Quasi 40 milioni di cavallucci marini muoiono ogni anno per soddisfare la richiesta degli esseri umani. Il mercato di cavallucci marini è un business florido e secondo gli scienziati gli sforzi di conservazione potrebbero non essere sufficienti a salvarli. Il Sud Est Asiatico e l’Africa occidentale sono le principali esportatrici a livello internazionale. La maggior parte vengono venduti nei negozi di souvenir, altri invece utilizzati per la fabbricazione di medicine tradizionali contro l’impotenza. Soltanto una piccola percentuale finisce in acquari.
Secondo la IUCN ben 12 specie di cavallucci marini o ippocampi potrebbero presto sparire dalle acque del pianeta. Le misure esistenti tracciate dal CITES ad oggi non sono sufficienti e si stima che nei 10 anni trascorsi gli Stati Uniti hanno importato circa 140.000 cavallucci marini vivi. I metodi di pesca invasivi stanno anche distruggendo i loro habitat. Sebbene in molti paesi la pesca e la vendita dei cavallucci marini sia proibita il mercato nero è ancora fiorente. Secondo la medicina tradizionale asiatica sembra che imbevuti di alcol o bolliti e bevuti nel te i cavallucci marini permetterebbero di aumentare l’attività spermatozoidica.
In Cina i cavallucci marini essiccati avrebbero un valore scaramantico. I rimedi popolari sono ancora in voga e spesso le popolazioni rurali fanno affidamento a tali tipi di cure. Il costo di questi signatidi si aggira tra i 70 e gli 80 dollari per 50 grammi di prodotto.
La pesca dei cavallucci marini
La pesca è spesso occasionale ed avviene durante lo strascico per la cattura di pesci demersali. Ma la richiesta è tanta tanto che i pescatori hanno fatto della pesca dei cavallucci marini un secondo reddito.
La Thailandia nel 2016 ha sospeso le sue esportazioni, ma comunque il mercato nero riesce a portare fuori dai confini da 20 a 25 milioni di esemplari.
Se questa tendenza dovesse continuare i musei e gli acquari potrebbero essere gli ultimi posti per vedere questi simpatici pesciolini .