Dopo la notizia di qualche anno fa del ritrovamento di alcuni cavallucci marini tra le acque del Tamigi, il fiume più lungo d’Inghilterra e che attraversa Londra, un gruppo di ricercatori della Società Zoologica di Londra oggi ha potuto recensire tra le acque del fiume la presenza di almeno 115 specie di pesci tra cui appunto gattucci, palombi e squalo spinarolo.
Il fiume Tamigi, dichiarato biologicamente morto nel 1957, oggi pian piano sta rinascendo e la prova ne è la presenza di diverse specie di pesci ma anche di 92 specie di volatili che vivono a stretto contatto con l’ecosistema fluviale del Tamigi.
Quello del Tamigi, il quale scorre attraverso Londra, è un estuario fluviale classico, con un ambiente sedimentario limitato dagli argini artificiali. Il distretto di Teddington a poche miglia a sud-ovest del centro di Londra segna il confine tra le parti di marea e non di marea del Tamigi, anche se è ancora considerato un fiume d’acqua dolce in quanto ad ovest di Battersea la salinità media è molto bassa e la fauna ittica è costituita in prevalenza da specie di acqua dolce, come Rutilus, Carpe, Perca e Luccio. Il Tamigi diventa salmastro tra Battersea e Gravesend e la diversità delle specie pesci d’acqua dolce presenti è più piccola , mentre sono presenti diverse specie eurialine come spigole e anguille. Più a est, la salinità aumenta e le specie dei pesci d’acqua dolce sono completamente sostituite da quelle marini eurialine, fino a quando il fiume raggiunge Gravesend, in cui le condizioni di salinità diventano pienamente marine, cosicché la fauna ittica assomiglia a quella dell’adiacente Mare del Nord e comprende sia specie marine eurialine e sia specie stenoaline. Ecco è proprio in questa zona che sono stati ritrovati gli squali. Allo stesso modo, può osservarsi un modello simile di sostituzione anche con le piante acquatiche e gli invertebrati che vivono nel fiume.