Non si tratta soltanto d’inquinamento. Le reti fantasma sono una vera e propria trappola mortale. Che non si arresta mai.
Reti, palangari, nasse o qualsiasi altro strumento utilizzato per la pesca una volta abbandonato in mare diventa una trappola mortale che non si arresta mai. Le reti fantasma rimangono disperse in mare spesso a causa di mareggiate, incuria da parte dell’uomo o anche a causa delle grandi barche da pesca a strascico che in maniera illegale si avvicinano nel sotto costa trascinando con se le reti da posta che si strappano e rimangono poi sul fondo.
Una trappola mortale
Comincia cosi il calvario per specie marine appartenenti ad ogni genere e specie. Non sono soltanto le specie target a rimanere catturate sul fondo per morire in breve tempo ma anche tutte quelle altre specie che dalla carcassa catturata ne traggono sostentamento. Basti pensare ad una triglia intrappolata nelle reti fantasma: una volta morta la triglia diventa una vera e propria esca per altre specie che indubitabilmente rimangono intrappolate ricreando la stessa situazione che si perpetra nel tempo. Ma e’ cosi anche per le nasse perdute a centinaia di metri di profondità o ancora i palamiti, lunghe lenze a cui vengono legati dei braccioli con degli ami. Spesso anche solo il luccichio dell’amo può catturare un pesce innescando ancora una volta il circuito. Le vittime conosciute sono tartarughe, squali e grossi predatori ma il problema si acuisce con le specie di dimensioni inferiori.
Come fermare la pesca fantasma?
La FAO si e’ mostrata molto sensibile a questo tema negli ultimi anni cercando in qualche maniera di frenare la dispersione di attrezzi da pesca in mare. Una stima effettuata nota che le attrezzature da pesca abbandonate costituiscano circa un quinto dei rifiuti marini. Secondo la FAO un sistema efficace potrebbe e’ quello di marchiare le proprie attrezzature da pesca in maniera da poterle riconoscere (questo aiuterebbe anche a contrastare il fenomeno ella pesca illegale) ma anche chip di segnalazione cifrati, i cosiddetti coded wire tags – CWTs che renderebbero le reti rintracciabili.
Linee guida mai sviluppate
Uno dei veri problemi e’ che i tentativi di sviluppare delle linee guida internazionali per le reti fantasma non hanno mai portato a dei risultati concreti. Soprattutto per quanto riguarda i tratti di mare al di fuori delle giurisdizioni nazionali.
Che sia arrivato veramente il momento di fermare la pesca fantasma?
La FAO ha cominciato un processo per sviluppare delle Linee Guida Tecniche Internazionali per il Contrassegno delle Attrezzature da Pesca. Il mese scorso un primo abbozzo e’ stato discusso e adesso la Commissione si riunirà ancora nel mese di luglio che mettere in chiaro tutti i passaggi per combattere la pesca fantasma.
«Ciò di cui abbiamo bisogno è un sistema semplice e accessibile che permetta di identificare facilmente a chi appartiene l’attrezzatura, la pesca di origine e la sua posizione in mare – ha detto Suuronen – Lo sviluppo di standard riconosciuti internazionalmente per il contrassegno di tutte le attrezzature da pesca ci aiuterà a capire meglio le ragioni del loro smarrimento e ad individuare delle misure preventive appropriate».