La predazione delle cozze da parte delle orate (Sparus aurata) è un problema significativo per molti allevamenti di mitili, che rischiano di subire perdite economiche elevate a causa dell’attività predatoria di questi pesci. Le orate, infatti, sono notoriamente abili nell’estrarre le cozze dalle corde, danneggiando gravemente gli impianti di mitilicoltura. In questo articolo, esploreremo le ragioni di questo comportamento predatorio, le soluzioni attualmente in uso e gli sviluppi più recenti, facendo riferimento a ricerche scientifiche e esperienze pratiche.
Perché le orate mangiano le cozze?
Le orate sono pesci predatori opportunisti che si nutrono principalmente di molluschi e crostacei, ma sono attratte anche da altre forme di vita marina, inclusi i mitili. Le cozze, posizionate sugli impianti di mitilicoltura, rappresentano una fonte di cibo facilmente accessibile. L’allevamento di mitili offre alle orate due fattori decisivi: un rifugio sicuro e una facile disponibilità di cibo.
Inoltre, le orate tendono a concentrarsi nelle zone con alte densità di mitili, specialmente durante i periodi di maggiore disponibilità alimentare, come durante la stagione calda.
Le soluzioni contro la predazione delle orate
1. Barriere fisiche: reti e gabbie anti-predatori

Un’alternativa innovativa è l’uso di gabbie cilindriche, che avvolgono le corde verticali e le proteggono senza compromettere l’accesso all’acqua per l’alimento delle cozze.
L’uso di reti a maglia fine o gabbie che proteggono le corde con le cozze è tra le soluzioni più diffuse. Queste barriere impediscono alle orate di accedere facilmente alle cozze. Studi condotti da Ramón et al. (2007) suggeriscono che l’uso di barriere fisiche può ridurre significativamente la predazione, anche se l’efficacia dipende dalle condizioni specifiche dell’area e dalla manutenzione delle strutture.
- Vantaggi: Protezione immediata contro le orate.
- Svantaggi: Necessità di manutenzione costante per evitare che la rete si intasi di organismi marini, riducendo la funzionalità della protezione.
2. Sistemi dissuasivi visivi e acustici
Dispositivi visivi (come nastro riflettente) e acustici (come sonde emittenti suoni a bassa frequenza) sono stati testati come metodi per dissuadere le orate dal predare le cozze. Tuttavia, la letteratura scientifica mostra che questi sistemi tendono ad avere un’efficacia limitata nel tempo, poiché le orate si abituano velocemente ai nuovi stimoli. Pfeiffer et al. (2011) hanno rilevato che l’efficacia di sistemi dissuasivi acustici è effimera in ambienti naturali dinamici come quelli marini.
In alcuni impianti sperimentali sono stati utilizzati anche luce pulsante e sistemi elettromagnetici per distogliere l’attenzione delle orate. Sebbene promettenti, questi sistemi sono ancora in fase di test.
3. Spostamento stagionale degli impianti
Alcuni allevatori suggeriscono di spostare le corde in zone meno frequentate dalle orate durante i periodi di maggiore predazione (tipicamente l’estate, quando le orate si concentrano nelle acque più calde). Studi condotti nel Golfo di Taranto hanno dimostrato che le orate sono meno attive in profondità superiori a 10 metri e che spostare le corde a una maggiore profondità durante i periodi di alta predazione può ridurre significativamente le perdite.
- Vantaggi: Approccio naturale che sfrutta la conoscenza dei comportamenti stagionali delle orate.
- Svantaggi: Potenziale aumento dei costi legati al trasporto e alla logistica.
4. Impianti mobili o retrattili
L’introduzione di impianti a corde mobili o retrattili è una soluzione sempre più adottata. Questi impianti possono essere sollevati o abbassati durante la giornata, riducendo l’esposizione alle orate. Alcuni allevatori in Sardegna hanno sperimentato sistemi di questo tipo con buoni risultati, specialmente durante la notte, quando la predazione è più intensa.
- Vantaggi: Flessibilità nella gestione delle corde e protezione temporanea delle cozze.
- Svantaggi: Richiede una maggiore complessità operativa e un controllo attento.
5. Selezione genetica delle cozze

Un’altra area di ricerca promettente riguarda la selezione genetica delle cozze. Alcuni studi stanno cercando di sviluppare ceppi di cozze con una conchiglia più spessa o con una struttura morfologica che le renda meno suscettibili agli attacchi delle orate. Elton et al. (2019) hanno osservato che le cozze con conchiglie più dure sono significativamente meno predabili, ma la selezione genetica è ancora una pratica emergente.
- Stato attuale: In fase sperimentale, ma potrebbe offrire una soluzione a lungo termine.
Casi pratici: come gli allevatori stanno affrontando il problema
In Italia, gli allevatori di Marina di Ravenna e Porto Garibaldi hanno intrapreso una serie di esperimenti per ridurre l’impatto della predazione delle orate. In queste aree, oltre all’utilizzo di reti cilindriche, è stato sperimentato l’uso di droni subacquei per monitorare le orate e attuare spostamenti stagionali delle corde.
In Sardegna, invece, alcuni impianti utilizzano sistemi retrattili, che consentono di sollevare le corde con le cozze quando l’attività predatoria delle orate è più intensa, riducendo notevolmente le perdite.

La predazione delle orate rappresenta una sfida importante per la mitilicoltura, ma non è un problema insormontabile. La combinazione di soluzioni innovative, come barriere fisiche, sistemi dissuasivi e impianti mobili, può contribuire a ridurre le perdite. Tuttavia, è essenziale un approccio flessibile e adattivo, che consideri le specifiche caratteristiche di ogni impianto e le condizioni locali.
Le ricerche scientifiche in corso, in particolare quelle sulla selezione genetica delle cozze e l’uso di sistemi tecnologici avanzati, promettono di offrire nuove opportunità per gestire il problema della predazione in modo ancora più efficiente.
*immagini generate con intelligenza artificiale, evidentemente il pesce nelle immagini non é un’orata !