Una scarica per identificare la preda, poi un’altra per stordirla. Ecco la crudele strategia dell’ anguilla elettrica.
Tutto un discorso di VOLT. L’anguilla elettrica (Electrophorus electricus) conosciuta anche con il nome di elettroforo è un pesce d’acqua dolce che puo’ misure sino a due metri di lunghezza. Vive in particolare le acque dei fiumi del Centro America ed ha un organo elettrico che permette al pesce di inviare scariche elettriche che possono raggiungere anche i 600 volt.
Come ti stordisco il pranzo
L‘anguilla elettrica possiede tre paia di organi elettrici addominali in grado di produrre una differenza di potenziale e generare così un campo elettrico. Questi organi sono costituiti di cellule speciali, di origine muscolare, denominate elettrociti; tali elettrociti sono cellule piatte, a forma di disco, affrontate ed allineate, all’interno delle quali scorre la corrente elettrica. Al momento di liberare la scarica elettrica, per esempio per catturare una preda, i canali ionici situati sulla membrana di queste cellule si aprono, permettendo il libero passaggio di ioni sodio, caricati positivamente, che entrano nelle cellule stesse invertendone momentaneamente la carica, e generando perciò una scarica.
L’anguilla elettrica come una batteria d’automobile
Il meccanismo è simile a quello di una batteria, nella quale piatti conduttori affrontati producono una carica elettrica. Lungo i fianchi del pesce, gli elettrociti, presenti in un numero che va dai 5 ai 6.000, possono produrre in questo modo una scarica di più di 500 volt, ed un flusso di corrente pari ad 1 ampere (500 watt). Una scarica di questo tipo rende l’elettroforo uno dei pesci “elettrici” più forti, insieme alle torpedini, ed anche uno degli animali più pericolosi delle foreste sudamericane: un elettroforo adulto è capace di uccidere con le sue scariche un uomo adulto e sano.
Oltre a questa devastante scarica, che il pesce utilizza per la caccia o l’autodifesa, questo pesce è in grado di generare anche campi elettrici di più lieve intensità, che utilizza principalmente per l’elettrolocalizzazione. Questi campi elettrici, dell’ordine di 10-15 volt, giocano un ruolo importante per la localizzazione non solo delle prede, ma anche per la comunicazione con altri esemplari della stessa specie, e probabilmente nella ricerca del partner e nell’accoppiamento.