Immergiti e scopri i diversi tipi di squali d’acqua dolce che popolano fiumi e laghi, mostrando le loro uniche adattamenti e comportamenti.
Tipi di Squali d’Acqua Dolce
Le specie d’acqua dolce sono una caratteristica rara nel mondo degli squali. Se sei un appassionato degli squali, questa guida ti aiuterà a comprendere e identificare diverse delle più iconiche specie di squali d’acqua dolce conosciute.
Poche specie di squali d’acqua dolce esistono a causa della difficoltà delle specie di squali d’acqua salata nell’adattarsi al basso contenuto di sale dell’acqua dolce. Tuttavia, alcune specie hanno sviluppato la capacità di resistere ad acque a bassa salinità, non solo in acque di transizione ma di adattarsi a acque lacustri e fluviali.
Squalo Dente di Lancia

Lo Squalo Dente di Lancia (Glyphis Glyphis) è in grado di vivere sia in acqua salata che in acqua dolce. Questa specie abbastanza rara raro di squalo d’acqua dolce è nativo della Papua Occidentale, Papua Nuova Guinea e del Nord dell’Australia, e vive più comunemente sui fondali dei fiumi tropicali e negli estuari.
Lo squalo Dente di Lancia utilizza le correnti di marea per risalire il fiume, il che li aiuta a risparmiare energia mentre si nutrono di pesci e crostacei.
Cresce fino a 3m di lunghezza, le caratteristiche di questa robusta specie di squalo includono una testa particolarmente larga, muso appiattito e occhi piccoli.
La bocca é composta da circa 29 file di denti sia nella mascella superiore che inferiore. Mentre i denti superiori degli squali Dente di Lancia sono larghi e seghettati, quelli inferiori sono più stretti e a forma di lancia, dando a questo tipo di squalo d’acqua dolce il suo nome.
Squalo del Gange

Lo squalo del Gange (Glyphis gangeticus Müller ed Henle, 1839) è una rara specie di squalo appartenente alla famiglia dei Carcarinidi, diffusa lungo il corso del fiume Gange in India. È importante notare che non va confuso con lo squalo leuca, anch’esso presente nel Gange e talvolta erroneamente chiamato “squalo del Gange”.
Descrizione
Dal punto di vista morfologico, G. gangeticus presenta le caratteristiche tipiche dei Carcharinidi: un corpo tozzo, muso piuttosto arrotondato e occhi di dimensioni ridotte. La prima pinna dorsale è posizionata sul terzo inferiore delle pinne pettorali, e la sua estremità libera si trova proprio davanti alle pinne pelviche. La seconda pinna dorsale, sebbene più piccola della prima, è comunque piuttosto grande. La pinna anale è leggermente più piccola della seconda pinna dorsale, mentre le pinne pettorali sono ampie e falcate. Presenta una fossetta precaudale superiore longitudinale, ma non ha la cresta interdorsale. La lunghezza massima raggiungibile è di 2 metri.
Questa specie mostra una colorazione generalmente uniforme, variando tra il grigio e il marroncino, senza evidenti strisce o macchie.
Distribuzione
Lo squalo del Gange, come suggerisce il nome, abita esclusivamente nei fiumi dell’India orientale e nord-orientale, in particolare nell’Hughli (Bengala Occidentale), nel Gange (Assam), nel Brahmaputra (Bihar) e nel Mahanadi (Orissa). La popolazione bengalese lo chiama Baagh Maach, che significa “pesce tigre”. Solitamente si trova nel corso medio-inferiore dei fiumi.
Biologia
Questo squalo vive in acque dolci, zone costiere ed estuari, con una popolazione ridotta. Le sue abitudini alimentari sono ancora poco conosciute, ma si presume che sia viviparo, con i piccoli che alla nascita misurano tra i 55 e i 60 centimetri.
Conservazione
Lo squalo del Gange è attualmente in grave pericolo di estinzione. Secondo l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, è una delle 20 specie di squali più minacciate al mondo. La sovrapesca, in costante aumento, ha drasticamente ridotto il numero di esemplari. L’olio ricavato da questi squali, insieme a quello ottenuto dal platanista, è molto richiesto.
Pericolo per l’uomo
Sebbene alcuni considerino lo squalo del Gange “estremamente pericoloso”, non ci sono prove certe di minacce agli esseri umani. È praticamente impossibile distinguere i suoi attacchi da quelli causati dallo squalo leuca, anch’esso presente nel Gange. Tuttavia, molto probabilmente, questo squalo è un animale specializzato nell’alimentarsi di piccoli pesci. Tra le specie di squali pericolose che abitano il Gange, lo squalo leuca rappresenta una minaccia più concreta rispetto a questa specie estremamente minacciata ed elusiva.
Squalo leuca

