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  • Ultima modifica dell'articolo:20 Febbraio 2020

Si tratta di Marco Vazzoler, un 32enne di San Biagio, in provincia di Treviso. La sua canna da pesca avrebbe toccato i fili dell’alta tensione.

E’ accaduto nella serata di domenica. I parenti dell’uomo dopo averlo atteso a lungo hanno dato l’allarme ai carabinieri.

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L’uomo infatti,  appassionato di pesca alle trote, si era allontanato  poche ore prima per una battuta di pesca lungo il fiume Meschio. Secondo una prima ricostruzione delle forze dell’ordine, il giovane si è recato in via Vittorio Veneto con la sua auto  e una volta sistemata la sua postazione ha iniziato a pescare fino a quando il filo della sua canna da pesca in carbonio ha toccato i fili dell’alta tensione poco distanti, creando così una potente scossa che lo ha folgorato facendolo cadere esanime in acqua.“
Era già successo altre volte

Marzo 2015. Sarebbe morto folgorato dalla scarica elettrica partita dai fili dell’alta tensione,Avio Pastorelli, un pescatore di Campegine nei pressi di Reggio Emilia. Probabilmente la canna da pesca in carbonio ha toccato i fili dell’alta tensione durante un lancio. Il contatto letale è avvenuto in località Mandria. Sembra che il problema dell’alta tensione stia diventando serio per i pescatori fluviali in particolare.

Febbraio 2015 .E’ quello che è accaduto anche sulle sponde del fiume Aniene nel mese di febbraio  dove un uomo di Subiaco che stava pescando nei pressi del ponte Lucidi ha urtato i cavi dell’alta tensione con la sua canna da pesca.  I cavi  avrebbero scaricato sull’uomo uccidendolo sul colpo, un fatale errore che è costato la vita al pescatore.

Sempre lungo le sponde del fiume Aniene nel 2006 e nel 2010 altri due pescatori pescatori persero la vita con la stessa modalità-

Nel 2010 a Vicovaro la morte del giovane Roberto Biddau. Stava pescando sulle rive dell’Aniene, sul territorio di Vicovaro, con una canna da pesca in carbonio lunga circa sei metri. Ha sfiorato un palo dell’alta tensione ed è morto folgorato di fronte agli occhi dell’amico vicovarese, che ha cercato di soccorrerlo mettendo a rischio la propria vita. La tragedia, nel pomeriggio di domenica 28 febbraio 2010, lungo le sponde del fiume Aniene durante l’apertura della pesca alla trota. Il pescatore è Roberto Biddau, 36 anni di Castel Madama, morto all’istante per aver toccato con la punta di una lunga canna da pesca un cavo dell’alta tensione dell’Enel.

Nel 2006 morì Maurizio Di Giuseppe. Proprio sullo stesso punto dov’è deceduto Roberto Biddau, a via Piana in località Sant’Antonio, proprio vicino ai fili dell’elettrodotto dell’Enel all’interno di via Tiburtina, il 19 marzo del 2006 morì Maurizio Di Giuseppe, 51enne di Vicovaro, fulminato mentre camminava lungo il fiume Aniene. La sua canna al carbonio, lunga 7,10 metri, è rimasta impigliata ad un cavo della corrente di 380 watt, posta all’altezza di 7 metri uccidendolo nel giro di pochi minuti. Inutili i soccorsi prestati all’uomo da altri pescatori: il decesso è stato accertato dal medico di bordo di un’ eliambulanza del 118 atterrata subito dopo nelle vicinanze.
Nel 1998 sotto lo stesso ponte, se la vide brutta anche Mauro Solitari, un altro pescatore vicovarese che rimase ferito.

Fonte Italian fishing tv

Marcello Guadagnino

Web Editor : Marcello Guadagnino, biologo marino ed esperto di pesca professionale. Autore del Giornale dei Marinai

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