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  • Ultima modifica dell'articolo:9 Dicembre 2021

Negli ultimi anni il dibattito si è fatto sempre più acceso: gli attacchi di squali sono dovuti alla presenza incauta dell’uomo in acqua o sono gli squali ad essere crudeli assassini ? Come sempre “la verità sta nel mezzo“.

Gli squali sono naturalmente predatori, ma l’uomo (lo abbiamo ripetuto decine di volte nei nostri articoli) non è la preda d’eccellenza per gli squali che preferiscono sicuramente pesce fresco. Dunque non sono loro a cercarci ma siamo noi ad andare ad occupare la zona di caccia magari incautamente. E, quando sentiamo di attacchi di squalo ad uomini, ad esempio in Australia in zone dove gli squali sono presenti e magari in abbondanza, non dobbiamo rimanere stupefatti…

Gli squali vivono quelle acque, i surfisti ad esempio sono a conoscenza e cercano di tenersi più lontano possibile. Dunque non vogliamo gettare benzina sul fuoco con questo post , ma invece vogliamo mostrare alcuni attacchi di squalo verso l’uomo che sono saltati alle cronache cercando di sensibilizzare i bagnanti a fare attenzione e a cercare (per quanto possibile) di evitare di incontrare in mare questi predatori, che già sono vittime dell’uomo a causa della pesca eccessiva.

Mick Fanning, Sud Africa

Attacco di squalo a mick fanning

Il mondo intero ha sentito parlare dell’attacco di uno squalo al surfista Mick Fanning.  Durante le finali della manifestazione World Surf League, in Sudafrica trasmesso in diretta su tutto il pianeta, uno squalo bianco ha tentato di azzannarlo senza sapere della tempesta mediatica che ne sarebbe nata subito dopo. Fanning è stato trascinato sott’acqua da uno squalo, che aveva addentato il leash, ovvero il laccetto legato a tavola e caviglia del surfista. Urlando, scalciando e colpendo la pinna dello squalo Fanning è riuscito a scampare al primo attacco, durato una ventina di secondi, poi è stato soccorso dal jet-ski del soccorso e dagli uomini che, dal gommone dove stavano effettuando le riprese tv, sono riusciti a trarlo in salvo. Internet è esploso, Fanning è diventato un eroe. Ma  non si saprà mai se si sia trattato di un attacco o di un semplice incontro.

Bethany Hamilton, Kauai, Hawaii

attacco di squalo a Bethany Hamilton

La storia di Bethany Hamilton è ben diversa. A 13 anni, durante una giornata al mare con il suo surf è stata attaccata da uno squalo tigre di circa 4 metri che le ha tranciato di netto il braccio. Fortunatamente il papà che si trovava sulla spiaggia è riuscito a legare un laccio emostatico sotto la spalla trasportandola subito dopo in ospedale. Il suo recupero è stato velocissimo tanto che dopo la terza settimana è ritornata subito in acqua a surfare. Dopo neanche 2 anni Bethany, dopo aver subito la totale amputazione del braccio è tornata a surfare vincendo due anni dopo  il NSSA.  Nel 2004, la sua autobiografia è diventata un best-seller, e nel 2011, è stata trasformata in un film.

“LA MANCANZA DEL BRACCIO MI HA RESO PIÙ FORTE, DOPO QUELL’ORRIBILE INCIDENTE SONO RIUSCITA AD ARRIVARE PRIMA IN 3 CONCORSI NAZIONALI E PIAZZARMI BENE IN ALTRETTANTI CONCORSI INTERNAZIONALI. SPESSO DIMENTICO DI AVERE SOLTANTO UN BRACCIO, FORSE SARÀ UNA LIMITAZIONE QUANDO DOVRÒ CAMBIARE IL PANNOLINO AL BIMBO”

Rodney Fox, Aldinga Beach, Australia

attacco squalo a Rodney fox

La storia di Rodney Fox è antecedente all’era di internet per cui probabilmente non ne avete mai sentito parlare. Rodney Fox è stato un campione di pesca sub. Nel 1963 durante Australian Championships di pesca subacquea a sud di Adelaide Fox è stato attaccato da un grande squalo bianco che lo ha morso all’altezza della vita perforando il suo diaframma, lacerando i polmoni e schiacciando la sua gabbia toracica. Portato a terra dai suoi soccorritori Fox non aveva più nulla al suo posto tanto che una muta subacquea è servita per tenere gli organi all’interno della cassa toracica e dello stomaco.  “ebbi la sensazione di essere stato investito da un autobus…“ Cosi racconto’ Fox ai giornali. L’uomo allora 23 enne fu attaccato dallo stesso squalo per ben 2 volte. Durante il primo attacco Rodney Fox fu morso dallo squalo, era stretto tra le fauci dell’enorme animale quando con la mano destra riuscì a colpire lo squalo in un occhio che lascio’ subito la presa. Quando sembrava tutto finito Rodney ebbe il tempo di guardare in acqua verso il fondo del mare…“vidi lo squalo con le fauci spalancate che nuotava dal fondo verso di me…pensai che sarebbe stata la fine”.

