La Aplysina aerophoba, conosciuta comunemente come spugna gialla o Verongia, presenta una distribuzione geografica interessante che spazia dalla regione mediterranea alle vicine acque atlantiche. Inizialmente considerata endemica del solo bacino del Mediterraneo, è stata successivamente identificata anche lungo le coste dell’Atlantico vicino, includendo le zone del Portogallo e della Spagna.
Questa specie di spugna predilige acque poco agitate e esposte alla luce, come le zone rocciose o di prateria di posidonia, con una profondità che può raggiungere i 20 metri. La sua presenza è particolarmente abbondante intorno ai 10 metri di profondità in alcune aree del Mediterraneo.
DESCRIZIONE
La Aplysina aerophoba è una spugna digitiforme di colore giallo più o meno scuro, che assume una tonalità blu-nera una volta fuori dall’acqua. La sua struttura è caratterizzata da una base massiccia e da tubulature a forma di dita alte da 3 a 4 cm (talvolta più grandi) e con un diametro di circa 2 cm. La lunghezza totale dell’intera spugna varia generalmente da 10 a 20 cm, ma può raggiungere anche i 50 cm. Le estremità delle dita sono appiattite e presentano un osculo al centro. La spugna è facilmente strappabile, con una superficie liscia e viscosa punteggiata da piccole protuberanze coniche, corrispondenti alle estremità delle fibre cornee che compongono il suo scheletro.
SPECIE SIMILI
Un’altra specie, la Aplysina cavernicola, endemica del Mediterraneo, si trova esclusivamente in zone ombreggiate, distinguendosi quindi facilmente dalla Aplysina aerophoba. La Aplysina cavernicola ha un colore giallo più acceso, tubi più regolari e meno escrescenze.
ALIMENTAZIONE
Le spugne sono animali filtratori che si nutrono di microparticelle, come batteri, alghe unicellulari e detriti organici, con dimensioni generalmente inferiori ai 3 micron. Il flusso d’acqua necessario è generato dal movimento di cellule cigliate specifiche delle spugne, chiamate choanociti.
RIPRODUZIONE
Questa caratteristica di riproduzione sessuale attraverso propaguli rappresenta un aspetto peculiare di Aplysina aerophoba. I propaguli, piccoli prolungamenti a forma di goccia, sono prodotti all’estremità delle digitazioni del porifero. Rimanendo uniti alle digitazioni attraverso un sottile peduncolo, questi propaguli, a un certo punto, si distaccano e possono cadere sul fondale marino. Questo processo porta alla formazione di nuovi individui di Aplysina aerophoba, contribuendo così al ciclo vitale di questa specie di spugna. La capacità di produrre propaguli rappresenta una strategia adattativa che consente a questi poriferi di colonizzare nuove aree e di assicurare la continuità della loro presenza negli ambienti marini.
VITA ASSOCIATA
Questa spugna è il cibo esclusivo della tylodina gialla (Tylodina perversa) e rappresenta una prelibatezza per il mollusco gasteropode Luria lurida. Vive in simbiosi con le cianobatteri, che conferiscono il colore più scuro alla sua superficie rispetto all’interno.
DIVERSITÀ BIOLOGICA
Quando subiscono attacchi, le spugne del genere Aplysina sintetizzano alcaloidi bromurati come meccanismo di difesa chimica. Queste spugne non presentano spicule, ma uno scheletro formato da fibre di spongina, che costituiscono una rete tridimensionale.
STATO DI CONSERVAZIONE E REGOLAMENTAZIONI
La Aplysina aerophoba è elencata nell’Allegato 2 della Convenzione di Barcellona, relativa alle aree particolarmente protette e alla diversità biologica nel Mediterraneo.
ORIGINE DEI NOMI
L’origine del nome del genere “Vérongia” non è ancora chiara, mentre il nome scientifico “Aplysina” deriva dal greco e significa “non lavato”, riferendosi al colore sporco di questa spugna. “Aerophoba” deriva dal latino e significa “che teme l’aria”, in riferimento al cambiamento di colore della spugna quando è esposta all’aria.