Una vera industria del denaro si cela dietro la pesca e l’allevamento dei gamberi e delle mazzancolle tropicali. Se da una parte ci sono ricchi investitori che non fanno altro che vedere i loro conti aumentare ogni giorno, dall’altro lato ci sono gli schiavi della pesca. Uomini senza un passato e senza un futuro che vivono lavorando. Comprati e venduti come animali da circo che lavorano giorno e notte sulle imbarcazioni thailandesi per garantire il prodotto ai supermercati occidentali. Una vera e propria inchiesta era stata fatta qualche anno fa dal Guardian che aveva scoperto un sistema criminale legato al commercio di gamberi, che sfruttava degli schiavi migranti per la pesca del crostaceo.
Dietro il business dei gamberi però non c’è solamente la violazione dei diritti umani ma anche un fenomeno che sta causando disastri ecologici inquantificabili.
Ogni anno la produzione mondiale di gamberi aumenta, ed aumenta anche il consumo che per il momento si attesta su 1.5 Kg procapite. Il 60% dei gamberi provengono da acquacultura, il resto invece è pescato prevalentemente con lo strascico. L’Italia si trova sul podio dei principali importatori di gamberi in Europa ma dopo Spagna e Francia. Bisogna anche ricordare che la pesca del Gambero è anche praticata in Sicilia con l’immissione sul mercato di gamberi rosa e rossi.
I danni provocati da un impianto di acquacoltura.
Se l’impianto si trova lontano dal mare la salinizzazione delle acque trasforma i terreni in deserti salinizzati dove non cresce più nulla. L’uso di pesticidi ed antibiotici rimangono imprigionati nei terreni cosi come l’eccesso di nutrienti che sconvolge l’equilibrio ecologico impedendo il proliferare di altre specie. Un sito d’allevamento dura mediamente 10 anni, dopodiché si procede a cambiare zona. Prima che questi siti riprendano le caratteristiche pre-allevamento dovranno passare 30 anni.
Gli allevamenti sono inoltre fonte di emissione di gas serra. In media per ogni tonnellata di gamberi si consumano 150 litri di gasolio.
Da dove provengono i gamberi tropicali?
I principali paesi che esportano questo prodotto sono Cina, Thailandia, Indonesia, Vietnam, Brasile, Ecuador e Bangladesh
Un business insostenibile
Quando si parla di pesca o di allevamento di gamberi è impossibile parlare anche di sostenibilità. La richiesta aumenta ogni anno, e come per i gamberi anche per il pesce la metà del prodotto ittico arriva da allevamenti. Con un impatto ambientale da non sottovalutare. Se da una parte la pesca a strascico fa i suoi danni ai fondali arando letteralmente i fondali e catturando qualsiasi forma di vita dall’altra gli allevamenti causano la distruzione di interi ecosistemi come ad esempio gli ecosistemi a Mangrovie che vengono letteralmente eliminati per far spazio a bacini artificiali dove vengono poi allevati i gamberi. Inoltre si mette a rischio anche le fonti di reddito di tantissime persone dato che gli allevamenti spesso privatizzano terreni e negano l’accesso all’acqua ad interi villaggi o all’agricoltura tradizionale.
Per far spazio ai bacini artificiali dal 1980 al 1990 sono scomparse il 35 delle mangrovie della terra. Queste importantissime aree di nursery non danno più protezione alle uova. Inoltre le mangrovie assorbono buona parte dell’energia delle onde proteggendo la costa.
Buon giorno. Leggo, peraltro senza grossa sorpresa, questo articolo ben formulato e chiaro. Mi chiedo: ma se tutti questi metodi di pesca e di allevamento sono estremamente dannosi per tutto , ambiente mare ed esseri umani perche nessuno di potente riesce a fermarli?per il denaro..sempre e solo per questo. Verra’ un giorno che gli esseri umani comprenderanno che il denaro non si mangia, non si beve e non si respira.