Capire il sesso dei pesci non è alla portata di tutti. Alcune specie presentano un dimorfismo sessuale (caratteristiche e a volte dimensioni diverse a seconda del sesso). Per altre ancora bisogna ricorrere all’analisi delle gonadi per riconoscerne il sesso. Sono appunto due caratteristiche il colore e la forma delle gonadi ad indicarci il sesso della specie che stiamo osservando.
Riconoscere il sesso dei pesci dalle gonadi
Generalmente i testicoli presentano un colore biancastro e sono allungati. Durante il periodo riproduttivo sono ben visibili perché ricchi di liquido seminale. Le ovaie invece sono di colore rossastro.

Le gonadi nel periodo riproduttivo occupano gran parte della cavità addominale (soprattutto in periodo pre e post riproduttivo) e si trovano esattamente a contatto con la parete ventrale interna. Buona parte dei teleostei o pesci ossei e i pesci cartilaginei (squali e razze) hanno i sessi separati. Si tratta di specie gonocoriche ovvero che non subiscono inversione di sesso durante la loro vita. Una piccola percentuale dei teleostei però subisce tale inversione. Un classico esempio ne è l’orata o ancora la cernia. Si tratta di pesci ermafroditi, una condizione che comporta la presenza di entrambe le gonadi. Questa condizione può presentare entrambe le gonadi nello stesso momento o alternarsi nel tempo trasformando l’individuo da maschio a femmina o viceversa.
Ermafroditi sincroni o sequenziali
Un pesce ermafrodita sincrono sviluppa le due gonadi contemporaneamente. In questo caso il pesce mantiene i due sessi nello stesso momento. Questa condizione è tipica dei serranidi, in particolare della perchia (Serranus cabrilla), dello sciarrano comune (Serranus scriba) e dello sciarrano sacchetto (Serranus hepatus).

La condizione di ermafroditismo sequenziale (tipico come già accennato dell’orata) prevede un’inversione del sesso in un momento particolare della vita del pesce. Questa condizione puo’ andare in due sensi cioè può invertire il sesso di un pesce maschio in femmina e viceversa. Nel caso in cui la gonade maschile maturi prima e quindi l’inversione a femmina avviene successivamente si parla di ermafroditismo proterandrico. Se accade il contrario cioè da femmina il sesso si inverte a maschio allora si parla di ermafroditismo proteroginico. Esempio ne è il pesce pettine (Xyrichthys novacula) che nasce femmina ed all’età di circa 4 anni trasforma il proprio sesso in maschile.
L’inversione del sesso
Durante l’inversione di sesso si hanno anche dei mutamenti morfologici ed in particolare della livrea. I maschi tenderanno ad essere colorati con toni brillanti diversamente dalle femmine che manterranno una livrea più modesta.
In casi rari si può assistere a casi di autofecondazione. Cio’ avviene in ambienti dove i contatti tra individui sono rari.
Ci sono fattori che possono influenzare il cambiamento di sesso nei pesci ?
Vi sono specie in cui l’inversione sessuale è geneticamente programmata. Ad una determinata età o taglia inizia inevitabilmente la trasformazione. Le cernie brune (Epinephelus marginatus) raggiungono la maturità sessuale come femmine all’età di 5 anni circa. Nella maggior parte degli esemplari l’inversione sessuale avviene al dodicesimo anno d’età; tuttavia, in molti casi può accadere prima o dopo, con gli individui più precoci che invertono il sesso a 9 anni e quelli più tardivi a 16. In Ephinephelus merra, un’altra specie di cernia molto più piccola, le dimensioni di 20 cm circa innescano il cambiamento sessuale. In questi casi, quindi non vi è alcun effetto ambientale che innesca i fenomeni endocrinologici alla base dell’inversione sessuale.

Peraltro, i fattori ambientali fisici non sembrano essere implicati nel cambiamento del sesso nei pesci anche in specie che non hanno un’inversione programmata. Piuttosto sono i fattori sociali che risultano determinanti. La maggioranza dei pesci ambisessuali vivono specialmente nelle zone tropicali e subtropicali dove sono comunque presenti molte più specie gonocoriche. L’ambiente è uguale per tutti, ma l’organizzazione sociale può essere diversa, quindi è ovvio che venga considerato il fattore più incisivo nel determinare il cambiamento. Nel pesce pulitore Labroides dimidiadus il maschio è quello con la taglia maggiore e domina un harem di femmine tra le quali, comunque, vigono le regole della dominanza in relazione alla taglia. La presenza del maschio dominante impedisce il cambiamento di sesso delle altre femmine, laddove la sua rimozione provoca l’inversione sessuale della femmina dominante, che eredita l’harem. Un fenomeno del genere può avvenire anche nel caso di harem molto grandi, dove alcune femmine possono invertire il sesso nei pesci e portare via parte dell’harem. In questo caso il maschio pur presente non riesce ad esercitare il controllo di tutte le sue femmine.
Il caso del pesce pagliaccio
Nei pesci pagliaccio proterandrici le femmine sono invece più grandi e dominanti in un gruppo sociale. Una coppia abita un anemone con altri individui più piccoli. Alla scomparsa della femmina il secondo individuo in rango, cioè il maschio riproduttivo cresce rapidamente in dimensioni e inverte il sesso nel pesce. Ciò perché sono stati rimossi i fattori inibitori (sconosciuti) dovuti alla presenza della femmina dominante. Interessante notare che se non sono presenti individui sessualmente maturi in un gruppo, alcuni giovani possono anche evolvere direttamente in femmine (femmine primarie).
Andata e ritorno

In un pesce gobide (Trimma okinawae) quando il maschio dominante in un gruppo sociale scompare la femmina più grande inverte il sesso nei pesci, ma se successivamente viene a trovarsi in presenza di maschi di taglia maggiore inverte ancora il sesso nei pesci ritornando femmina.
Sembra abbastanza ovvio che i fattori sociali stimolano risposte interne di tipo endocrino che inducono i cambiamenti. Si sa che somministrazione di androgeni in pesci proteroginici determinano il cambiamento del sesso nei pesci e, in alcuni casi, sono stati trovate delle correlazioni tra il livello degli steroidi e lo status sessuale (pesci pagliaccio). I dati sono frammentari e i dubbi numerosi; tuttavia, l’ipotesi più accreditata è che i segnali sociali agiscano sull’asse ipotalamo ipofisi gonadi. Quindi, un segnale esterno attiverebbe il GnRH encefalico che a sua volta stimolerebbe il rilascio delle gonadotropine ipofisarie, che agendo sulle gonadi stimolerebbero la sintesi degli ormoni steroidei.