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Favignana, l’isola dei Tonni

.“Favignana: La grande farfalla sul mare”. Nome che le deriva dal favonio, vento caldo di ponente. La più grande delle Egadi, dista soltanto 9 miglia dal porto di Trapani, ha una superficie di 19 km2 e un estensione costiera di 33 km.

Dove le acque del Mar Tirreno si mescolano con quelle del Mar d’Africa, proprio di fronte all’ estrema punta della Sicilia occidentale, si mostra ai nostri occhi l’arcipelago delle isole Egadi

Sull’isola il luogo forse più suggestivo è “Cala Rossa” che prende il nome dal sangue dei soldati che furono uccisi nella battaglia finale della prima guerra punica tra Romani e Cartaginesi nel 2141 a.C. Il mare è sempre protagonista sull’isola con i suoi colori cangianti dal turchese al verde che contrastano il bianco delle rocce di tufo, materiale che per molti anni è stato estratto dalle miniere per la costruzione di edifici. I blocchi, una volta tagliati, venivano esportati in Sicilia e in Nord Africa.

La parte orientale dell’isola è caratterizzata proprio da queste cave, che donano al paesaggio un singolare immagine “Traforata” con queste grandi depressioni squadrate e a gradoni, spesso invase da arbusti, a volte purtroppo utilizzate come discariche, altre per fortuna, come piccoli giardini ipogei, riparati dai forti venti. In prossimità del mare, lungo la costa est sussistono le antiche cave in parte sommerse dai flutti in seguito a degli smottamenti di terreno.

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Le cave di tufo

Il mare vi penetra formando piccoli specchi d’acqua dalle forme geometriche. Il paese si edifica intorno a due piazze: piazza Europa e piazza Matrice, collegate dalla via principale, metà del passeggio serale. A nord-est del centro abitato, S. Nicola nasconde un’area che porta i segni del tempo passato, ancora in mano a privati e quindi pressoché impossibile da visitare.

Il re dell’isola di Favignana: IL TONNO

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Immagine da grottadelgenovese.it

Il tonno rappresenta l’animale simbolo dell’ Isola, insieme ai delfini figura tra i disegni rupestri della grotta del Genovese sulla vicina isola di Levanzo. Alla fine dell’800 la Tonnara di Favignana era uno dei maggiori stabilimenti per la lavorazione del tonno, voluta fortemente dalla famiglia Florio, era il vanto di tutta l’isola di Favignana e poteva continuare ad esserlo se i tonni non fossero diminuiti a causa della massiccia pesca con sistemi sempre più efficaci ed evoluti. La mattanza ovvero il momento culminate della cattura dei tonni si pratica ancora oggi tra fine maggio e fine giugno e resta una delle ultime testimonianze al mondo di questa straordinaria forma di pesca. La mattanza consiste nel dirottamento dei banchi di tonni che giungono dall’Atlantico per riprodursi, verso un labirinto di reti che li convoglia in un’unica rete detta Camera della Morte. Da lì il Rais dà il via e i tonni verranno issati a bordo delle imbarcazioni tramite degli appositi uncini che servono da gancio. La famiglia Florio introdusse nell’isola di Favignana la lavorazione e il primo inscatolamento del tonno pescato dai tonnaroti favignanesi. Infatti a Favignana era presente ed è tuttora attiva una delle più antiche Tonnare di tutto il Mediterraneo.

Visita alla Tonnara

Una visita all’ex Stabilimento Florio è indispensabile per coloro che vogliano vivere un viaggio nel florido passato della tonnara e di quello che rappresentò per lo sviluppo dell’isola di Favignana. L’ex stabilimento Florio è un vero gioiello di archeologia industriale. Esso non era solo il luogo dove venivano custodite le attrezzature, le ancore e le barche della mattanza in quella che diventò una delle più fiorenti industrie di lavorazione conserviere del tonno, ma rappresenta anche la storia della famiglia Florio e del suo intrecciarsi con la vita degli isolani, che trovarono riscatto sociale dalla povertà e fonte di sussistenza economica.

Vedere la mattanza a Favignana

Ogni anno nel mese di maggio si può assistere alla mattanza di questi giganti del mare. Ogni giorno per circa 3 settimane sono organizzate uscite in mare con motobarche dei pescatori per osservare come avviene la pesca dei tonni. Ormai la mattanza ricopre soltanto un ruolo turistico sull’isola in quanto il numero di questi pesci è molto diminuito, per cui con il pescato non si puo’ piu sostentare un industria florida come era quella della pesca al tonno. Ormai le mattanze vengono praticate per i turisti e per tramandare un metodo di pesca che nell’ultimo secolo ha sostentato un’intera isola con la pesca del tonno.

Per un turista che arriva alle Egadi la mattanza potrebbe essere considerata come una pratica di pesca barbara o un mero evento folcloristico svuotato ormai di significato. In realtà dietro a questa pratica, oggi ormai quasi estinta, si nascondevano dei forti contenuti storici, sociali e culturali non solo economici. La tonnara rappresenta infatti la primitiva lotta dell’uomo per la sopravvivenza che non ha nulla di spettacolare o folcloristico, ma è il duro lavoro di uomini che a ritmo di canti, si muovono all’unisono con la sola forza delle proprie braccia per vincere la lotta col tonno. Non c’è tuttavia senso di prevaricazione su questo animale bensì grande rispetto, in un momento che non è solo pesca ma attimo rituale, quasi liturgico, accompagnato da preghiere e ringraziamenti ai Santi.

Come e dove mangiare il tonno a Favignana

Sicuramente bisognerà far tappa Da Peppe, piccolo ristorantino dell’isola dove è possibile gustare il tonno di Favignana in diverse ricette. Uno dei prodotti per eccellenza della lavorazione del tonno è la bottarga, ovvero le uova di tonno essiccate e salate, ottima da gustare sulla pasta. Oppure assaggiare la pasta “busiate al tonno rosso di Favignana”.

Ricetta delle busiate al tonno

350 gr di busiate (pasta tipica trapanese), 300 gr. di tonno fresco della tonnara di Favignana, 200 gr di pomodorini, qualche oliva nera, un cucchiaio di capperi sotto sale, peperoncino, una manciata di origano, qualche spicchio d’aglio, un bicchiere di vino bianco, olio extravergine d’oliva, sale.

In una padella antiaderente versare un velo d’olio, fare scaldare e unire l’aglio pelato e tagliato a metà fino a farlo imbiondire. Unire il tonno fresco tagliato a dadi, far rosolare da tutti i lati e unire i pomodorini lavati e tagliati a pezzetti insieme alle olive denocciolate. Sfumare col vino bianco aggiungere i capperi ( sciacquati sotto l’acqua corrente per privarli del sale ), l’origano per profumare ed il peperoncino. Aggiustare di sale e dopo qualche minuto quando il sugo si è ristretto spegnere la fiamma. Portare in una pentola l’acqua a bollore, cuocere la pasta. Scolare e unire il sugo rimescolando.

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