Il Murice Spinoso – Bolinus brandaris

Il Murice Spinoso – Bolinus brandaris

Il murice spinoso (Bolinus brandaris), noto anche come boccone in Sardegna, murice comune, ragusa, garusolo, scongillio, muccuna (bocconi di mare a Palermo), quecci o queccioli nelle zone di Taranto e bollo, è un affascinante mollusco gasteropode appartenente alla famiglia dei Muricidae.

Descrizione: La conchiglia del murice spinoso ha una dimensione media di circa 6-8 cm ed è caratterizzata da prolungamenti spinosi, conferendo alla forma un aspetto rigonfio allungato in una delle estremità del sifone, quest’ultimo lungo e dritto. La superficie esterna è rugosa, attraversata da numerosi cordoncini spirali irregolari. La colorazione della conchiglia varia dal giallo al bruno, mentre lo stomaco è ovale e dentellato sul margine esterno, assumendo tonalità che vanno dal giallo all’arancio.

Distribuzione e Habitat: Questo mollusco è una specie comune e si trova su fondali sabbiosi fino a una profondità massima di 100 metri.

Biologia: Il murice spinoso è un predatore necrofago, cioè si nutre di carogne.

Riproduzione: Durante il periodo riproduttivo, che va da giugno a luglio, è possibile osservare gruppi numerosi con esemplari di sesso diverso che si accoppiano. Gli individui di questa specie sono ermafroditi proterandri, il che significa che inizialmente sono maschi e successivamente, all’occorrenza, diventano femmine. Le uova vengono deposte sulle rocce delle scogliere organizzate in una massa biancastra più o meno gelatinosa.

Storia e Importanza Culturale: Il murice spinoso ha una storia lunga e affascinante, particolarmente legata alla produzione della porpora reale. La porpora, di colore violaceo, era un tesoro pregiato utilizzato per la colorazione delle stoffe. Si estraeva da una ghiandola del mollusco, e da ogni individuo si poteva ricavare solo una goccia, rendendola estremamente costosa. L’importanza della pesca del murice spinoso era tale che i Fenici si spingevano fino alle Canarie per ottenerla. Inizialmente, Tiro fu il centro di smistamento principale, ma successivamente Cartagine divenne il luogo di produzione più significativo, fornendo la porpora a Roma, dove divenne uno dei simboli della magnificenza imperiale.

In Italia, i centri di produzione della porpora in epoca greca e romana includevano Ancona, Aquino, Otranto, Pozzuoli, Taranto e Siracusa.

Il murice spinoso non è solo un mollusco, ma un connettore con il passato, una testimonianza della ricerca umana di bellezza e status attraverso materiali unici e pregiati estratti dal cuore del mare.

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