Le specie invasive provenienti dal canale di Suez (dette “lessepsiane”, da Ferdinand de Lesseps, ingegnere che costruì il canale) hanno spesso un forte impatto sulla pesca, sugli ecosistemi marini e sulla salute delle persone che popolano il bacino del Mediterraneo. Tra queste specie c’è il pesce palla argenteo (Lagocephalus sceleratus, Gmelin 1789) che ha colonizzato rapidamente il bacino orientale del Mediterraneo e si sta spostando verso ovest. Questa specie è uno degli invasori più pericolosi, si tratta, infatti, di una specie “opportunista” che attacca i pesci catturati dai pescherecci danneggiando il pescato e le reti. Inoltre è altamente velenoso, poiché secerne la tetradotossina (100 volte più tossica del cianuro) ed è al vertice della catena alimentare. Si stima che l’invasione del Mediterraneo da parte del pesce palla argenteo sarà una vera e propria piaga economica e sanitaria nel prossimo futuro, soprattutto perché favorita dai cambiamenti climatici. Già si contano danni fino a 5 milioni di euro e diversi casi gravi di avvelenamento. Per evitare le conseguenze disastrose di questa invasione, è fondamentale capire quali saranno le aree potenzialmente interessate da questo pesce nel prossimo futuro ed agire opportunamente.
L’InfraScience Lab dell’Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione “Alessandro Faedo” (Isti) del Cnr ha prodotto delle previsioni climatiche globali fino al 2100 ed ha stimato la distribuzione del pesce palla nel prossimo futuro nel Mediterraneo. “Questo risultato è stato ottenuto mediante l’elaborazione di Big Data tramite un insieme di modelli di Intelligenza Artificiale e strumenti di Cloud Computing” spiega Gianpaolo Coro, ricercatore dell’Isti intervistato dalla rivista settimanale di divulgazione scientifica ‘New Scientist’ del 13 gennio 2018. I risultati suggeriscono che la popolazione crescerà ulterioremente spostandosi su molte coste occidentali, comprese quelle italiane, dove infatti già inizia ad essere presente. Inoltre, l’espansione potrebbe interessare anche il Mar Nero a causa della preferenza del pesce palla argenteo per acque calde e non troppo profonde”, continua Coro. I risultati sono stati presentati al meeting Wwf/Fao sulle “implicazioni dei cambiamenti climatici sul Mediterraneo e il Mar Nero”, tenutosi a Roma a dicembre 2017, nell’ambito del quale sono state definite le linee guida per i paesi che si affacciano su questi due mari. L’articolo di New Scientist mette in correlazione il lavoro scientifico del Cnr con quello di istituti diversi (europei e non) e geograficamente distanti.
I risultati di Coro e colleghi sono in fase di pubblicazione sulla rivista scientifica Ecological Modelling (Coro, G., L. G. Vilas, C. Magliozzi, A. Ellenbroek, P. Scarponi, P. Pagano. Forecasting the ongoing invasion of Lagocephalus sceleratus in the Mediterranean Sea. Ecological Modelling, Ed. Elsevier). “Una particolarità di questo esperimento è che non si tratta solo di un’analisi ecologica, ma anche di un risultato interessante in termini di Open Science, perché ogni passaggio del nostro esperimento è riproducibile e ripetibile grazie all’uso di una infrastruttura digitale (D4Science) che pubblica i processi usati come Web service, garantisce l’accesso e la condivisione dei dati ed è anche riusabile per supervisionare l’invasione del Mediterraneo da parte di altre specie”, conclude Coro. La partita contro il pesce palla argenteo è ancora da giocare, ma già si studiano modi per usare la tetradotossina in ambito farmaceutico, ad esempio nelle chemioterapie.
Riguardo al pesce palla argenteo… io sono a Tenerife e anche qua c’è uninvasione. Prima non cera… mangia tutto.. impossibile pescare se è in zona.. trancia i fili ele esche…grande problema..