L’immersione subacquea nacque con l’invenzione dello scafandro nel 1775. Ma anche Leonardo da Vinci aveva preparato un progetto (mai realizzato) per inviare l’uomo sott’acqua.
A dare i natali alla subacquea fu l’abate francese Jean-Baptiste de La Chapelle, il quale dopo aver osservato tanti avventurosi tentativi, riuscì a perfezionare lo scafandro. Con questa nuova invenzione l’uomo aprì le porte all’esplorazione subacquea.
I primi progetti furono essenzialmente militari. Si cercava di trovare una soluzione per avvicinare il nemico ed in qualche maniera abbatterlo prendendolo di sorpresa. Ma la complessità del sistema che prevedeva un operatore calato in acqua ed una squadra di superficie che doveva permettere un costante rifornimento d’aria tramite delle pompe porto’ all’ abbandono del progetto.
La struttura di uno scafandro
Costituito da una tuta (oggi impermeabile) e da un casco chiamato anche elmo da palombaro. Il casco non permette l’entrata dell’acqua al suo interno invece ha un ingresso da dove viene pompata aria respirabile. Dagli anni 50, dopo l’invenzione dell’ aqualung da parte di Jacques Cousteau, lo scafandro e’ stato man mano abbandonato ed oggi viene utilizzato soltanto raramente.
Charles e John Deane e il perfezionamento della macchina subacquea
Furono due fratelli inglesi a perfezionare l’invenzione dell’abate francese Jean-Baptiste de La Chapelle. A londra infatti, presso l’ufficio patenti, fu depositato nel novembre del 1823, il brevetto di una strumentazione che permetteva di poter entrare in ambienti dove l’aria non era respirabile grazie ad un casco dal nome di “Smoke Helmet”, ovvero casco anti fumo. Il primo scafandro brevettato, dunque non era nato per andare sott’acqua ma bensì’ per aiutare i pompieri ad addentrarsi in ambienti saturi di gas e fumi. ma, da li a ben poco, lo Smoke Helmet si trasformo’.
Tra il 1825 ed il 1830, i fratelli Deane aiutati da Augustus Siebe, apportarono delle migliorie all’apparecchiatura, tra cui una sorta di guarnizione in gomma posizionata sulla base del casco. Grazie anche all’aiuto di Charles MacIntosh, il quale lavoro con il gruppo per circa una decina di anni, lo scafandro era in grado di funzionare perfettamente senza alcun problema di erogazione di aria. Nel 1940, le pompe erano state riprogettate e grazie ad alcuni suggerimenti dati dal Comandante del porto di Lowestoft, George Edward, i fratelli Deane cominciarono a prevedere un futuro per lo scafandro sott’acqua. Nel 1845, dopo che il brevetto era già scaduto, Augustus Siebe senza consultare i fratelli Deane, comincio’ la commercializzazione dello scafandro trovando come primo acquirente l’ammiragliato inglese che sfrutto la rivoluzionaria apparecchiatura per smantellare alcuni vecchi vascelli da guerra. Fu un successo per la nuova apparecchiatura. Da quel momento lo scafandro entro’ in produzione, e per circa 200 anni fu una rivoluzione al servizio della marina militare, della pesca e del mondo della nautica commerciale. Nel 1849 venne istituita la Scuola palombari a Genova.
Lo scafandro da pesca
Oggi con il termine scafandro viene indicato anche lo scafandro da pesca ovvero una salopette in neoprene o pvc che permette al pescatore di poter entrare in acqua sino al petto per poter recuperare la preda in acqua senza bagnarsi. Totalmente differente dallo scafandro da palombaro che permette di immergersi sott’acqua, lo scafandro da pesca è si stagno ma non permette al pescatore di andare sott’acqua ne di immergersi completamente.
Uno scafandro del 1700 presso il museo di RAAHE in Svezia
Presso il museo di RAAHE si trova uno scafandro donato al museo dal capitano Johan Leufstadius. Secondo Leufstadius lo scafandro fu realizzato nel 1700 in Finlandia. Lo scafandro, totalmente in pelle di vitello pero’ sembra un progetto troppo futuristico per quei tempi motivo la cui veridicità non e’ mai stata confermata.