Il triangolo delle Bermuda: tra mito e realtà

Il triangolo delle Bermuda: tra mito e realtà

Più di cento navi ed aerei scomparsi, segnali radio che si interrompono e vortici capaci di affondare anche la più grande porta aerei in circolazione. Cosa c’è di vero e cosa dice la scienza sul Triangolo delle Bermuda.

Se ne comincia a parlare nel settembre del 1950 quando il giornalista Edward Van Winkle Jones pubblico su Associated Press un articolo di navi ed aeri che scomparivano al largo delle Bahamas. Il giornale Fate, due anni dopo pubblico “Sea Mystery At Our Back Door”, un articolo di George Sand sulle sparizioni di navi ed aerei tra cui il volo 19 sempre nella stessa zona. Per la prima volta la zona fu localizzata al largo tra Cuba, Bahamas, Repubblica Dominicana ed appunto l’isola britannica di Bermuda . Susseguirono diversi articoli con ipotesi che variavano dagli alieni a fenomeni soprannaturali più complessi. Vari autori hanno scritto di fenomeni legati ad anomalie magnetiche alla presenza di strati di metano capaci di imprigionare tutto ciò che passa in zona sia in cielo che in mare.

Nacque cosi il mito del TRIANGOLO DELLE BERMUDA.

Bermuda-il-triangolo-maledetto

La stampa continuò a parlare per diversi decenni delle sparizioni, vennero pubblicati libri, furono prodotti film e trasmissioni televisive. 

Un’opera in particolare portò alla ribalta il triangolo delle Bermuda : il libro Bermuda, il triangolo maledetto (The Bermuda Triangle, 1974), scritto da Charles Berlitz.  L’opera di Berlitz noto per i suoi controversi Best Seller venne successivamente ripresa e screditata da Lawrence David Kusche, autore del libro The Bermuda Triangle Mystery: Solved del 1975. Secondo Kusche i racconti di Berlitz non erano veritieri, mancavano molte informazioni e che spesso alcuni incidenti fossero avvenuti in zone differenti dal triangolo delle Bermuda. Secondo l’autore Il numero di navi disperse è paragonabile, a quello di ogni altra zona dell’oceano. In una zona dove tempeste ed uragani sono frequenti, le scomparse delle navi non sono misteriose ma facilmente spiegabili. I dati sulle vittime è certamente falsato. Le circostanze delle scomparse sono state riportate in modo falsato da Berlitz: il caso più comune riguarda navi che sono date per disperse con mare calmo e assenza di vento, quando in realtà le registrazioni dell’epoca mostrano tempeste o uragani

Ma cosa c’è di vero dietro a questo tratto di mare cosi misterioso ? Cosa accade realmente se si naviga nelle acque del Triangolo delle Bermuda ?

Ogni anno scompaiono 4 aerei e 20 navi

Se il primo articolo venne pubblicato nel 1950, ci sono storie sul triangolo che si tramandano invece  da centinaia di anni. In quel tratto di oceano grande 500.000 Km quadrati, in media ogni anno scompaiono 4 aerei e 20 barche. Ma se la teoria degli alieni e della porta spazio temporale è una bufala, qual è il fenomeno che fa scomparire qualsiasi mezzo che si “azzarda” ad attraversarlo ?



Le tecnologie moderne hanno permesso a scienziati e ricercatori di studiare i fondali delle Bermuda alla ricerca di un qualche indizio che permettesse di svelare il mistero. I ricercatori del NOAA hanno cominciato a rilevare le batimetrie del triangolo e nel febbraio del 2020, esattamente 94 anni dopo la scomparsa, ecco che il sonar indica quello che sembra un relitto. Si trattava della nave SS Cotopaxi, scomparsa nel novembre del 1925 proprio tra le acque del Triangolo. La nave scomparve mentre era in rotta per l’Havana con un carico di carbone. Due giorni dopo la partenza la navi si imbatté in una tempesta tropicale. Non se ne seppe più nulla, la nave era scomparsa, cosi come scomparvero altre navi come la USS Grampus scomparsa nel 1843, la Ellen Austin scomparsa con il suo equipaggio nel 1881, la USS Cyclops scomparsa nel 1918, La Carroll a. Deering trovata abbandonata nel 1921, cosi come tanti aerei.


La scomparsa della nave COTOPAXI in un primo momento non suscitò particolare interesse, se non quello di alimentare la leggenda del famoso “Triangolo delle Bermude”. Fu il regista Steven Spielberg a dare visibilità alla nave nel 1977 rendendola celebre nel film del 1977 Incontri ravvicinati del terzo tipo. nel film la nave viene ritrovata nel deserto del Gobi, probabilmente portata lì da forze extraterrestri.

La mappatura dei fondali

Gli scienziati hanno così potuto analizzare la mappatura dei fondali oceanici, rilevando così che le Bermuda si trovano in cima a una montagna sottomarina alta quasi 4.000 metri. Diverse fosse oceaniche che risalgono bruscamente da profondità estreme, il punto più profondo è a circa 8.000 metri (la Fossa delle Marianne è a circa 11.000 metri ).

Queste caratteristiche morfologiche potessero la base per la comprensione dei fenomeni che accadono nel triangolo. Tom Iliffe, professore di biologia marina , ha confermato la presenza di vortici e mulinelli. “I vortici sono evidenti, ci sono enormi tunnel con una potenza di aspirazione molto forte

Il Triangolo delle Bermuda è anche l’epicentro di un’attività meteorologica particolarmente violenta. Punto di incontro di uragani, tempeste equatoriali e temporali provenienti dalla costa messicana, con raffiche di vento che soffiano a oltre 270 km/h sono all’origine di onde di dimensioni eccezionali.

Dati del traffico navale nel Triangolo delle bermuda: fonte Marinetraffic

L’oceanografo britannico  Simon Boxall, dell’Università di Southampton, spiega che queste onde, o “muri d’acqua” come vengono spesso descritte, possono raggiungere i 30 metri di altezza e sono in grado di capovolgere navi di grandi dimensioni. Queste onde, chiamate “onde anomale”, appaiono spesso all’interno di un movimento d’onda con andamenti normali. La distribuzione di queste onde anomale su scala globale è tuttavia ancora poco conosciuta dagli scienziati oggi, ma fa luce sul mistero che circonda le sparizioni nel Triangolo delle Bermuda.

E voi cosa ne pensate di questo documentario sul Triangolo delle Bermuda del 1997 ?

https://www.youtube.com/watch?v=ZDzwhGAhWKA
pesci e specie marine
Marcello Guadagnino
Biologo marino ed esperto di pesca professionale. Autore del Giornale dei Marinai

Comments

No comments yet. Why don’t you start the discussion?

    Lascia un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *