Saraghi di gomma – uno studio evidenzia l’interazione trofica diretta tra il sarago e la caulerpa

Saraghi di gomma – uno studio evidenzia l’interazione trofica diretta tra il sarago e la caulerpa

Le invasioni biologiche provocano impatti negativi e imprevedibili sugli oceani di tutto il mondo. Macrofite non indigene come ad esempio la Caulerpa cylindracea spesso sintetizzano metaboliti secondari per scopi difensivi e per aumentare l’efficienza competitiva: la caulerpa entrata nel Mar Mediterraneo nel 1990 è da allora in competizione con la flora e la fauna locali.

Lo studio portato avanti dall’Università della Tuscia di Viterbo in collaborazione con la Stazione Zoologica “Anton Dohrn” ed il Centro di ricerca in bioscienze di Orbetello ha confermato che il sarago maggiore (Diplodus sargus) includa nella sua dieta la caulerpa.

L’accumulo di caulerpina (metaboliti secondari della caulerpa) nel fegato, nei muscoli  e nei tessuti epiteliali del pesce sembra possa interferire in qualche maniera con la condizione conosciuta con il nome di sarago di gomma.

Da decenni oramai i pescatori mediterranei assistono ad una condizione peculiare del sarago che consiste nell’indurimento delle carni e nella conseguente diminuzione della commestibilità in seguito alla cottura di esemplari adulti apparentemente sani. Questo è noto come il fenomeno Abnormally Tough Specimen (ATS) e le cause alla base sono state ipotizzate come l’inquinamento (organico e chimico) e un cambiamento nelle abitudini alimentari.

Oltre a nutrirsene direttamente il sarago subirebbe una sorta di biomagnificazione della caulerpina nutrendosi di echinodermi e di molluschi che a loro volta si sono nutriti di caulerpa.

Utilizzando biomarcatori ecotossicologici come indicatori dello stato di salute generale, è stato dimostrato che D. sargus è influenzato negativamente dalle alghe a livello trascrizionale ed enzimatico

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Pesci tirrenici

I pesci campionati sono stati recuperati durante una competizione di pesca subacquea  organizzata dalla FIPSAS nelle acque di Civitavecchia. I saraghi sono stati cosi donati per la ricerca. Sono i primi saraghi studiati non pescati in Adriatico.

Oltre ad analisi biologiche, chimiche e biochimiche è stata realizzata un’analisi della cottura del pesce.  

Su 10 saraghi analizzati, 3 sono risultati avere la condizione ATS ovvero del sarago di gomma. Tutti e 3 i pesci erano di sesso maschile.

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Durante la cottura la pelle si staccava dai bordi del corpo e la carne si staccava gradualmente dalla struttura scheletrica producendo un crepitio. A cottura ultimata erano evidenti diversi segni di alterazione: secchezza della carne, distacco completo del filetto dalle ossa, aspetto scolorito della testa, pelle retratta al centro del corpo, consistenza gommosa al tatto. I filetti di pesce erano asciutti e gommosi, con un sapore amaro e persistente.

Sebbene siano necessari ulteriori studi per stabilire se le alghe o i suoi metaboliti sono direttamente responsabili dell’anomalia, la novità dello studio è stata quella di confrontare campioni alterati e inalterati per chiarire meglio possibili differenze sottostanti nelle loro risposte fisiologiche.

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