Il pesce palla maculato ormai e’ arrivato nei nostri mari, e’ tossico e non va assolutamente mangiato. ISPRA, IZSLT, e FISHLAB stanno cercando di conoscere meglio questo “alieno”. Lo potranno fare anche grazie a VOI.
Ogni segnalazione e’ importantissima. Come anche lo sono le analisi sul pesce palla maculato. Preghiamo tutti voi, pescatori professionali e sportivi a segnalare ogni avvistamento o cattura e (importantissimo) la spedizione dell’esemplare agli indirizzi sotto riportati. Una corretta e diffusa informazione consentirà di contribuire alla tutela della salute pubblica evitando gravi rischi per i consumatori.
Ecco la storia del pesce palla maculato e come e’ arrivato in Mediterraneo
Il riscaldamento globale sta irreversibilmente trasformando il Mar Mediterraneo e dal 1980 a oggi, l’ecosistema marino ha subito rapidi e drammatici cambiamenti, quali l’alterazione delle catene trofiche alimentari, episodi di mortalità di massa ed esplosioni demografiche.
All’origine sembrano esservi i fenomeni di “meridionalizzazione” e “tropicalizzazione”, strettamente connessi fra loro e legati all’innalzamento della temperatura delle acque marine. Questo ha portato ad una progressiva movimentazione verso nord di specie termofile autoctone, di solito limitate ai settori meridionali e più caldi del Mar Mediterraneo. Ad oggi più di 30 specie autoctone si sono già diffuse nelle zone settentrionali del bacino. Allo stesso modo, l’innalzamento delle temperature facilita la diffusione di specie esotiche tropicali, introdotte attraverso il Canale di Suez, il trasporto marittimo, l’acquacoltura o combinazioni di questi fattori. Sebbene la via d’introduzione differisca fortemente tra i phyla e le aree del Mediterraneo, il Canale di Suez riveste un ruolo cruciale, permettendo la migrazione di specie originarie dell’Oceano Indiano e del Mar Rosso (migrazione “lessepsiana”).
Questo fenomeno, oltre a minacciare la biodiversità, può avere un impatto sulla salute umana favorendo l’introduzione di specie tossiche che possono essere pescate accidentalmente entrando nei circuiti commerciali.
In particolare, numerose specie non autoctone appartenenti alla famiglia Tetraodontidae come Lagocephalus spadiceus, Lagocephalus suezensis, Sphoeroides pachygaster, Torquigener flavimmaculosus e Tylerius spinosissimus sono da tempo segnalate nelle acque del Mediterraneo.
Oltre a queste, note come “pesci palla” o “Fugu” in giapponese, anche altre specie delle famiglie Molidae e Canthigasteridae contengono la Tetradotossina, una delle più letali neurotossine conosciute al mondo e frequente causa d’intossicazione nei paesi asiatici.
La sua concentrazione è maggiore nel fegato, nelle gonadi, nella pelle e nell’intestino. Generalmente le carni non accumulano la tossina, ma possono contaminarsi per contatto con gli organi tossici, eseguendo in modo scorretto la toelettatura del pesce, o in seguito a conservazione prolungata prima del consumo. Recenti studi hanno tuttavia evidenziato come talvolta la tossina si trovi anche nel muscolo. Per questo motivo la normativa comunitaria (Regolamento (CE) n. 853 e n. 854/2004) vieta la commercializzazione a scopo alimentare delle specie appartenenti alla famiglia Tetraodontidae. Recentemente, in un lasso temporale ristretto (2005-2010), sono stati segnalati 13 decessi ed altri casi di intossicazione nel Mediterraneo orientale.
Nel nostro paese sono stati osservati dei casi di intossicazione, sette a Iesolo, tre a Pavia (pesce congelato) e tre a Roma che hanno portato alla morte tre dei consumatori di pesce palla.
Dal 1974 al 1983 sono stati segnalati 646 casi di avvelenamento da pesce palla in Giappone, con 179 morti. Statistiche dal Tokyo Bureau of Social Welfare and Public Health indicano che si verificarono 20–44 casi di avvelenamento da fugu tra il 1996 e il 2006 nell’intero paese, portando a circa 34–64 ricoveri e 0–6 morti per anno, con tasso di mortalità di circa il 6,8% .Dei 23 incidenti registrati a Tokyo tra il 1993 e il 2006, soltanto uno si verifico per l’ingestione di fugu in un ristorante, mentre gli altri coinvolsero pescatori che mangiavano la parte meno pregiata del loro pescato.
Il Ministero della Salute, nell’ambito della ricerca corrente, ha finanziato il progetto “Cambiamenti climatici e sicurezza alimentare: indagine molecolare, microbiologica e tossicologica sulle specie ittiche tossiche presenti nel Mar Tirreno” di cui è capofila l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana in partenariato con l’Università degli Studi di Pisa – Dipartimento di Scienze Veterinarie e il Fish Health Veterinary Officer, Veterinary Services and Animal Health, Ministry of Agriculture & Rural Development, Israel.
Il progetto si propone di monitorare la presenza di specie invasive lungo le coste del Mar Tirreno (in particolare il pesce palla maculato) e di caratterizzarle sotto il profilo molecolare, microbiologico e tossicologico per una valutazione del loro impatto e del rischio ad esse associato. Insieme alla campagna di informazione e ad una formazione mirata dei pescatori e degli altri operatori della filiera il progetto si pone come obiettivo finale la tutela degli operatori e dei consumatori.
Visto l’argomento e il non facile reperimento di campioni è molto importante creare una rete tra i diversi enti e professionisti che a vario titolo operano nel settore.
In fase preliminare sono stati presi quindi contatti con i servizi veterinari delle AASSLL costiere, il Settore Mare di ARPAT, associazioni di categoria e con l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) che ha promosso una campagna per il monitoraggio delle specie aliene tossiche.
Prendendo parte a questo progetto ed inviandoci le vostre segnalazioni ci aiuterete a monitorare la presenza di specie invasive nel Mediterraneo.
Una corretta e diffusa informazione consentirà inoltre di contribuire alla tutela della salute pubblica evitando gravi rischi per i consumatori.
Si invitano pertanto tutti coloro che avessero modo di rinvenire o avvistare una di queste specie durante le attività di pesca professionale, sportiva o amatoriale a compilare l’apposita scheda (http://fishlab.vet.unipi.it/wp-content/uploads/2016/02/scheda_segnalazione-DEF.pdf) di segnalazione inviando comunicazione a:
IZSLT – Sezione di Pisa – e- mail: pisa@izslt.it
Università di Pisa – Dipartimento di Scienze Veterinarie – e- mail: fishlab@vet.unipi.it
ISPRA – e- mail: pescepalla@isprambiente.it
Per indicazioni sulla conservazione degli esemplari di pesce palla maculato pescati o rinvenuti spiaggiati e per il loro recupero si prega di contattare il n. 050/2210204 dalle 9 alle 18.