Specie aliena segnalata in Mediterraneo per la prima volta nel 2000 sulle coste di Israele, il pesce flauto o fistularia èIl mare che conoscevamo non esiste più.
Negli ultimi decenni, il Mar Mediterraneo — un tempo considerato un mare chiuso, stabile e prevedibile — è diventato una delle aree marine più dinamiche e trasformate del pianeta. Ogni anno nuove specie, provenienti da oceani lontani, attraversano le sue acque calde e si insediano tra i fondali rocciosi, le praterie di posidonia e le scogliere costiere.
Tra le più emblematiche e sorprendenti di queste nuove arrivate c’è la Fistularia commersonii, un pesce dall’aspetto tanto curioso quanto elegante, conosciuto anche come pesce flauto maculato o bluespotted cornetfish.
Contenuti
Un’invasione silenziosa partita dal Canale di Suez
Tutto inizia più di un secolo fa, con la costruzione del Canale di Suez, il grande corridoio artificiale che collega il Mar Rosso al Mediterraneo.
Con esso si è aperta una porta che ha permesso a decine di specie tropicali di entrare nel bacino mediterraneo: è il fenomeno noto come migrazione lessepsiana, dal nome dell’ingegnere Ferdinand de Lesseps, costruttore del canale.
La Fistularia commersonii è una delle protagoniste più riuscite di questa migrazione. Originaria dell’Indo-Pacifico e della Mar Rosso, ha trovato nel Mediterraneo un ambiente sorprendentemente accogliente.
Dal suo primo avvistamento nelle acque di Israele all’inizio degli anni 2000, ha colonizzato in meno di dieci anni gran parte del bacino, spingendosi fino alle coste italiane di Lampedusa e della Sicilia, per poi comparire anche lungo le coste francesi e spagnole.
Un’espansione rapida e inarrestabile, che gli scienziati considerano una delle più fulminee mai osservate tra le specie marine invasive.

Un corpo da ballerina e un’arma da predatore
Chi la osserva per la prima volta resta colpito dalla sua forma insolita: un corpo sottilissimo e allungato, capace di superare il metro e mezzo di lunghezza, con una coda che termina in un filamento sottile come un nastro.
La testa è affusolata, quasi cilindrica, e termina con un lungo muso a forma di flauto, da cui deriva il suo nome comune. Gli occhi sporgenti le conferiscono un’aria curiosa e vigile, mentre il dorso verde-bruno è decorato da macchie blu iridescenti, che scintillano sotto il sole come riflessi metallici.
È un pesce che si muove con lentezza e grazia, fluttuando tra acqua e luce, ma la sua eleganza nasconde una natura di cacciatore spietato.
Si nutre di piccoli pesci e crostacei, che sorprende con rapidi scatti, risucchiandoli con la forza del suo tubo boccale. I suoi movimenti sono talmente discreti che spesso le prede non si accorgono di nulla fino al momento dell’attacco.
Un ospite senza nemici
Nel suo ambiente d’origine, la Fistularia commersonii è parte di un equilibrio complesso, regolato da predatori e competitori naturali.
Nel Mediterraneo, invece, non ha praticamente nemici. Le acque sempre più calde — effetto del cambiamento climatico — le offrono condizioni ideali per crescere e riprodursi, e la scarsità di predatori specifici le permette di prosperare indisturbata.
Questa condizione ha reso il pesce flauto un super-colonizzatore: ovunque arrivi, si adatta rapidamente e forma popolazioni stabili. In alcune zone del Mediterraneo orientale è già comune come le specie autoctone, e viene persino pescata e venduta localmente per il consumo umano, apprezzata per la carne bianca e delicata.
Un pericolo per la biodiversità locale
Dietro il suo aspetto curioso si nasconde però una minaccia silenziosa.
La Fistularia commersonii si nutre di numerosi giovani pesci mediterranei, spesso appartenenti a specie di grande valore ecologico e commerciale: cefali, triglie, saraghi, occhiate, piccoli sparidi.
Cacciando i giovanili di queste popolazioni, ne riduce il potenziale riproduttivo e altera gli equilibri delle catene alimentari costiere.
In pochi anni, questa predazione selettiva ha contribuito alla diminuzione della fauna ittica locale in alcune aree del Mediterraneo orientale.
Per i biologi marini, la specie rappresenta oggi un indicatore chiave della tropicalizzazione del Mediterraneo, cioè del progressivo spostamento verso condizioni tipiche dei mari tropicali, con tutte le conseguenze che questo comporta.
Il paradosso del “pesce buono”
Eppure, come spesso accade in natura, le storie non sono mai del tutto lineari.
In Mar Rosso, la Fistularia commersonii è nota per predare anche i giovani del pesce leone (Pterois miles), un’altra specie invasiva e molto più pericolosa per gli ecosistemi mediterranei.
Se questo comportamento si ripetesse anche nel nostro mare, il “pesce flauto” potrebbe assumere un ruolo inaspettato: quello di regolatore naturale di un’altra invasione biologica.
È un equilibrio fragile, ancora tutto da verificare. Gli scienziati osservano con attenzione l’evoluzione di queste interazioni, consapevoli che ogni nuova specie introdotta genera una catena di effetti imprevedibili.
Un simbolo del nuovo Mediterraneo
La storia della Fistularia commersonii racconta molto più di un semplice episodio di biologia marina.
È la storia di un mare che cambia, di un Mediterraneo sempre più tropicale, dove il confine tra specie native e aliene si fa ogni giorno più sottile.
Un mare dove le rotte commerciali, il riscaldamento globale e l’espansione umana creano le condizioni perfette per nuove colonizzazioni.
Oggi la Fistularia è presente in quasi tutto il bacino, dal Levante fino al Tirreno, segnalata anche nelle acque liguri dove viene monitorata per comprendere la sua distribuzione e il suo impatto.
In alcune aree è diventata ormai parte integrante del paesaggio marino, tanto che i subacquei la incontrano di frequente, fluttuante tra i raggi del sole come una creatura uscita da un sogno esotico.
Cosa possiamo fare
Non possiamo fermare le correnti né chiudere il Canale di Suez.
Ma possiamo osservare, monitorare e comprendere. Ogni avvistamento registrato, ogni campione analizzato, ogni mappa di distribuzione aggiornata contribuisce a costruire un quadro più chiaro di come il nostro mare sta cambiando.
La Fistularia commersonii non è solo un’invasione: è anche un segnale, un termometro della trasformazione in atto.
Capire la sua storia significa capire il futuro del Mediterraneo — un mare che, nel bene e nel male, è sempre stato una culla di incontri, scambi e metamorfosi.
Fonti principali
- Azzurro E., Pizzicori P., Andaloro F. — First Record of Fistularia commersonii from the Central Mediterranean, Cybium, 2004.
- RAMOGE — Fiche espèce Fistularia commersonii (Poisson-flûte), 2021.
- CIESM Atlas of Exotic Species in the Mediterranean, Vol. I, 2002.







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