I romani cacciavano le balene. Una ipotesi suggestiva ma che potrebbe essere dimostrata dai ricercati del CNRS (Centre national de la recherche scientifique. Grazie infatti ai resti di due specie di baleneestinteritrovati in uno antica struttura di lavorazione del pesce a Gibilterra, i ricercatori stanno cercando di capire se i romani erano cacciatori di balene o meno.
Secondo le prime analisi del Dna e del collagene, i resti delle balene appartengono alla balena grigia (Eschrichtius robustus) ed alla balena franca nordatlantica (Eubalaena glacialis) due specie non presenti in Mar Mediterraneo.
I ritrovamenti in Mediterraneo potrebbero dimostrare che i romani erano pescatori di balene e si spostavano sino in Atlantico per cacciarle.
I romani dunque erano capaci di cacciare le balene per poi lavorarle in Mediterraneo o i resti ritrovati sono di esemplari che trovavano nel bacino un rifugio per partorire i propri piccoli.
Secondo la ricercatrice Ana Rodrigues e’ infatti possibile che le due specie venissero catturate con piccole barche a remi e arpioni a mano, proprio come facevano i balenieri baschi nel Medioevo.