Calamaro vampiro Vampyroteuthis infernalis
Vampyroteuthis infernalis

Il calamaro vampiro: un nome… nessuna garanzia

Faccia a faccia con il calamaro vampiro

Nel profondo e misterioso regno degli abissi marini vive una creatura unica e affascinante: il Calamaro Vampiro. Con i suoi tentacoli gelatinosi che generano un muco bioluminescente, questo maestro dell’oscurità è in grado di sfuggire ai predatori immergendosi nell’ombra, sfruttando una particolare caratteristica: non possiede la sacca d’inchiostro.

Immaginatevi un essere così evoluto da non aver bisogno di difendersi con il tradizionale spruzzo di inchiostro nero nell’oscurità. Il Vampyroteuthis infernalis, noto anche come Calamaro Vampiro, racchiude in sé un’enigmatica bellezza, distinguendosi dagli altri cefalopodi tanto da appartenere a un ordine proprio, i vampirimorfi, di cui è l’unico rappresentante vivente. Questo esserino, non più grande di 30 cm, maestoso nelle sue movenze controllate, affascina con le sue capacità mimetiche e la sua strategia da vero sopravvissuto degli abissi. Pur essendo preda ambita di balene e pesci abissali, il Calamaro Vampiro sa difendersi al meglio, fingendosi morto e mimetizzandosi nell’oscurità con la tecnica unica della “posizione ad ananas”.

Un incontro ravvicinato con queste creature avviene solamente tramite ROV e droni sottomarini, ma se dovesse emergere in superficie, non c’è nulla da temere. Contrariamente a quanto suggerisce il suo nome, il Calamaro Vampiro si rivela un vero “bonaccione” degli abissi, lontano anni luce dalla fama di succhiasangue, ma ricco di segreti e peculiarità da svelare.

Soltanto il nome fa paura, l’idea di nuotare in acque infestate da questi cefalopodi incute terrore ma dobbiamo sfatare questa leggenda…il calamaro vampiro non è un calamaro assetato di sangue ma si nutre di “spazzatura”.

Questo animale, dal nome scientifico di Vampyroteuthis infernalis, non è per nulla un pericoloso predatore degli abissi, anzi. Uno studio condotto sulla specie rivela che il mollusco ama nutrirsi dei resti che si depositano sul fondale marino chiamati “nevi marine“, si tratta di miscugli di plancton morto, alghe e materia fecale in decomposizione e altri detriti depositati sul fondale.

Il cibo viene raccolto grazie a due filamenti ricoperti di piccoli peli, una volta raccolto il nutrimento utilizza il suo muco come collante preparando delle vere e proprie “polpette” prima di ingerirle. I dati sono stati estratti da alcune riprese video e da esperimenti fatti in laboratorio, anche se questa specie è difficile da mantenere in vita in acquario. Spaventosi lo saranno soltanto fisicamente, e se gli altri cefalopodi sono predatori, il calamaro vampiro non lo è. Forse sarebbe più giusto chiamarlo il calamaro spazzino!

Questo simpatico mollusco vive a grandi profondità, tra i 600 ed i 900,  là dove la luce non arriva. La zona afotica è il suo ambiente, è li che caccia le sue prede nel buio delle tenebre. Questa zona è conosciuta come zona di ossigenazione minima, dove il livello di ossigeno si trova al di sotto del 3% quando invece sulla terra supera il 21%. E, per tal motivo sono pochissimi gli organismi che si sono adattati a vivere in questa fascia cosi estrema. Oltre al buio la temperatura non supera mai i 6° centigradi.

immagine di un calamaro vampiro
Vampyroteuthis infernalis

Livelli di ossigeno cosi bassi non sono sufficneti a soddisfare il metabolismo metabolico degli organismi aerobici, ma non per il calamaro vampiro.

Il mollusco ha sviluppato caratteristiche che gli permettono di essere il dominatore di questa fascia d’acqua. Metabolismo lento, Sangue ricco di emocianina che trasporta l’ossigeno in maniera rapida ed efficiente.  

Capaci di vedere anche al buio grazie a fotorecettori, i calamari vampiro sono in grado di rilevare anche i minimi bagliori di luce.

Come un supereroe dei mari, il calamaro vampiro per difendersi emette un muco appiccicoso e bioluminescente dai tentacoli che blocca il predatore e permette al calamaro di dileguarsi nell’oscurità. Si perché il calamaro vampiro non ha la sacca dell’inchiostro. La natura infatti ha fatto il suo corso e durante la sua evoluzione la sacca è scomparsa. Beh, se riflettiamo a cosa servirebbe sparare un inchiostro nero al buio?

Un video del Moteray Bay Aquarium Research Institute

Piccolo e gelatinoso

Non supera i 30cm, i suoi tentacoli sono uniti da una membrana che lo fanno assomigliare ad un paracadute aperto e due piccole pinne che si sviluppano da adulti che gli permettono di nuotare.

Vampyroteuthis infernalis è così diverso dagli altri cefalopodi da essere classificato nel proprio ordine, i vampirimorfi, di cui è l’unico rappresentante vivente. Le femmine, che sono più grandi dei maschi, possono raggiungere una quarantina di centimetri di lunghezza, di cui più di venticinque corrispondono agli otto tentacoli, che sono dotati di ventose sulla metà distale e di due file di protuberanze carnose dette cirri.

Cosa sappiamo del calamaro vampiro

  • Gli esemplari catturati ancora in vita non resistono più di 2 mesi negli ambienti artificiali.
  • Spesso si lasciano trasportare dalle correnti profonde oceaniche.
  • Sono rapidi e scattanti ma la corsa dura relativamente poco.
  • Si proteggono dai predatori fingendosi morti e nascondendosi al buio con la tecnica della “posizione ad ananas”.
  • Sono prede di balene e di pesci abissali.
  • Si nutrono di gamberi e di altri piccoli crostacei e come già accennato delle “nevi marine“.

Ma allora perche si chiama vampiro

Semplice : perché è misterioso e vive nelle tenebre degli abissi, non certo perché succhi sangue.

Incontro con l’uomo

A quelle profondità gli incontri avvengono solamente con ROV e Droni sottomarini, ma in caso salisse in superficie non ci sarebbe da avere paura. Il suo nome infatti non gli rende giustizia, si tratta di un “bonaccione” degli abissi.

pesci e specie marine
Marcello Guadagnino
Biologo marino ed esperto di pesca professionale. Autore del Giornale dei Marinai

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