Preso dalla disperazione, Rodney, riuscì a sferrare un gran calcio al bestione che si rivelò davvero efficace. Lo squalo fermò il suo assalto e cominciò a girare intorno alla vittima. Purtroppo, però, Rodney portava ancora, attaccata alla sua cintura, una corda di nylon che era legata ad una boa ove metteva il pesce pescato: lo squalo inghiotti la boa e trascinò, Rodney, nuovamente verso il basso. Egli cercò immediatamente di scollegare la cintura, ma il circuito di sicurezza gli era andato dietro la schiena durante l’attacco e non riusciva a raggiungerlo. Oramai a corto di aria e di forze, era sicuro che fosse giunta la sua ora…

Proprio quando anche l’ultima speranza era svanita, accadde l’impossibile: la corda legata alla boa inghiottita dalle fauci dello squalo… si ruppe! Successivamente, Rodney, si rese conto che probabilmente lo squalo aveva morso e danneggiato la corda. Ormai pressoché svenuto, egli, finì a galleggiare in superficie e prontamente il suo amico Bruce Farley e un altro uomo, arrivati sulla scena in barca, poterono soccorrerlo.

John Braxton, Big Island, Hawaii

John Braxton attacco a Big Island, Hawaii

Senza Instagram, John Braxton sarebbe probabilmente soltanto un altro dato statistico. Ma grazie al popolare social John Braxton pescatore subacqueo di 27 anni,  la sua storia è stata letta e condivisa da milioni persone.  Al largo di Big Island Upolu Point uno squalo di circa 4 metri ha attaccato l’uomo alla gamba. Dopo la fuga dello squalo John è riuscito a tornare a riva dove il suo compagno di pesca ha subito chiamato il 911 (pronto soccorso n.d.r).

Elio Canestri, Cap Homard, Isola della Reunion

Elio canestri vittima di un attacco di squalo zambesi

Era una promessa del surf, il piccolo Elio Canestri. Francese, con una grande passione per la tavola e le onde, si trovava a Cap Homard, sulla costa occidentale dell’isola per affrontare le onde dell’oceano. Il piccolo surfista  è stato sbranato da uno squalo che ha letteralmente strappato gambe e braccia dal corpicino. Uno squalo zambesi di circa 2,5 metri, è improvvisamente comparso sotto la tavola del piccolo surfista che si stava allenando con altri amici. I soccorsi sono stati inutili, le ferite provocate dallo squalo erano troppo profonde ed il piccolo è deceduto in pochi minuti. Soltanto negli ultimi 4 anni nella acque della Réunion ci sono stati 16 attacchi di squali, 7 di cui fatali per l’uomo.

Il Jersey Shore (Florida) 1916

Attacchi di squalo del jersey shore

Non si tratta di un solo attacco. Nell’estate del 1915 ben 5 attacchi di squali sono avvenuti in soli 10 giorni provocando 4 morti. E’ accaduto tra il 2 ed il 14 di luglio quando una forte ondata di caldo ha spinto migliaia di persone verso la costa a rinfrescarsi nelle fresche acque dell’oceano.  Dal 1916 gli studiosi portano avanti un dibattito a proposito di quale specie di squalo fu responsabile dell’accaduto e se altri animali ne furono coinvolti. Gli attacchi avvennero in un’estate caratterizzata da un’insolita ondata di caldo e da un’epidemia di poliomielite nel nord-est degli Stati Uniti, che fece spostare migliaia di persone nei resort del Jersey Shore. Attacchi di squalo lungo la costa est degli Stati Uniti fino ai semi-tropicali stati della Florida, Georgia e Carolina del Sud erano rari, ma gli studiosi credono che l’incremento della presenza di squali e umani in acqua ebbe come conseguenza gli attacchi del 1916.


jersy shore 1916 shark attack

Nell’estate del 1915 ben 5 attacchi di squali sono avvenuti in soli 10 giorni provocando 4 morti.


