Il calamaro Mediterraneo, della specie Loligo vulgaris è presente non solo nei nostri mari ma anche in Atlantico occidentale e nel mare del nord. Vive tra i 50 ed i 400m di profondità e si avvicina alle coste nei periodi di riproduzione per deporre le uova all’interno di grotte o relitti depositati sul fondo.
Il calamaro ha una forma slanciata ed un colore che va dal bianco al rossastro. Ha due pinne triangolari laterali che si uniscono nella parte posteriore e giunge sino ai due terze del mantello. Questa è una caratteristica importante perché ci permette di comprendere ad esempio la differenza tra calamaro e totano.
Nel calamaro sono presenti due occhi ben sviluppati, e la bocca è circondata da 8 tentacoli e da due lunghe braccia retrattili specializzate per la caccia. I tentacoli del calamaro sono dotati di ventose. Il calamaro raggiunge i 20/30cm
Al centro dei tentacoli, la bocca è dotata di ghiandole salivari velenose è costituita da due mandibole a base di chitina che formano un robusto becco chiamato becco a pappagallo.
Questo mollusco è privo di conchiglia, ma nasconde tuttavia, all’interno del mantello una sorta di lama cornea a forma di piuma chiamata gladio.
Sotto il mantello si trova la cavità palleale dove si trovano gli organi riproduttori, il sistema digestivo e la sacca d’inchiostro. Sono presenti anche due branchie che ossigenano il sangue blu dei calamari.
Il mantello di questa specie è fusiforme e muscoloso, con l’estremità posteriore arrotondata (ma in vista dorsale, l’estremità posteriore appare appuntita a causa della giunzione delle due pinne).
La testa, con due grandi occhi, porta 8 braccia con ventose e 2 tentacoli. Le 8 braccia presentano due file di ventose (senza uncini) lungo tutta la loro lunghezza.
Nel maschio adulto, il braccio ventrale sinistro è modificato in un braccio copulatore, l’ectocotile (con trasformazione delle ventose in papille per 1/4 a 1/3 della sua estremità). I due tentacoli sono visibili solo durante la cattura delle prede o nell’animale morto. Le masse dei due tentacoli portano 4 file di ventose, le due file centrali hanno 6-8 ventose più grandi rispetto a quelle delle altre file. Quindici piccole ventose sono presenti sulla membrana orale. Le pinne in posizione dorsolaterale formano un rombo che copre i 2/3 della lunghezza del mantello dalla parte posteriore. I loro margini posteriori sono leggermente concavi.
Gli occhi sono coperti da una sottile membrana cornea trasparente (caratteristica dell’ordine dei Myopsides). La lunghezza del mantello è la misura di lunghezza utilizzata in questi animali (testa e tentacoli non sono inclusi in questa misura). Il mantello misura da 15 a 25 cm di lunghezza, ma può raggiungere i 30-40 cm o più nei maschi. L’animale cambia rapidamente colore; il lato superiore del mantello può essere di un rosso vivace con punti bordati da colori accesi quando i cromatofori sono in piena espansione. Iridescenti blu-verdi sono visibili nella parte posteriore del mantello. Solo il maschio adulto può presentare segni (fiamme) colorate (porpora) longitudinali fusiformi sui lati anteriori del mantello.
La dieta del calamaro
I calamari si nutrono principalmente di organismi planctonici, ma gli individui adulti predano aringhe, spratti e altri piccoli pesci. Nel calamaro Loligo vulgaris sono stati osservati casi di cannibalismo.
I calamari catturano le loro prede facendo scattare i due tentacoli muniti di ventose e le riportano nella corona dei bracci per tenerle ferme. Il loro becco corneo (simile a quello di un pappagallo) serve a sbranare la preda. La loro saliva contiene sostanze neurotossiche (e numerosi enzimi e neurotrasmettitori). La radula viene utilizzata per trasportare il cibo.
L’identificazione delle prede consumate è possibile (ma delicata poiché ci sono pochi resti solidi), mediante lo studio del contenuto stomacale, grazie agli otoliti dei pesci (ben conservati nello stomaco leggermente acido), alle vertebre e alle scaglie, ai becchi dei cefalopodi e ai frammenti degli esoscheletri dei crostacei.
L. vulgaris si nutre di pesci batipelagici come Gadidae (Micromestius poutassou, Merluccius merlucius), pelagici, Clupeidi (Sardina pilchardus), Carangidi (Trachurus trachurus) e di anellidi policheti. Nel Mar Mediterraneo, i grandi individui di calamaro europeo preferiscono consumare specie costiere come Sparidi e Gobidi. Gli individui di piccole dimensioni si nutrono piuttosto di organismi che vivono sul fondo. Il cannibalismo sarebbe occasionale. I giovani calamari, poco dopo la schiusa, catturano larve di crostacei e piccoli gamberetti.
Riproduzione
I calamari sono animali gonocorici (i gameti si originano in due individui diversi, la femmina e il maschio), la riproduzione avviene intorno al terzo anno di età. La riproduzione avviene in primavera ed in estate. Prima dell’accoppiamento, il calamaro maschio si posiziona parallelamente alla femmina, che circonda con i tentacoli. Grazie ad un tentacolo modificato detto ectotile, il calamaro è in grado di trasferire gli spermatozoi nell’apparato riproduttore della femmina. La femmina depone cosi le uova in zone protetta ma ben areate per far si che non manchi il giusto apporto di ossigeno ai nascituri. I calamari usciranno completamente formati dopo 3 o 4 settimane.
I calamari cambiano colore molto rapidamente. La mutazione del colore è il risultato dei cromofori : cellule pigmentate del derma capaci di dare al calamaro delle tonalità di colore differenti.
Una risposta
Ne ho puliti quintali, mio papà aveva alcune pescherie a Genova; non immaginavo che per cibarsi usavano il veleno e poi banchettavano in tutta tranquillità.
Bello !