Il vermocane, dal nome scientifico di Hermodice carunculata è un polichete, un verme marino conosciuto anche con il nome di verme di fuoco o verme cane.
Sembra che il nome derivi dal fatto che gli antichi greci li descrivevano come animali con due sembianze, poteva infatti essere un cane che strisciava senza le zampe o semplicemente un verme infernale che abbaiava.
Il vermocane, sebbene sia una specie Mediterranea pian piano si sta spostando sempre piu’ verso nord, tanto da essere stato segnalato nella costa della Francia del Sud.
In Italia e specialmente in Sicilia e Calabria il vermocane lo trova facilmente su bassi fondali. Questo verme marino puo’ raggiungere facilmente i 25cm di lunghezza si nutre di organismi in decomposizione.
I subacquei ed i pescatori in apnea lo conoscono bene. Il vermocane infatti è dotato di setole urticanti che rilasciano aghi ad uncino. Il risultato dell’attacco di un vermocane è una dolorosa irritazione della pelle. Capita spesso tra i pescatori in apnea che sono alla ricerca di polpi o di ricci di toccare a mani nude un vermocane. Il dolore si acutizza rapidamente con forte prurito ed intorpidimento della mano. Lo stesso vale per i pescatori professionali che ogni tanto lo ritrovano nelle reti da posta.



I rimedi della nonna per il vermocane
In caso di contatto con un vermocane la cosa migliore da fare è di eliminare i piccoli aculei conficcatisi nella pelle aiutandosi con una pinzetta o con del nastro adesivo ed applicare una pomata antistaminica per il dolore. In ogni caso io consiglio di andare alla guardia media o ad un pronto soccorso per scongiurare infezioni dovute dal contatto con un vermocane.
Le immagini nell’articolo sono state scattate tra le acque della Riserva dello Zingaro a Castellamare del Golfo ed a Marinella di Selinunte (Tp).