologico

Nel Mediterraneo, i polpi sono predatori di medio livello trofico, specializzati nella cattura di:

  • crostacei (granchi, piccoli gamberi);
  • molluschi (bivalvi e gasteropodi);
  • piccoli pesci bentonici.

Cacciano soprattutto nelle ore crepuscolari e notturne, esplorando anfratti e tane con le braccia e le ventose, oppure tendendo agguati da rifugi mimetici. In alcuni casi mostrano un vero e proprio “problem solving”, ad esempio aprendo valve o spostando sassi per raggiungere la preda.

Ecologicamente, i polpi contribuiscono a regolare le popolazioni di prede e, a loro volta, rappresentano una risorsa alimentare per grandi pesci, murene e mammiferi marini. In questo modo si collocano al centro di una fitta rete trofica che sostiene l’equilibrio dei fondali mediterranei.


Riproduzione, dimorfismo sessuale e cura della prole

I polpi sono a sessi separati e presentano un dimorfismo sessuale spesso discreto ma funzionalmente importante. I maschi tendono a essere leggermente più piccoli e possiedono un braccio modificato, l’ectocotilo, utilizzato come organo copulatore per trasferire gli spermatofori nella cavità del mantello femminile.

L’accoppiamento avviene in genere nei mesi più caldi. Dopo la fecondazione, la femmina depone migliaia di uova, che sospende in cordoni all’interno di una tana o in anfratti rocciosi riparati. Da questo momento in poi inizia una fase straordinaria di cura materna: la femmina rimane presso le uova, le ventila con movimenti costanti delle braccia per garantire un adeguato apporto di ossigeno, le pulisce e le difende da predatori e sedimenti.

Durante questo periodo la femmina smette di nutrirsi e consuma progressivamente le proprie riserve energetiche. Alla schiusa delle uova, ormai esausta, muore: un tipico esempio di semelparità, cioè una riproduzione concentrata in un unico grande evento riproduttivo nel corso della vita.


Paralarve e sviluppo

Dalle uova schiudono le paralarve, minuscoli polpi in miniatura già dotati di braccia e ventose. In questa fase iniziale, le paralarve conducono una vita planctonica, sospese nelle acque superficiali e trasportate dalle correnti, nutrendosi di piccoli organismi planctonici (copepodi, larve di crostacei, altre micro-prede).

Si tratta di uno stadio estremamente delicato: la mortalità è elevatissima, ma le paralarve permettono alla specie di dispersersi su ampie distanze e colonizzare nuovi tratti di costa. Solo una piccola percentuale raggiunge il fondale, dove inizia la vita bentonica da giovane polpo.


Specie mediterranee: alcuni protagonisti

Nel quadro della diversità mediterranea, alcune specie rivestono un ruolo particolare:

  • Polpo comune (Octopus vulgaris): la specie più conosciuta, diffusa su fondali rocciosi, sabbiosi e tra le praterie di Posidonia oceanica. Rappresenta una risorsa importante per la pesca artigianale e costiera.
  • Moscardino muschiato (Eledone moschata): tipico di fondali sabbiosi e fangosi del Mediterraneo e dell’Atlantico orientale, riconoscibile per l’odore caratteristico.
  • Moscardino bianco (Eledone cirrhosa): presente anche in Atlantico nord-orientale, frequenta profondità maggiori e fondali fangosi.
  • Polpo mimetico del Mediterraneo (Macrotritopus defilippi): maestro del camuffamento su fondali sabbiosi, imita perfino la postura e il movimento dei pesci piatti.
  • Callistoctopus macropus: dal corpo rossastro e braccia lunghe ornate da macchie bianche, attivo soprattutto di notte.

Accanto a questi polpi bentonici, il Mediterraneo ospita anche forme pelagiche, come Ocythoe tuberculata e l’argonauta Argonauta argo, dalle femmine provviste di un guscio sottile che ricorda una conchiglia.


Curiosità biologiche

Alcuni aspetti rendono i polpi particolarmente adatti a una sezione di curiosità divulgative:

  • possiedono tre cuori e un sangue blu a base di emoceanina;
  • hanno una vista molto sviluppata, con una grande capacità di percepire il movimento e la polarizzazione della luce;
  • possono rigenerare le braccia se perdute in seguito a un attacco;
  • mostrano comportamenti complessi di apprendimento e memoria, come l’apertura di contenitori, la scelta di rifugi o la risoluzione di labirinti semplici;
  • riconoscono singoli stimoli e, in alcune osservazioni, sembrano distinguere persone diverse che interagiscono con loro in modo regolare.

Polpi, pesca e conservazione

Nel Mediterraneo, i polpi rivestono anche un ruolo rilevante per la pesca e la gastronomia. Il Polpo comune è una delle specie più pescate e apprezzate sulle tavole costiere, protagonista di ricette tradizionali che variano da regione a regione.

Tuttavia, la combinazione di pesca intensiva, degrado degli habitat costieri, inquinamento e cambiamenti climatici può incidere sulle popolazioni locali. Per questo motivo, la gestione sostenibile delle catture e la tutela degli ecosistemi bentonici sono elementi fondamentali per garantire la conservazione a lungo termine di queste specie.

I polpi del Mediterraneo, con la loro biologia complessa, l’intelligenza sorprendente e la straordinaria capacità di mimetismo, rappresentano molto più di una semplice “risorsa di pesca”. Sono indicatori della salute dei fondali, protagonisti della biodiversità e un ponte ideale tra ricerca scientifica e cultura marinara.

Studiare, osservare e raccontare gli Octopodi del mare nostrum significa non solo conoscere meglio un gruppo di invertebrati eccezionali, ma anche comprendere quanto sia fragile e prezioso l’equilibrio degli ecosistemi costieri che li ospitano.

Marcello Guadagnino
Marcello Guadagnino - Biologo Marino Biologo marino (Università di Palermo/Camerino) con 10 anni di esperienza nella pesca professionale in Francia per Pacific Peche. Collabora con Oceanis e enti di ricerca scientifica francesi per comunicazione e ricerca. Oltre 500 immersioni scientifiche nel Mediterraneo. Consulente scientifico ed esperto di pesca professionale. Linkedin : Visita il mio profilo LinkedIn
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