Venittelli : distribuzione equa delle quote per i sistemi di cattura del tonno rosso.

Nuova risoluzione presentata in Commissione agricoltura dall’onorevole dem Laura Venittelli, responsabile nazionale del Pd su Pesca e acquacoltura.

L’attenzione della parlamentare ancora una volta si è concentrata sulla problematica del tonno rosso, già affrontata con diverse iniziative negli ultimi anni. Un impegno mirato soprattutto a rendere sempre più sostenibile il metodo di cattura, favorendo la redditività del settore.

La risoluzione vuole impegnare il Governo a ripartire dal 1° gennaio 2018 l’eventuale parte incrementale del contingente di cattura di tonno rosso assegnato all’Italia rispetto al livello fissato per il 2017, fra i vari sistemi di pesca interessati, garantendo al palangaro, al sistema a circuizione e alla tonnara fissa complessivamente non più del 40% del suddetto incremento e riservando un contingente specifico alla pesca ricreativa e sportiva, stabilendo comunque che le imbarcazioni da diporto autorizzate non potranno pescare più di un tonno all’anno e riservando la quota rimanente alle catture accidentali.

tonno all“E’ di tutta evidenza che la distribuzione storica delle quote tra i diversi sistemi di cattura presenta sproporzioni e squilibri che il richiamato incremento delle disponibilità offre l’occasione, se non di sanare, di ridurre e limitare – illustra l’onorevole Venittelli nella risoluzione –  nella nuova assegnazione delle quote è opportuno garantire il  criterio comunitario della adeguatezza economica della quota in rapporto alla specificità del sistema di cattura e di conseguenza della precisa attribuzione di quota ad ogni impianto di pesca, comprese le tonnare fisse.

Vanno inoltre incentivate tutte le migliori pratiche che coniughino  sostenibilità ambientale a lungo termine collegate alle attività di pesca e gestione di tali attività in grado di conseguire vantaggi a livello socioeconomico e occupazionale; per questo appare pertanto urgente modificare le modalità di attribuzione delle quote, con particolare riguardo a quella indivisa, al fine di superare i gravi inconvenienti riscontrati in questi anni dagli operatori della pesca di quelle regioni italiane escluse dall’attribuzione delle quote finora stabilite.

In un simile contesto appare importante attuare un approccio improntato all’attuazione progressiva, rispetto al raggiungimento di un equilibrio tra capacità di pesca e possibilità di pesca, ponendo attenzione anche a interventi sul versante dell’ammodernamento e del nuovo dimensionamento delle flotte e a misure mirate e selettive rispetto alle specie ittiche, tenendo presente l’impatto socio-economico”.

Il testo della Risoluzione

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE

La XIII Commissione,

premesso che:

in Italia il tonno rosso viene pescato con diversi sistemi di pesca (circuizione, palangaro, tonnara fissa) , la quota italiana è stata assegnata all’Italia intorno agli anni 70 con riferimento alle catture effettuate prevalentemente con il metodo della circuizione ed in base a criteri consolidati nel tempo;

con riferimento alla pesca del tonno rosso e al piano europeo pluriennale di ricostituzione dello stock nel Mediterraneo, merita sottolineare i sostanziali miglioramenti conseguiti sotto il profilo biologico, come indicato dagli esperti scientifici dell’ICCAT;

a seguito dell’azione svolta dalla Presidenza italiana del Consiglio, prendendo atto degli esiti positivi del piano pluriennale di ricostituzione degli stock di tonno nell’Atlantico e nel Mediterraneo l’organismo di gestione internazionale della pesca dei tonnidi (I.C.C.A.T. – International Commission for the Conservation of Tunas) ha deciso di rideterminare, aumentandola, la quota pescabile di tonno rosso nel triennio 2015-2017 per tutti i Paesi aderenti alla Convenzione, tra cui l’Unione Europea;

il Regolamento (UE) 2017/127 del Consiglio, del 20 gennaio 2017, ha stabilito per l’anno in corso, le possibilità di pesca per alcuni stock ittici e gruppi di stock ittici, applicabili nelle acque dell’Unione e, per i pescherecci dell’Unione, in determinate acque non dell’Unione, confermando per il tonno rosso quanto già indicato nella Raccomandazione dell’International Commission for the Conservation of Atlantic Tunas (I.C.C.A.T.)relativamente al quantitativo di pesca per il triennio 2015-2017;

