Questo tipo di reti (cogollo), sono calate una volta in un punto preciso e poi lasciate lì per tutta la stagione di pesca.
Il pescatore per ottenere un buon rendimento deve conoscere bene correnti e fondali e soprattutto le caratteristiche della specie pescata. Come per tutte le trappole l’accesso del pesce all’interno delle reti deve essere facile e nello stesso tempo deve essere resa difficile l’uscita. Per questo molto spesso l’ingresso è in realtà una serie di entrate consecutive una dentro l’altra in modo tale che per la preda sia impossibile tornare indietro. Una volta incanalata ed entrata nella trappola non può far altro che proseguire fino alla cosiddetta “camera della morte” dove resta prigioniera in attesa che il pescatore salpi la rete e la catturi.

Il cogollo viene usato per la cattura di anguille ed altri pesci presenti nelle lagune
Il Cogollo è una trappola con bocca rigida, un braccio di incanalamento ed alcuni ingressi consecutivi troncoconici per impedire la fuga del pesce catturato. Il pesce, viene prelevato salpando solo l’ultima parte della rete. Il cogollo è generalmente calato in prossimità della riva ed è ben visibile al pelo dell’acqua e segnalato da appositi segnali e bandiere. Attrezzo tipico delle valli di Comacchio, è ormai un tipo di pesca in disuso.
2 risposte a “La pesca delle anguille con il “cogollo””
Salve Marcello, sa per caso da cosa deriva (etimologia) la parola “cogollo”?
Deriva la dialetto marchigiano”gugùl”
Saluti