Per secoli gli squali sono stati considerati predatori silenziosi, capaci di muoversi nell’oceano senza emettere suoni, affidandosi a sensi eccezionali come l’olfatto, la percezione dei campi elettrici e la vista per cacciare e orientarsi. Ma una scoperta recente potrebbe riscrivere questa convinzione.
Durante alcuni esperimenti comportamentali di routine presso il Leigh Marine Laboratory dell’Università di Auckland, un gruppo di ricercatori ha registrato per la prima volta suoni prodotti da squali. I protagonisti sono stati dieci giovani esemplari di Mustelus lenticulatus, conosciuti come rig sharks, squali di piccole dimensioni originari della Nuova Zelanda.
I primi suoni registrati negli squali
Mentre venivano maneggiati sott’acqua dai ricercatori, tutti e dieci gli squali hanno emesso dei clic udibili, suoni rapidi e secchi ripetuti più volte. Lo studio, pubblicato sulla rivista Royal Society Open Science, suggerisce che questi suoni possano essere collegati a una risposta di stress o difesa.
“Abbiamo sempre pensato che il suono non avesse importanza per gli squali”, ha spiegato Carolin Nieder, autrice principale dello studio e ricercatrice presso il Woods Hole Oceanographic Institution. “Ma questa scoperta dimostra che probabilmente non è così.”
Un meccanismo ancora misterioso
La scoperta è tanto affascinante quanto enigmatica: gli squali, a differenza di molti pesci, non possiedono una vescica natatoria, l’organo che permette di produrre suoni in molte specie ittiche. Inoltre, esami approfonditi con microCT e ricostruzioni 3D non hanno rivelato la presenza di strutture anatomiche specifiche per la produzione di suoni nei rig sharks.
Questo fa ipotizzare che i clic possano essere generati attraverso movimenti rapidi delle mascelle o di altre parti corporee, come metodo di difesa istintivo per confondere predatori o segnalare disagio.
Qual è la funzione di questi suoni?
Secondo i ricercatori, i clic potrebbero servire a distrarre brevemente un predatore, dando al giovane squalo il tempo di fuggire. Interessante notare che, durante gli esperimenti, la frequenza di questi suoni diminuiva progressivamente, forse perché gli animali si abituavano alla manipolazione o non percepivano più una minaccia imminente.
Una nuova frontiera nella biologia degli squali
Questa scoperta apre nuove prospettive nello studio del comportamento e della comunicazione degli squali, finora ritenuti quasi del tutto muti. Potrebbe anche suggerire che altre specie di squali siano in grado di produrre suoni in specifiche condizioni di stress o per scopi difensivi, ma che questi comportamenti non siano mai stati osservati in natura a causa della difficoltà di studiare animali elusivi in ambienti vasti e profondi.
In ogni caso, ciò che è certo è che il misterioso mondo degli squali ha ancora molto da raccontarci.