Le stive dei pescherecci thailandesi come camere del terrore. E se qualcuno non sopravvive viene congelato.
Sembra un film dell’orrore, eppure è tutto vero. Quello che accade a bordo dei pescherecci thailandesi è figlio del terrore: uomini e bambini fatti schiavi per un tozzo di pane, trattati come animali e sfustati nelle stive dei pescherecci. E se qualcuno “non resiste” viene congelato nella stiva insieme ai tonni pescati. A denunciare le barbarie subite dagli “schiavi della pesca” è stata l’agenzia di stampa Americana Associated press, che è riuscita a documentare le barbarie subite dagli schiavi-pescatori. Uomini senza libertà, senza dignità, i cui diritti umani vengono lesi e violati continuamente. E la ribellione non è contemplata dagli armatori.
Associated press ha messo in rete i risultati di un’indagine che svelato dei retroscena raccapriccianti: uomini deportati, spesso da Birmania o Indonesia e, costretti a lavorare incessantemente 24 ore su 24 sulle “navi del terrore“. Un giro d’affari da centinaia di milioni di euro, che porta sui banchi del pesce di mezzo mondo i prodotti ittici Thailandesi. Schiavi che valgono meno del pesce che catturano, presi a calci e frustati con le code delle razze, infine uccisi quando hanno smesso di “servire” e gettati in pasto agli squali o congelati insieme ai tonni nelle stive dei pescherecci.
Naturalmente le “navi del terrore” sono migliaia e soltanto poche di esse rispettato i codici della navigazione vigente. Nessuna regola e nessuna pietà ne per gli esseri umani ne tantomeno per le loro prede. Tonni e grandi ricciole, ma anche gamberetti, calamari e pesce vario che vengono pescati incessantemente ed immessi nel mercato a mò di catena di montaggio.
La Thailandia è uno dei principali produttori mondiali di gamberetti con oltre 500.000 tonnellate l’anno, il 10% dei quali prodotti dall’azienda al centro dell’indagine, la Charoen Pokphand Foods. La società oltre ad allevare in proprio gamberi e altri animali da carne è considerata il leader mondiale della produzione di mangimi per animali, con un fatturato annuo di 33 miliardi di dollari.
LA THAILANDIA NELLA LISTA NERA DEGLI USA. Gli Stati Uniti, dopo la pubblicazione dell’inchiesta, starebbero valutando la possibilità di far retrocedere la Thailandia nel Trafficking in Persons Report, la lista nera dei Paesi che consentono la tratta di esseri umani, che deve essere compiltata entro la fine di giugno e dovrebbere comprendere una panoramica proprio sul Bangkok, per valutare gli sforzi fatti dal governo nell’affrontare il traffico di esseri umani.
Il Paese del Sud Est asiatico è considerato uno snodo importante, di transito e di destinazione, per persone ridotte in schiavitù. In tutto, secondo l’Indice globale sulla schiavitù, sarebbero quasi mezzo milione le persone ridotte in questa condizione in Thailandia.
LA CHAROEN POKPHAND FATTURA 33 MILIARDI DI DOLLARI ALL’ANNO. La Charoen Pokphand Foods riesce a fatturare ogni anno 33 miliardi di dollari (più di 24 miliardi di euro). Si fregia del motto «la cucina del mondo» e vende il proprio mangime per gamberi ad altre aziende. Rifornisce poi i supermercati internazionali, così come le industrie alimentari, con gamberi congelati, cotti e piatti pronti. Oltre a Walmart, Carrefour, Costco e Tesco, secondo il quotidiano inglese anche Aldi, Morrisons, Co-operative e lo stato dell’Islanda sono fra i clienti di CP Foods. Tutti i soggetti citati vendono gamberetti surgelati o cotti.