Un incontro eccezionale è avvenuto nei giorni scorsi nelle acque del Mar Ionio, al largo delle coste calabresi: due esemplari di Regaleco (Regalecus glesne) sono stati avvistati in superficie a poche ore di distanza l’uno dall’altro. A fare la segnalazione è stato un pescatore locale, Nino Martino che è riuscito anche a riprendere uno dei due animali mentre nuotava lentamente sotto la sua barca.
L’avvistamento ha subito attirato l’attenzione della comunità scientifica, in particolare di Francesco Tiralongo, ittiologo dell’Università di Catania e responsabile del progetto di monitoraggio AlienFish. «Si tratta di un evento straordinario — ha spiegato Tiralongo —. Ogni incontro con il Regaleco è prezioso, perché ci offre l’opportunità di raccogliere dati su una specie profondamente enigmatica e ancora poco studiata».
Il Regaleco, conosciuto fin dall’antichità per il suo aspetto singolare e le dimensioni impressionanti — può superare gli 8 metri di lunghezza — vive abitualmente a profondità comprese tra i 200 e i 1000 metri. Le apparizioni in superficie sono rare e, secondo Tiralongo, potrebbero essere influenzate da fattori ambientali ancora poco compresi: «Alcune teorie ipotizzano che cambiamenti nelle temperature marine, variazioni di corrente o perfino disturbi sismici possano spingere questi animali verso l’alto, ma al momento non esistono certezze scientifiche».
A rendere ancora più insolita la segnalazione è la doppia apparizione nel giro di poche ore. «Non è comune osservare due esemplari in un intervallo di tempo così ristretto — aggiunge Tiralongo —. Stiamo analizzando i video per verificare le condizioni dei pesci e individuare eventuali fattori ambientali che possano aver influito sul loro comportamento».

Il Regaleco è avvolto da una lunga tradizione di leggende e superstizioni. In alcune culture asiatiche viene considerato presagio di terremoti, mentre nel folklore mediterraneo è spesso stato associato ai racconti di mostri marini. La scienza, però, restituisce un’immagine ben diversa: si tratta di una specie innocua, che si nutre prevalentemente di plancton e piccoli organismi.
Questa nuova segnalazione è stata integrata nella banca dati del progetto AlienFish, che punta a coinvolgere direttamente pescatori, subacquei e cittadini nella raccolta di dati su specie rare o aliene nel Mediterraneo. «Il contributo delle persone che vivono quotidianamente il mare è fondamentale — conclude Tiralongo —. Senza la prontezza del pescatore che ha filmato i Regaleco, avremmo perso un’occasione preziosa per approfondire la conoscenza di questa specie e del nostro ecosistema marino».
Ogni nuovo avvistamento aiuta infatti a ricostruire una mappa più precisa della distribuzione del Regaleco nel Mediterraneo, dove le segnalazioni ufficiali rimangono rarissime: la prima documentazione risale addirittura al 1826. Episodi come questo contribuiscono a fare luce su un abitante delle profondità che, ancora oggi, mantiene intatto tutto il suo fascino misterioso.