Nel 1983 una imbarcazione da pesca catturò tra le acque di Berufjörður in Islanda, un maschio di orca di circa un anno. Una volta nella rete la vita dell’orca chiamata Tilikum era già già segnata, era stata catturata infatti per essere rivenduta ad acquari e parchi d’attazione d’Europa. Venne infatti il momento di trasferire l’orca al Sealand of the Pacific nella città di Vittoria, nella Columbia britannica. L’orca visse li per circa 8 anni, dove imparò a fare salti fuori dall’acqua per divertire il pubblico. Nel 1992, dopo la morte di un’addestratrice, fu rivenduta al SeaWorld di Orlando, in Florida, dove si consumarono altri 2 incidenti legati non solo ad istruttori dell’acquario.
La Storia di Tilikum è stata ampliamente trattata sia dai media dell’epoca che ne raccontarono gli incidenti ma anche dalla CNN che pubblico il film Blackfish ad essa dedicato. Il film documentario racconta dei danni psicologici che subiscono i grandi mammiferi in cattività e di come diventino innaturalmente aggressivi verso l’uomo.
Tilikum, già da piccolo presentò segni di disturbi psicologici, era solito infatti girare in tondo nelle vasche dell’acquario senza mai arrestarsi e la sua pinna dorsale non era mai dritta ma perennemente pendeva sul lato sinistro. Con gli anni i suoi disturbi si aggravarono e l’orca fu protagonista di ben 3 morti. La prima dell’addestratore del Sealand of The Pacific Keltie Byrne, la seconda di Daniel P. Dukes, un uomo che riuscì ad entrare di notte nell’acquario e che fu ritrovato deceduto la mattina dopo e quella di Dawn Brancheau, addestratrice del SeaWorld di Orlando.
Chi era Tilikum
Si tratta dell’orca più grande mai osservatà in cattività. Pesava circa 5700 Kg ed era lunga 6.9 metri. Le pinne pettorali misuravano 2 metri e la pinna dorsale era alta 2 metri. Al Sealand, Tilikum visse con due orche più anziane di nome Haida II e Nootka IV. Come risultato della loro struttura sociale matriarcale , Tilikum fu maltrattato da Haida II e Nootka IV sempre molto aggressive nei confronti del cucciolo, costringendo gli addestratori a spostarlo in una vasca dove viveva in solitaria.
Man mano che l’orca cresceva e diventava sempre più grande, gli istruttori cercarono di spingerla ad affrontare esercizi sempre più difficili.
Forse a causa della cattività o dei maltrattamenti subiti da altre orche, Tilikum cominciò a mostrare strani comportamenti verso i suoi istruttori.
Se si considera che gli attacchi ad esseri umani da orche sono rari e che sino al 1991 non erano mai stati registrati attacchi mortali quello che accadde nel 1991 fu qualcosa di nuovo che cambierà la letteratura sulle orche. Da quell’anno 4 uomini furono uccisi da un orca, 3 di questi furono uccisioni eseguite proprio da Tilikum
La morte di Keltie Lee Byrne
Keltie era una biologa marina che al Sealand of the Pacific addestrava le orche. Il 20 febbraio 1991, Keltie era di turno al parco, un passo sbagliato e scivolò nella vasca delle orche. Le sorelle Corrine Cowell e Nadine Kallen, due turiste canadesi che frequentavano il parco a tema al momento dell’incidente, furono testimoni del tragico evento, e testimoniarono che Keltie urlò e fu presa dal panico dopo aver realizzato che Tilikum le aveva morso il braccio e voleva trascinarla sott’acqua.
Secondo il rapporto ufficiale della polizia, i tentativi di salvataggio furono inutili, fu praticamente impossibile recuperare il corpo dell’addestratrice ancora in vita.
Il cadavere venne successivamente recuperato ed il corpo di Keltie sepolto al Evergreen Memorial Gardens.
Il Sealand of the Pacific venne chiuso nel 1992 (in gran parte il fallimento Fu dovuto proprio alla morte di Keltie ) e Tilikum fu venduto al SeaWorld.
La morte di Daniel P. Dukes
Il secondo incidente ha per vittima Daniel P. Dukes, un uomo originario della Carolina del Sud che sembra si sia arrampicato di notte per dormire all’interno del parco. L’uomo, secondo alcune fonti un senzatetto, fu ritrovato la mattina dopo mutilato all’interno della vasca di Tilikum . Poiché il SeaWorld afferma di non avere filmati di sicurezza della piscina quella notte, non è chiaro esattamente cosa sia successo. Secondo il rapporto dell’Orange County Sheriff’s Office , una chiamata al 911 è stata ricevuta da SeaWorld alle 7:25, quasi nel momento esatto in cui il corpo di Dukes è stato individuato. L’Orange County Sheriff’s Office ha immediatamente inviato il detective Calhoun che è arrivato a SeaWorld otto minuti dopo. Il cadavere di Dukes è stato recuperato e successivamente identificato.
I genitori di Dukes hanno intentato una causa contro Seaworld due mesi dopo la morte del figlio. Questa causa è stata successivamente archiviata
La morte di Dawn Brancheau
Il 24 febbraio 2010, Tilikum ha ucciso Dawn Brancheau , un’addestratrice di SeaWorld di 40 anni. La donna è stata ucciso dopo uno spettacolo. L’addestratrice stava accarezzando Tilikum quando l’orca ha afferrato la donna per la coda di cavallo che aveva ai capelli trascinandolo in acqua. L’orca con morso riuscì a troncare di netto il braccio della donna ed ad ingoiarlo. La morte di Dawn provocò una controversia legale sulla sicurezza al lavoro negli acquari e sull’etica di tenere in cattività orche e altri mammiferi marini.
Tilikum torna ed esce in scena
Tilikum è tornato a esibirsi il 30 marzo 2011. Finite le carezze e ed in contatti con l’orca da parte degli addestratori. Nel 2016 l’orca si ammalò a causa di un’infezione batterica e mori il 6 gennaio del 2017, sebbene le orche riescano a vivere sino a 90/100 anni.
Negli ultimi sei anni, dalla tragedia di Brancheau, Tilikum è rimasto, per lo più da solo, in una piscina a Orlando con pochi contatti umani. Per ovvie ragioni i suoi istruttori e veterinari hanno continuato a temerlo e il contatto consentito solo se l’animale si era in una situazione controllata. Tilikum ha continuato, tuttavia, a essere un’importante riproduttore per il programma nascite del SeaWorld.
Oggi, 55 orche rimangono ancora in cattività in tutto il mondo.
Sono contento e mi fa molto piacere che ogni tanto un’orca mastica qualche istruttore, dovrebbe succedere tutti i giorni, così forse ‘sti coglioni la smetteranno di chiudere in gabbia animali che sono abituati a fare migliaia di miglia all’anno nelle loro migrazioni.
Spero di non vedere orche o altri animali di grande mole chiusi in vasche, con la durezza di addestramenti, spesso ripetitivi, per far ridere gli spettatori paganti.
Purtroppo il denaro, quando serve a sfruttare e fare impazzire gli animali, i danni sono irreparabili.