sulla base della citata Raccomandazione, il Consiglio dei ministri dell’Unione europea «Agricoltura e pesca» del 13 dicembre 2016 ha assegnato all’Italia una quota di pescato di tonno rosso pari a 3.304,82 tonnellate, il 20 per cento in più (552,26 tonnellate) rispetto alle 2.752,56 tonnellate concesse nel 2016, mantenendo l’assetto dell’attuale flotta di pesca al tonno rosso, comprensivo di dodici pescherecci a circuizione, trenta palangari e sei tonnare fisse;

con decreto del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali dovrà essere ripartita la quota aggiuntiva di 552 tonnellate tra i diversi sistemi di pesca utilizzati in Italia;

in precedenza, con il decreto 17 aprile 2015, il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali aveva già ripartito le quote di tonno rosso per il triennio 2015-2017, assegnando per l’anno in corso il 74,451% al sistema della circuizione (2.460,23 tonnellate), il 13,595% ai palangari (449,25 tonnellate), l’8,465% alle tonnare fisse (279,73 tonnellate), lo 0,454% alla pesca sportiva/ricreativa (15,00 tonnellate) e il 3,035% alla quota non divisa (100,29 tonnellate);

nel corso degli anni, dall’introduzione del Totale Ammissibile di Cattura (Tac), è emersa un’inaccettabile sproporzione nella distribuzione delle quote tra i diversi sistemi di cattura che ha indotto pesanti squilibri tra imprese grandi e piccole e tra marinerie;

inoltre, le ultime campagne di pesca del tonno rosso in Italia hanno evidenziato, relativamente alle catture accessorie, l’insufficienza delle quantità assegnate alla «quota non divisa» che ogni anno viene rapidamente azzerata a causa dello sforamento delle imbarcazioni autorizzate;

è di tutta evidenza che la distribuzione storica delle quote tra i diversi sistemi di cattura presenta sproporzioni e squilibri che il richiamato incremento delle disponibilità offre l’occasione, se non di sanare, di ridurre e limitare;

nella nuova assegnazione delle quote è opportuno garantire il criterio comunitario della adeguatezza economica della quota in rapporto alla specificità del sistema di cattura e di conseguenza della precisa attribuzione di quota ad ogni impianto di pesca, comprese le tonnare fisse;

vanno inoltre incentivate tutte le migliori pratiche che coniughino sostenibilità ambientale a lungo termine collegate alle attività di pesca e gestione di tali attività in grado di conseguire vantaggi a livello socioeconomico e occupazionale;

appare pertanto urgente modificare le modalità di attribuzione delle quote, con particolare riguardo a quella indivisa, al fine di superare i gravi inconvenienti riscontrati in questi anni dagli operatori della pesca di quelle regioni italiane escluse dall’attribuzione delle quote finora stabilite;

in tale contesto appare importante attuare un approccio improntato all’attuazione progressiva, rispetto al raggiungimento di un equilibrio tra capacità di pesca e possibilità di pesca, ponendo attenzione anche a interventi sul versante dell’ammodernamento e del nuovo dimensionamento delle flotte e a misure mirate e selettive rispetto alle specie ittiche, tenendo presente l’impatto socio-economico,

impegna il Governo

fatti salvi i coefficienti di ripartizione e le quote individuali di tonno rosso attribuite con decreto ministeriale 17 aprile 2015, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 120 del 26 maggio 2015, a ripartire dal 1° gennaio 2018, l’eventuale parte incrementale del contingente di cattura di tonno rosso assegnato all’Italia rispetto al livello fissato per il 2017, fra i vari sistemi di pesca interessati, garantendo al palangaro (LL), al sistema a circuizione e alla tonnara fissa (TRAP) complessivamente non più del 40% del suddetto incremento e riservando un contingente specifico alla pesca ricreativa e sportiva (SPOR), stabilendo comunque che le imbarcazioni da diporto autorizzate non potranno pescare più di un tonno all’anno e riservando la quota rimanente alle catture accidentali.

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Una risposta

  1. HO LETTO LA “GRIDA” E MI SONO INCARTATO CON LE SUE STESSE PAROLE. PER CHI NON E’ ADDENTRO SI TRATTA DI LANA CAPRINA E CONTROLLARE CHE L’ANDAMENTO DELLE COSE SEGUA LE DISPOSIZIONI ALLA LETTERA SARA’ MOTIVO DI ACERRIME LOTTE E DISCUSSIONI. E’ SUCCESSO TUTTE LE VOLTE CHE I VARI OPERATORI HANNO DOVUTO SUBIRE LE COSIDDETTE “QUOTE”. DA QUESTO OSSERVATORIO L’ARGOMENTO APPARE LONTANO E SFUMATO, MA SPERO CHE CHI INVECE NE HA INTERESSE NE ESCA SODDISFATTO.

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