Com’era nelle premesse, è stato di grande interesse l’esito della tavola rotonda sui nuovi strumenti finanziari e di gestione del rischio per il sistema nazionale della pesca e dell’acquacoltura, che si è svolta ieri mattina nella sala del refettorio della Camera dei Deputati, coordinata dal presidente della XIII assise di Montecitorio, Luca Sani.
Un importante momento di confronto, voluto fortemente dal responsabile nazionale Pesca e acquacoltura del Pd, l’onorevole dem Laura Venittelli, con la collaborazione del direttore generale di settore del Mipaaf Riccardo Rigillo e del gruppo democratico alla commissione Agricoltura, di cui è componente la parlamentare molisana.
Obiettivo mettere a fuoco sia le esigenze che una road map che faccia uscire il comparto ittico nella sua interezza fuori da una mancata assistenza per l’accesso al credito e a leve assicurative capaci di rendere la pesca e l’acquacoltura tutelate come l’agricoltura. Fornire, dunque, un indirizzo preciso al Governo, che permetta anche al comparto marittimo di ripartire alla grande per contribuire allo sviluppo del Paese.
Le potenzialità sono state espresse proprio dall’onorevole Venittelli, che due mesi fa ha avviato l’organizzazione di questa iniziativa convocando il forum della Pesca nella direzione nazionale Pd, al Nazareno. “Il settore della pesca conta numeri importanti, è un grande comparto che non ha ancora preso coscienza piena delle proprie prerogative – ha ribadito la Venittelli – occorre un deciso salto di qualità, che crei quel giusto novero di opportunità dettate dal fatto che abbiamo 8000 chilometri di costa da valorizzare. Da un anno abbiamo abbandonato quel modo di pensare che vedeva la pesca italiana come quella categoria capace solo di genuflettersi per chiedere deroghe alla ‘maestra’ Europa. Ma per ottenere un concreto rilancio e lasciarsi alle spalle l’incertezza ci vogliono imprese che investano e l’incertezza va abbattuta non solo rispetto alla partita economica, ma anche burocratica e amministrativa (sarebbe funzionale creare un organismo che si occupi in toto del settore). Per tornare ad investire c’è bisogno di accesso al credito, lo strumento è l’Ismea, che offre garanzie con le banche. Adesso bisogna capire come concretizzare lo strumento, senza dimenticare l’altro aspetto fondamentale, quello assicurativo. Molte delle problematiche di cui soffrono le flottiglie e l’intero parco armatoriale è dovuto ai cambiamenti climatici che spesso scoraggiano gli investitori, ora con la possibilità reale di ricorrere a un piano assicurativo come in agricoltura, anche i fattori di rischio ineluttabili saranno governati con indennizzi adeguati”. Così ha concluso il suo intervento l’onorevole Venittelli, focalizzando i due concetti alla base della tavola rotonda.
A seguire la parola al direttore del Mipaaf Riccardo Rigillo, che ha voluto evidenziare la bontà del Feamp, che predispone strumenti operativi: l’articolo 35 (fondi di mutualizzazione) e l’articolo 57 (assicurazione degli stock acquicoli. Per Rigillo, “Bisogna utilizzare al meglio questi strumenti per la programmazione fino al 2020, abbandonando il sistema dei finanziamenti a fondo perduto e programmare, una nuova impostazione culturale che permetta un utilizzo delle risorse pubbliche più efficace, passando dalla valutazione ex post alla valutazione ex ante”. Di questo argomento ha discusso anche Giuseppe L’Abbate, capogruppo in Commissione agricoltura per il Movimento 5 Stelle. Tra gli strumenti che avranno a disposizione gli operatori, ci sarà anche la Cooperfidi, nuovo soggetto vigilato da Bankitalia, che ha assorbito Fidipesca Italia, annuncio rivelato dal direttore generale Ferruccio Vannucci. Obiettivo: fornire servizi più efficaci e rendere l’istituto più affidabile. In successione, gli interventi di Fabian Capitanio sullo stato dell’arte della gestione del rischio nel settore ittico ancora fermo; il capodipartimento del Mipaaf Luca Bianchi, che ha asserito come sia necessario guardare al settore della pesca nel suo complesso considerando l’intera filiera e basarsi su tutta questa per sviluppare i finanziamenti.
Il possibile coinvolgimento della Banca europea per gli investimenti (Bei) è stato inserito nel dibattito da Raffaele Borriello, direttore generale dell’Ismea e figura chiave della tavola rotonda. “Assieme alla Bei stiamo cercando di capire come utilizzare al meglio gli strumenti del Feamp e su questo ci sono al vaglio due proposte: fare un programma assicurativo di sperimentazione triennale per le imprese di pesca e acquacoltura così com’è stato fatto in passato in agricoltura oppure estendere anche al settore ittico i mutui a tasso zero per favorire il ricambio generazionale, mutui già presenti in agricoltura.
Argomenti che hanno suscitato un vivace scambio di idee, animato anche dall’onorevole Gessica Rostellato del Movimento 5 Stelle, dalla broker assicurativa Giulia Amabile, da Giuseppe Prioli dell’Ama e da Pier Antonio Salvador, presidente dell’associazione pescicoltori italiani. Di recente costituzione, ricopre un ruolo strategico l’Alleanza delle Cooperative. Il presidente dell’Aci Giampaolo Buonfiglio ha chiaramente enunciato come si aspetti con ansia il tavolo tecnico. “Per quanto riguarda il credito le pretese delle banche sono troppo onerose – riferisce Buonfiglio – e sulle assicurazioni bisogna ragionare con regole chiare, attraverso tabelle di valutazione del rischio condivise con Ania”. L’ultimo intervento precedente alle conclusioni è del responsabile nazionale Pd per l’agricoltura Sabrina Capozzolo, che ha voluto ringraziare la collega Venittelli per l’organizzazione del convegno.
Ore di relazioni, studi e proposte, quelle trascorse nella sala del Refettorio sintetizzabili con l’esigenza di fare squadra con tutti gli attori del comparto ittico, per il capogruppo Pd alla Commissione Agricoltura della Camera Nicodemo Oliverio. “Ora convochiamo un tavolo tecnico aperto a tutti i soggetti interessati affinché sull’esigenza di accesso al credito e assicurazioni si dia una risposta concreta al settore”. Infine, l’intervento del sottosegretario alla Pesca Giuseppe Castiglione. “In questo ragionamento non si possono escludere dal tavolo le Regioni, ma dobbiamo lavorare anche insieme a loro. Il governo ha fatto tanto per il settore; sicuramente si tratta di strumenti perfettibili ma l’attività legislativa è stata proficua. C’è bisogno di programmazione e regole condivise per far diventare l’impresa di pesca un’impresa competitiva”.
Il prossimo passaggio sarà la convocazione del tavolo tecnico con Ania e tutti i soggetti interessati.