Il porcellino di mare: un “disgustoso” puzzle della natura

porcellino di mare

Mangia il fango, il suo corpo è pieno di parassiti e le sue corna lo rendono “tenebroso” ma gioca un ruolo fondamentale in natura riconvertendo la materia organica.

Sapete cosa è veramente strano per un porcellino di mare? La translucenza sicuramente, i tentacoli anche… a pensarci bene anche le gambe…ma ciò che è veramente strano per quest’animale è che si tratta di una specie di oloturia che ha  talmente tante parti del corpo bizzarre che potrebbe assomigliare a qualsiasi altro animale terrestre. Il porcellino di mare dal nome scientifico di Scotoplanes sp. sembra abbia emulato altri animali diventando un vero e proprio puzzle della natura. Un po’ con il gusto dell’orrido. Esistono poche specie del genere Scotoplanes, e quasi tutte non hanno un fascino da concorso di bellezza, ma se il fascino non è il loro forte, hanno tantissime altre qualità. Una pelle morbida data dal fango che ingurgitano ed una particolare lucentezza dell’epidermide.

Scotoplanes

Il genere è stato descritto dal naturalista Johan Hjalmar Théel nel 1882, durante una spedizione del famoso HMS Challenger.

Queste oloturie sono caratterizzate dalle loro 7 coppie di grandi piedi, dal corpo gonfio, di colore rosato pallido e quasi traslucido, e dalle loro quattro lunghe papille dorsali.

La specie Scotoplanes globosa sembra essere la più diffusa, trovata in tutti i principali bacini oceanici del globo in molteplici località.

Tutte sono specie abissali, che vivono a profondità estreme (“zona adale”): sono abbondanti a oltre 6.000 metri di profondità e sono state osservate fino a oltre 9.500 metri. Di solito vivono in gruppi molto densi di diverse centinaia di individui, procedendo lentamente sul fondo nella stessa direzione, in senso contrario alla corrente. Sono detritivori, si nutrono ingerendo lo strato superficiale del sedimento, preferibilmente il sedimento “fresco” (caduto dalla colonna d’acqua meno di 100 giorni fa). Filtrano e portano questo sedimento alla bocca tramite i loro tentacoli peltati.

Queste specie possono essere parassitate da vari animali, come piccoli molluschi gasteropodi del genere Stilapex o crostacei del genere Mirandotanais. Sono spesso circondate anche da piccoli commensali (gamberetti, pesci…).

Amanti del buio

Il buio li avvantaggia, vivono tra i 1000 e i 5000 metri di profondità dove difficilmente possono essere scovati dai predatori, in un certo senso nascondono il loro aspetto agli altri abitanti del mare, un po’ come la bestia del celebre cartone Disney la bella e la bestia.

scotoplane

Ma se l’aspetto non è il loro forte, questi animali tengono alla linea e a mangiare bene. Non si accontentano di ingurgitare del fango qualsiasi, ma vanno alla ricerca del fango piu’ fresco. Secondo studi dell’università della California non mangiano fango piu’ vecchio di 3 mesi. E non si rotolano tra il detrito come i maiali di terra, ma camminano su delle protozampe dalla forma improbabile. Come nei ricci di mare queste appendici si gonfiano d’acque e fanno deambulare l’animale.

Ai porcellini di mare piace vivere in gruppi sino a 1000 esemplari, a seconda della disponibilità di cibo questi aumentano o diminuiscono.

E poi ci sono quelle corna che danno un aspetto “sexy” al nostro porcellino, che non servono a combattere con altri porcellini, ma forse aiutano l’animale a pavoneggiarsi con le porcelline di mare!

Quest’animale tanto per non rendersi ”apprezzabile” è anche pieno di parassiti che vivono al suo interno e si cibano della corna e dei suoi organi interni.

Insomma non è bello cio’ che è bello…

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