Gli stock ittici adesso possono essere quantificati in base a studi dell’acqua di mare.
Studiando la quantità di DNA presente il ricercatore della Kobe University Graduate School of Human Development and Environment, Yamamoto Satoshi, ha dimostrato come quantificare la distribuzione delle specie ittiche in mare. Uno studio che a lungo termine potrebbe avere effetti interessanti sullo studio del monitoraggio. E’ stata la rivista scientifica PLoS One a pubblicare la scoperta alcuni giorni fa.
Niente più catture per i monitoraggi
Sino ad oggi i monitoraggi delle specie avvenivano studiando le catture e le redditività degli attrezzi da pesca metodi di indagine piuttosto severi ma che hanno permesso sino ad oggi di capire in che direzione vanno gli stock ittici. Questo studio potrebbe trovare una nuova via di monitoraggio diminuendo le campagne di pesca di enti scientifici.
La ricerca è cominciata nel giugno del 2014. I ricercatori hanno raccolto campioni da 1 litro di acqua sia superficiale che profonda da 47 spot differenti della Baia di Maizuru. In particolare e’ stata stimata la concentrazione di Edna di una specie di sugherelli. In parallelo grazie ad attrezzature fish finder sono state effettuate le stesse misurazioni e con stupore dei ricercatori i valori ottenuti erano estremamente simili, soprattutto nella fascia tra i 10 ed i 150 metri. Un metodo semplice che puo’ essere utilizzato sia su larga scala che in brevi periodi di tempo, oltre ad essere poco invasivo e soprattutto poco costoso.