Lo squalo leuca è la specie più conosciuta tra le specie appartenenti agli Elasmobranchi, che sono state avvistate in acque dolci.
La capacità degli Elasmobranchi di adattarsi alle acque dolci è limitata poiché il loro sangue ha una salinità paragonabile a quella dell’acqua di mare, a causa dell’accumulo nei tessuti di urea e ossido di trimetilammina. Tuttavia, gli squali leuca che popolano le acque dolci sono in grado di ridurre la concentrazione di questi soluti fino al 50%. Nonostante ciò, necessitano di produrre venti volte più urina rispetto ai loro simili che vivono in acqua salata.
Inizialmente, gli scienziati credevano che gli squali del Lago Nicaragua fossero appartenenti a una specie endemica denominata “squalo del Lago Nicaragua” (Carcharhinus nicaraguensis). Tuttavia, nel 1961, attraverso il confronto di vari esemplari, i tassonomi si accorsero che si trattava semplicemente di una particolare forma di squali leuca. Da allora, il nome Carcharhinus nicaraguensis è considerato sinonimo di Carcharhinus leucas.
Questi squali sono capaci di risalire le rapide del fiume San Juan, che sfocia nel Mar dei Caraibi dopo circa 190 km, quasi come fanno i salmoni. Squali leuca, marcati all’interno del lago, sono stati successivamente catturati in oceano aperto e viceversa, con alcuni di loro che hanno impiegato da 7 a 11 giorni per compiere questo viaggio.
Gli squali leuca sono solitamente predatori individuali, ma talvolta si avventurano nella caccia in coppia. Sono frequentemente avvistati mentre perlustrano le acque poco profonde. Individui apparentemente tranquilli possono improvvisamente aumentare la loro velocità e manifestare un comportamento estremamente aggressivo. In un caso particolare, un esemplare ha addirittura attaccato un purosangue da corsa nel fiume Brisbane, nello Stato australiano del Queensland. Questi squali sono noti per la loro territorialità e attaccano qualsiasi animale che osi entrare nel loro territorio. Assieme allo squalo bianco e allo squalo tigre, lo squalo leuca è una delle tre specie a cui sono stati attribuiti il maggior numero di attacchi all’uomo, escludendo lo squalo Longimanus. Uno o più squali leuca sembrano essere stati responsabili degli attacchi di squalo del Jersey Shore del 1916, che ha ispirato il romanzo “Lo squalo” di Peter Benchley.
Lo squalo leuca è anche coinvolto negli attacchi attorno alle isolette del porto di Sydney. Inizialmente, molti di questi attacchi erano erroneamente attribuiti agli squali bianchi. In India, gli squali leuca risalgono le acque del Gange e attaccano gli esseri umani che si immergono. Si sono registrati casi in cui hanno consumato i corpi umani gettati nel fiume dalla popolazione locale. Numerosi attacchi sono stati erroneamente attribuiti allo squalo del Gange, Glyphis gangeticus, una specie estremamente rara che, molto probabilmente, è l’unico squalo indiano che vive regolarmente in acque dolci. Negli anni ’60 e ’70, alcuni attacchi di squali leuca sono stati erroneamente attribuiti anche a squali toro (Carcharias taurus).