Le reazioni locali e nazionali in seguito agli attacchi di squalo generarono un’ondata di panico e scatenarono la caccia allo squalo, che aveva come obiettivo eliminare i grandi squali predatori e salvare l’economia della comunità marittima del New Jersey. Le città marittime aggiunsero alle spiagge pubbliche delle reti di metallo per proteggere i nuotatori. La conoscenza scientifica riguardante gli squali prima del 1916 era basata solo su congetture e speculazioni. Gli attacchi portarono subito gli ittiologi a fissare, per la comunità, quali fossero le abilità degli squali e la natura dei loro attacchi. Ancora oggi non si sa con esattezza che specie di squalo fu quella che terrorizzò la costa del New Jersey. All’epoca si ipotizzò che il responsabile fosse uno squalo bianco pescato lì vicino nel cui stomaco furono rinvenuti resti umani. Tuttavia alcuni attacchi avvennero anche nel torrente lì vicino e lo squalo bianco non può vivere in acque dolci, quindi si indicò un nuovo responsabile, l’unico squalo che vive in acque dolci: lo squalo leuca. Ci sono stati numerosi dibattiti e si è giunti alla conclusione che il responsabile degli attacchi in mare fu lo squalo bianco che aveva nello stomaco resti umani, mentre nel fiume gli attacchi furono causati dallo squalo leuca. Quindi gli squali in azione furono due e non uno come si è sempre pensato.

Gli episodi sono immediatamente entrati nella cultura popolare statunitense, dove gli squali sono caricature nei fumetti editoriali rappresentanti il pericolo. Gli attacchi ispirarono la stesura del libro di Peter Benchley Lo squalo (1974), storia di un grande squalo bianco che terrorizza l’immaginaria città costiera di Amity. Lo squalo divenne un celebre film nel 1975 diretto da Steven Spielberg, nel quale tra l’altro l’episodio viene citato, ritenendo lo squalo bianco responsabile degli attacchi del New Jersey. Gli attacchi sono diventati anche oggetto di documentari per History Channel, Discovery Channel, e National Geographic Channel.

Retroscena. Nel 1916 molta gente di ogni classe sociale scese lungo le spiagge di New York e del New Jersey e, secondo il ricercatore Richard G. Fernicola, gli attacchi di squalo del Jersey Shore “did not take place in a vacuum” (“non sono avvenuti in un luogo vuoto”). Tra il 1880 e il 1920, lo standard di vita delle classi lavoratrici statunitensi nelle aree urbane come Filadelfia e New York migliorò considerevolmente, ma le spese per alloggi, cibo, carburante e abbigliamento consumarono notevolmente il reddito delle famiglie. Gli uomini e le donne lavoratrici single spesso andavano ai cinema nickelodeon, nei bar o nei saloon, nelle sale da ballo, a fare escursioni verso convenienti parchi di divertimento e spiagge quali Coney Island e il Jersey Shore. I ricchi americani viaggiavano altresì lungo la costa durante l’estate per fuggire dal caldo e dalle città congestionate. Durante questo periodo il bagno in mare divenne un’attività ricreativa molto popolare. La Fourth Avenue Beach a Asbury Park, nel 1902, caratterizzata da una “passeggiata” (sinistra) e tratti di spiaggia per il tiro alla fune per “matti che si vogliono inzuppare”.

L’estate del 1916 nel nordest fu mortale per i residenti di Philadelphia e New York che soffrivano per l’intensa ondata di caldo e per l’epidemia di poliomielite. Cercando sollievo, migliaia di viaggiatori si recarono alle spiagge del New Jersey quotidianamente utilizzando le linee ferroviarie che collegavano le grandi città con le cittadelle turistiche come Long Branch, Asbury Park, Ocean Grove, e Atlantic City. Mentre in Europa si combatteva laPrima guerra mondiale, i vacanzieri guardavano gli U-Boot tedeschi mentre si aggiravano lontani dalle coste.

La gente visitò le spiagge in numeri record. I bagnini erano preoccupati per gli squali, secondo il ricercatore Michael Capuzzo, ma non vedevano negli animali il pericolo maggiore. Capuzzo aggiunge che “molti americani non avevano mai visto uno squalo eccetto in fotografie scattate sui giornali e disegni” tratti da romanzi come Moby-Dick (1851) di Herman Melville o Ventimila leghe sotto i mari (1870) di Jules Verne. Prima del 1916, gli studiosi americani dubitavano che gli squali attaccassero le persone in acque temperate senza essere provocati, tanto che gli incidenti nelle acque temperate dei Caraibi, di Bombay, delle Hawaii e delle Figi vennero considerati dei casi “anomali”. Gli attacchi di squalo nel Jersey Shore quell’estate del 1916 sorpresero e scioccarono turisti e accademici.

Marcello Guadagnino

Web Editor : Marcello Guadagnino, biologo marino ed esperto di pesca professionale. Autore del Giornale dei Marinai

Questo articolo ha un commento

  1. Barbara Manzo

    Ho una vera passione per questi animali e sono affascinata dal lavoro che svolgono i ricercatori, però ritengo che azzardino troppo facendo immersioni senza gabbia, sono sempre predatori

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