La scomparsa entro pochi decenni.
Se ne parla da anni, ma soltanto adesso ci sono delle stime reali circa la diminuzione delle specie di squalo dovute all’eccessivo sfruttamento.Sarebbero 74 le specie di squalo a rischio estinzione, specie destinate a scomparire dai nostri mari entro pochi decenni a causa della pesca indiscriminata. E’ l’IUCN (Unione internazionale per la conservazione della natura) a lanciare l’allarme dopo aver valutato l’eccessivo sfruttamento da parte della pesca professionale.
Esattamente un quarto degli elasmobranchi rischia di estinguersi. Su 1041 specie conosciute sino ad oggi sarebbero 249 quelle destinate e scomparire (74 squali e 107 specie di razze). La lista rossa della IUCN che descrive e classifica le specie a rischio dichiara che il vero problema della diminuizione degli esemplari di elasmobranchi è la pesca. Una pesca che sino ad oggi ha indiscriminatamente catturato milioni di squali da tutti i mari e gli oceani, allo scopo di venderne la carne ed in particolare le pinne (mercato che ha fruttato svariati milioni di euro) . La pesca allo squalo viene praticata spesso con il sistema delle “long-line“, un sistema di palamiti derivanti non selettivi, che possono catturare dai giovani agli adulti. Lo squalo una volta a bordo del peschereccio viene privato delle pinne dorsali e pettorali e spesso rimesso in mare ancora in vita. Gli squali rigettati in mare vanno incontro a morte certa dato che non avranno la possibilità di nuotare e pertanto di respirare.