Conoscere i nodi marinari e come eseguirli è fondamentale per il buon marinaio. Sicuramente è quanto di piu’ importante si possa apprendere prima di saper andare in barca, la loro esecuzione deve essere fatta ordinatamente in maniera rapida.
Una guida su come fare i nodi marinai, conoscere i più’ importanti e sapere realizzarli. Nodo a frizione, nodo savoia, nodo vaccaio e tanti altri.
I nodi marinai hanno origini antichissime, per i naviganti infatti il nodo era non solo il modo di legare qualcosa ma anche un modo per misurare la velocità della barca. I nodi marini sono tanti, forse troppi, alcuni inutili, altri invece importantissimi. Tutti pero’ hanno un denominatore comune che è la rapidità nello scioglierli.
Le caratteristiche dei più importanti nodi sono :
- Un buon nodo deve essere facile da fare e da disfare
- Sia con la corda bagnata che in tensione i nodi devono sciogliersi rapidamente
Nodo a frizione: Non moltiplicare il numero delle spire, altrimenti scorrerebbe male e non avrebbe abbastanza tenuta. Questo nodo è privo di interesse per cordami moderni in materiale sintetico. Meglio utilizzare il nodo dell’impiccato.
Nodo dell’impiccato: per prendere un gavitello di un corpo morto in situazioni di vento o corrente forte e non si è sicuri di poter trattenere l’imbarcazione con l’alighiero prima di aver fatto passare una cima di ormeggio, fare una grande asola al nodo dell’impiccato e prendere il gavitello. Questo nodo si presenta più alle cime rigide che non hanno tendenza a schiacciarsi su se stesse. Quattro- cinque spire sono sufficienti.
il doppio nodo vaccaio non è autosufficiente è completato da una legatura effettuata con una cima sottile. Questo nodo serve per attutire i colpi, tra due cavi o cime, poiché gli intrecci si effettuano facilmente malgrado la rigidità del cavo. L’ormeggio con cima sottile può essere una successione di nodi parlati.
Nodo Savoia: ha un buon volume, è duraturo e si disfa con facilità. Bisogna considerare questo nodo di facile esecuzione come il nodo d’arresto per eccellenza. Se per caso fosse molto stretto e carico di sale, il modo migliore per disfarlo è di attorcigliarlo su se stesso. Lasciare almeno 20 cm tra il nodo e l’estremità della cima, in modo da avere una presa sufficiente per prenderlo quando l’ “otto” è bloccato contro la puleggia.
Nodo del francescano: per fare un nodo d’arresto definitivo e voluminoso. Quante spire? Oltre le cinque o sei spire, il nodo del francescano può allentarsi, a meno che non lo si lasci volontariamente caricare di sale per irrigidirlo. Viene utilizzato per bloccare definitivamente l’estremità di una cima, nel caso dei paranchi fissi ( randa) a bordo di imbarcazioni a vela. Attenzione a non lasciare fuoriuscire il pezzo finale del nodo perché, tirandolo si disfa.
Nodo vaccaio: anche in montagna si conosce un nodo vaccaio, ma esso non ha niente a che vedere con quello dei marinai. Si tratta inoltre di un nodo molto utile: è un nodo semplice con gassa eseguito nella cima di fissaggio e serve ad attaccarsi ad un moschettone fissato su un golfare, un anello. Nodo vaccaio o nodo piano? Per saperlo, tirate con un colpo secco!
Nodo piano: per unire due cime di diametro uguale. L’uso principale a bordo, legare i matafioni di terzarolo, fissare qualcosa sul ponte. E’ molto facile che si sciolga se viene realizzato con cime di diametro o tessitura diversi. Quando lo si esegue, fare attenzione che ciascuna delle cime entri ed esca dallo stesso lato dell’asola formata dall’altra cima.
Nodo del pescatore semplice o nodo inglese. Universale, ma a volte è difficile disfarlo. Per realizzarlo, contrapporre le due cime per una determinata lunghezza ed eseguire all’estremità di ciascuna un nodo semplice attorno all’altra. Questo nodo è molto pratico per fissare le scotte su un fiocco di deriva, in questo caso le due parti del nodo stringono la bugna della vela. Per disfarlo su cime a più trefoli, staccare i nodi semplici. Creato per unire lenze da pesca, questo nodo permette di congiungere cavi di rigidità, struttura e di diametri differenti.
Nodo di scotta doppio o nodo bandiera. Per aggiuntare due cime di diametri diversi. Con due cime di diametri diversi, la più grossa forma l’asola, ed il nodo viene effettuato con la più sottile. Questo nodo si disfa facilmente del nodo di scotta semplice (una sola spira). Evitare di fare questo nodo su cime rigide la cui tensione sia sottoposta a contraccolpi: può lentamente allentarsi. Utilizzato in passato anche dai tessitori per unire i fili ed altresì adottato per formare le maglie delle reti.
Gassa d’amante: Si scioglie facilmente, anche se sottoposto ad una forte tensione. Su una cima rigida sottoposta a tensioni, lasciar fuoriuscire leggermente l’estremità che è servita a fare il nodo, altrimenti si potrebbe disfarsi. La gassa d’amante è sempre stata il metodo di base per realizzare un’asola che non scivola.
Nodo da rimorchio: Un occhio eseguito a metà di una cima. Questo nodo è interessante soltanto su una cima di diametro importante e rigida, sulla quale sarebbe difficile eseguire un nodo Savoia ganciato, per esempio. Proprio perché si esegue facilmente su un cavo rigido, esso è utilizzato dai pescatori per montare una serie di ami sulla lenza da fondo. Ai tempi dei lugger, i cabotieri a vela che risalivano gli estuari, l’arrivo in porto spesso era effettuato rimorchiando l’imbarcazione da un’alzaia lungo il corso d’acqua. L’equipaggio si suddivideva lungo la linea di rimorchio e, passando la spalla in un’asola eseguita in questo modo, tirava l’imbarcazione fino al porto della banchina.
Di CESARE GREOTTI
bellissima iniziativa, non solo per chi deve andare in barca ma anche per cultura personale. Francamente molti non li conoscevo o non ricordo come si chiamavano, possono ritornare utili con tutte le spiegazioni che date, grazie
Salve, grazie mille per le belle parole, fanno sempre piacere. Speriamo di integrare con dei nuovi nodi il tutorial. Un caro saluto Marinaio Salvatore
ciao veramente complimenti, ma se ti chiedo a fare 100 pezzi per mio 18otessimo che ne dicci ? ovviamente il prezzo?