Sarebbe un piccolo pesce chiamato Delta smelt (Hypomesus transpacificus) il principale sospettato della siccità che ha colpito la California.
Un piccolo pesce che misura dai due agli otto centimetri e che puzza di cetrioli ha destabilizzato questa settimana l’intero popolo statunitense. Secondo il candidato repubblicano Donald Trump, le misure di protezione attuate dagli ambientalisti per salvare il piccolo pesce in via d’estinzione sono state deleterie per l’intero stato Californiano. Il candidato alla Casa Bianca accusa infatti di aver pensato a salvare la specie in pericolo e non alla popolazione, deviando cosi diversi corsi d’acqua. Tali deviazioni infatti si sono ripercosse sugli agricoltori che si trovano adesso in crisi. Secondo Trump infatti non sarebbe l’acqua a mancare. – Abbiamo tantissima acqua – dichiara Trump – purtroppo invece di inviarla nell’entroterra la spingiamo verso il mare e tutto questo per salvare un piccolo pesce di pochi centimetri. Trump fa anche riferimento al 2008 quando 1,4 miliardi di litri di acqua furono pompati nella baia di San Francisco per salvare la specie con il primo intervento. Secondo il Wall Street Journal tutti i corsi d’acqua deviati sarebbero stati sufficienti per sostenere tutti i 6, 4 milioni di californiani per 6 anni quando ha salvato invece soltanto 8 piccoli pesciolini nel 2014.
Ma quanto e’ vero e cosa invece si nasconde dietro al programma
A sentire le parole di Trump sembrerebbe tutto un errore fatto soltanto per difendere un piccolo pesce. 8 pesci salvati contro migliaia di agricoltori al collasso. Ma la verità sarebbe un’altra e la causa sarebbero proprio i coltivatori di mandorle, carciofi, datteri, fichi, olive, pesche e prugne tutti prodotti tipici del caldo stato americano. Secondo il Public Policy Institute della California ogni azienda che produce mandorle utilizza circa 1,1 miliardi di litri d’acqua all’anno. Sembrerebbe quindi che ci sia un problema più grande di fronte all’approvvigionamento di acqua che un piccolo pesce che puzza di cetriolo. L’acqua deviata e’ una goccia nell’oceano rispetto ai 63 miliardi di litri persi tra il 2013 e 2014. Frenare il progetto di protezione e’ come mettere del nastro isolante in un tubo che perde. Magari la situazione migliora temporaneamente, ma non affronta il problema più grande cioè quello di rimettere in gioco le acque che gli agricoltori utilizzano per irrorare i loro campi.