Il fenomeno delle creme solari e dei danni provocati gli ecosistemi marini è conosciuto oramai da decenni. Creme, spray, prodotti abbronzanti hanno spesso un impatto altamente negativo con l’ambiente marino. Questi filtri UV che proteggono dai raggi solari penetrano attraverso i pori della pelle all’interno del corpo. E, lo fanno anche con gli organismi marini. Sebbene pesci, crostacei e molluschi non mettano le creme, riescono comunque ad entrare in contatto con i filtri UV. Buona parte di questi filtri sono interferenti endocrini e possono provocare effetti indesiderati sulla salute degli organismi.
Due dei filtri utilizzati per le creme hanno un’origine minerale : l’ ossido di zinco ed il biossido di titanio. Il biossido di titanio ha dimostrato di essere cancerogeno quando viene in contatto con un organismo. Viene spesso utilizzato sotto forma di nanoparticelle per migliorarne l’applicazione e favorirne la penetrazione. Fortunatamente esistono versioni senza nanoparticelle.
Creme solari negli oceani
Durante una nuotata, quasi il 25% della crema solare diffusa sul corpo raggiunge il mare, quindi, su scala globale, ogni anno vengono scaricate negli oceani tra le 10.000 e le 25.000 tonnellate di prodotti solari. E questi numeri sono in costante aumento.
Una volta in mare, queste particelle circolano a piacimento delle correnti, e finiscono per contaminare flora e fauna acquatica. A volte sono visibili attraverso bagliori sulla superficie dell’acqua.
Perché è dannoso per le barriere coralline?
Filtri UV sotto forma di nanoparticelle entrano in contatto con i coralli e raggiungono le zooxantelle , microalghe che vivono in simbiosi con loro.
Questi organismi unicellulari sono fondamentali per i coralli perché fotosintetizzano il cibo per i polipi corallini. Forniscono i nutrienti necessari al corallo creando materia organica. In cambio, il corallo offre protezione e cibo…
Quando i filtri solari raggiungono le zooxantelle, bloccano i raggi UV. Di conseguenza, il processo fotosintetico viene bloccato e le alghe muoiono.
Lo sbiancamento dei coralli corrisponde inizialmente alla morte di queste microalghe. A poco a poco muoiono anche i coralli e, di conseguenza, quasi tutte le specie che vivono in questi habitat scompaiono.
Quali conseguenze per la fauna marina?
Zooxantelle e coralli non sono le uniche specie a soffrire la presenza di filtri solari nell’acqua. Anche molte spugne vivono in simbiosi con le zooxantelle e la loro scomparsa interessa l’intera catena alimentare.
Oltre ai problemi legati alle alghe, i filtri minerali avrebbero conseguenze dirette sui pesci.
Naturalmente oggi esistono delle creme solari ecologiche, prive delle sostanze incriminate. Utilizzate quindi le creme solari cercando in farmacia quelle che non facciano male all’ambiente.
Coralli | Alghe | Molluschi | Ricci di mare | Pesci | Delfini |
Provocano lo sbiancamento con la morte delle zooxantelle | Ne riduce la fotosintesi e la crescita | I filtri UV sono stati ritrovati anche nelle forma di vita più giovani | Danni ai sistemi riproduttivi | Riducono la fertilità | Si accumulano nei tessuti di adulti e si trasferiscono nei nuovi nati |
Sostanze chimiche nocive per gli ecosistemi marini
3-benzylidene camphor
4-methylbenzydene camphor
Octocrylene
Benzophenone-1
Benzophenone-8
OD-PABA
Nano-Titanium Dioxide
Nano-zinc oxide
Oxybenzene